Seguo con molto interesse da qualche tempo un programma su National Geographic di nome Mithbusters, dove alcuni, inizialmente improbabili, scienziati verificano sul campo le più strampalate teorie e miti in circolazione.
Non ci crederete, ma negli ultimi tre giorni pagherei cifre iperboliche per poter verificare sperimentalmente il mito che ipotizza che “le televisioni non sono funzionali al successo di Berlusconi”: e questo benché abbia affermato svariate volte, proprio su queste pagine, che lo strapotere mediatico brandizzato MediaRai sia il vero motore del berlusconismo.
Folgorato sulla via di Damasco? Domine non sum dignus, semmai ritengo che il grande comunicatore sia passato oltre il livello di massima incompetenza degli Italiani.
Mi spiego: è ormai acclarato che presentare “verità virtuali” sul piccolo schermo sia un esercizio costante dei media generalisti in tutto il pianeta, a partire dall’invasione aliena del 30 Ottobre 1938 messa in diretta nella celeberrima trasmissione di Orson Wells. In altri termini, grazie alla percezione dilatata della realtà, fin dagli albori le arti figurative garantivano la ricostruzione di verità grazie alla trasformazione degli spettatori da semplici osservatori a parti integranti della realtà virtuale.
Pensate che si tratti di televisione spazzatura? Forse, quel che è certo è che la genesi dell’idea parte da un esperimento NASA (Biosfera 2), per valutare le eventuali problematiche che sarebbero potute nascere all’interno di un piccolo gruppo di persone che avessero avuto l’obbligo di vivere in aree circoscritte per lunghi periodi.
A partire da circa 15 anni fa ad oggi la televisione ha rappresentato un sistema di controllo delle coscienze assolutamente vincente, e chi si è garantito una costante visibilità ha potuto contare su rendite di posizione eccellenti senza rendere conto di nessun dato reale.
Al grido di “tutto va ben madama la marchesa” (Axel su Tafanus) il governo berlusconi ha scansato qualunque verifica sui risultati tramite cinque TG nazionali allineati e coperti seguiti da un bombardamento mediatico tarato sui target più facilmente influenzabili: chi ha un minimo di capacità analitica potrebbe verificare de visu che trasmissioni come Uno Mattina sono diabolicamente congegnate per presentare alla famigerata casalinga di Voghera il verbo MediaRai, sintonizzato con il direttore del TG1.
Il Grande Fratello (quello di Orwell, ovviamente) poteva solo controllare personalmente i cittadini plasmandone il passato: oggi il grande fratello Endemol ricrea eroi virtuali che hanno in primis tutti i difetti del mondo, permettendoci di gongolarci nella nostra autostima (ovviamente furbescamente indotta).
Guarda la TV, potrai essere ricco, bello, e famoso per il tuo quarto d’ora… basta che giochi al superenalotto-grande fratello-lacorrida-affari tuoi e sarai davvero un vippppp… Del resto, vedi il tuo idolo SB che ha tutte le donne che vuole e che è adorato da tutti ?
Tutto bene, tranne che per un fatto: a partire dall’inizio dell’anno questo assioma (che, attenzione, si è dimostrato corretto almeno dal 1994 in poi) si è sciolto come neve al sole, portando gruppi scollegati dai partiti (e anche dai guru della rete come Grillo) a sovvertire completamente uno standard acquisito che vede il medium TV come preponderante.
Ecco, oggi questa immagine è probabilmente tramontata definitivamente: il vecchietto bombato da pastigliette ed iniezioni appare solo come un patetico bugiardo che alla prova dei numeri ha miseramente fallito.
Invece, guarda caso, a partire da gennaio 2011 le pagine Facebook, Twitter, i blog riuniti hanno portato lentamente al realizzarsi di un vero cataclisma generazionale, vero primo motore di questa rivoluzione copernicana. Ciò spiega anche le ripetute sortite di politicanti contro “l’eccessiva libertà della rete”: davanti alla trasparenza gli opachi si ribellano nel tentativo di difendere lo statu quo.
Ricordate quel mantra di Jannacci? “La televisiun la g’ha una forsa de leun, La televisiun la g’ha paura de nisun, La televisiun la te indurmenta 'me un cujun”
Cosa è successo ? A mio avviso il tafanus (e gli altri blog, beninteso) rappresenta il vero riferimento architettonico di questa rivoluzione, nata sulla voglia di esprimere pareri alternativi rispetto ai format televisivi dove le tecniche di interruzione dell’avversario e la continua menzogna hanno squalificato sia i presenzialisti alla Santanchè che (ahimè) anche i programmi con lacchè zerbini coi potenti e prepotenti con tutti gli altri.
Programmi che, per dirla con Gad Lerner, il lunedì di una disfatta epocale di un governo procedono a discutere di dieta mediterranea e di delitti (...e su TUTTE le reti Mediaset, mentre piovevano da sondaggisti e Viminale i dati sull'affluenza, sui SI e sui NO, andavano in onda films d'antan... Taf)
Facendo, guarda caso, shares imbarazzanti… insomma, lo stesso effetto del TG1 comparato con un TG che, benchè non sia nulla di stratosferico, rispetti però almeno le più elementari regole della notizia, che poi consistono esclusivamente nel darla in maniera neutra. Insomma, pare proprio che stia cambiando il vento, un bel vento attento all’autorevolezza di chi parla e che verifica punto per punto i diversi punti di vista in maniera critica: il vento del meglio della rete.
Certo, nella stessa rete si nascondono geni, idioti e buffoni: a differenza di quanto avviene in TV, però, gli elementi utili a valutare le frasi di chiunque sono identicamente presenti nello stesso mediium.
E allora ? Se fate partire un ventilatore, anche i Mythbusters hanno verificato il fatto che il guano si sparge ovunque: oggi, a quanto pare, il ventilatore si sta lentamente trasformando in una vera e propria galleria del vento. E da quella, sappiate, il guano si spande in maniera decisamente più efficiente… meglio che qualcuno lo dica alla “signora” Lei ed al signor Vespa, perché se cambia, cambierà in maniera traumatica per molti.
Credo che gli accessi al Tafanus negli ultimi giorni siano solo l’ufficializzazione del processo di spostamento e democratizzazione da un medium vecchio a uno nuovo: benvenuto, Tafanus, benvenuto in questo nuovo agone.
Axel
Solo un commento, su quanto magistralmente illustrato da Axel: a coloro che hanno sempre blaterato di ininfluenza della TV sulle scelte politiche, e che hanno portato a dimostrazione del curioso assunto le due vittorie di Prodi, vorrei dire che non abbiamo la controprova. Forse se l'85% delle TV fosse stato schierato con Prodi, contro Berlusconi, le vittorie sarebbero state più ampie, o sarebbero state tre, o quattro, o il berlusconismo sarebbe morto in culla... Chi può dirlo?
Sulla rete: come tutti sanno, sono stati per anni un "frenatore di entusiasmi", ed ho sempre cercato di ricordare la forza relativa, in termini di numeri, fra rete eTV. Questa volta il web ha superato la massa critica. Non tanto per una questione di numeri (la rete resta fortemente minoritaria), ma per una questione di creatività, e, per alcuni siti, fra i quali metto presuntuosamente il nostro, di pluralismo e di serietà.
Ma tre sono i fenomeni che si sono verificati in questi ultimi mesi:
-a) è scattata l'interazione fra blogs e social networks come facebook, dove il passaparola ha assunto dimensioni impressionanti. Per dirne una, nel giorno degli scrutini, sul Tafanus oltre 4.000 visite sono state veicolate da facebook;
-b) una volta i blogs erano solo dei "parassiti" di TV e giornali. Da qualche tempo, capita che la TV si nutra spesso della creatività della rete (vedi Sora Cesira), e persino della capacità della rete di fare informazione. Non è una novità che il rumore che c'è stato sulla denuncia nei confronti di Maroni è partito da noi, ed è salito per li rami. Così come le inchieste su San Precario sono state prima snobbate, poi accolte e divulgate - a volte dimenticandosi di citare la fonte - persino da un forum RAI, e - absit iniuria verbis, dal Geniale...
-c) Last but not least: ogni anno arrivano al primo voto circa 600.000 nuovi elettori. Una volta sedotti dal "ghe pensi mi", ma che ora, schiacciati dalla mancanza di prospettive e dalla vergogna, si stanno rivoltando contro l'uomo del fare, e hanno scoperto nella rete, anzichè nell'inutile tubo catodico, il luogo della discussione e della rivolta. E la rivolta, da virtuale, fin dalle amministrative, si è trasformata in reale. Pacifica, ma reale. Tafanus
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