In questo periodo se ne sono sentite di tutti i colori: a partire dalle centrali nucleari “pulite” passando dai drammatici costi del fotovoltaico.
Sgombriamo il campo alle dimostrazioni di incompetenza dei nostri pseudo esperti e dei governanti incapaci, in primis il ministro Romani, definendo una volta per tutte i costi che gravano sulla bolletta elettrica ed i vantaggi e svantaggi del fotovoltaico comparati a quelli del nucleare:
1) Ad oggi il costo medio delle tariffe incentivanti da installazioni fotovoltaiche in bolletta si aggirerebbe, alla fine degli 8 GW di conto energia, attorno agli 8 euro, per un totale medio di 32 euro annui iva inclusa ad utenza. Altri 6 miliardi (e qui Romani non lo dice) sono gentilmente regalati alle major petrolifere, Moratti in testa, che oltre che inquinare il terreno (vedi petrolchimico di Mestre) ricevono contribuiti per generare energia bruciando le scorie di raffinazione del petrolio, materiali che altrimenti andrebbero smaltiti: incentivi che sono in vigore SOLO IN ITALIA.
2) I pannelli fotovoltaici non possono contribuire in nessuna maniera al riscaldamento globale, se non al momento della loro produzione. In effetti, essendo l'effetto fotovoltaico un semplice processo di trasformazione ad efficienza non unitaria, una aliquota della radiazione solare si trasforma in energia elettrica a causa di un effetto di movimento elettronico. Pertanto, una parte della radiazione solare scalda il pianeta, ed una parte si trasforma in energia elettrica che solo successivamente diventerà (in ogni caso) calore. Il vantaggio è che nel frattempo la possiamo utilizzare come energia… non male, vero ?
3) Per chiarire il concetto, l’Italia ha aderito ad un accordo (quello di Kyoto) che, giusto o sbagliato, è stato controfirmato dal nostro governo. E questo protocollo di abbattimento delle emissioni inquinanti prevede che si paghino le emissioni eccedenti il 20% in meno di quelle generate al momento della sottoscrizione dell’accordo: è ben vero che Cina, India e Stati Uniti (fra gli altri) non hanno ritenuto opportuno sottoscrivere questo protocollo, ma ovviamente una regolamentazione più restrittiva in termini di dazi da CO2 potrebbe facilmente risolvere il problema. Siccome però ovviamente chi emana le leggi è il parlamento, oggi impegnato a bloccare ben altro, temo che si sia ben lontani dal deliberare una simile soluzione.
4) SI straparla di costi “inferiori” legati al nucleare: la EIA in realtà afferma l’esatto contrario, come ben esemplificato da questa analisi in cui si evince che l’elettricità nucleare ha costi simili a quella generata dall’eolico [vedi EIA.gov], e tutto questo senza considerare i costi di decommissioning, che sono in genere da tre a quattro volte quelli di costruzione, e quelli di storaggio del materiale esausto che porta ad incrementare i costi di produzione di circa il 75%. Pertanto (leggete anche questa analisi, sempre (sempre fonte EIA) alla fine del giro l’energia elettrica generata da nucleare costa decisamente di più rispetto a quella eolica.
5) L’energia nucleare è sempre disponibile ? Sinceramente, se si osservano le statistiche di offline relative alle centrali (per esempio francesi) non si direbbe: la centrale di Meudon, per esempio, ha avuto dei tempi imprevisti di offline nel 2009 pari a 1.481 ore/anno. In altri termini, in poco meno del 17% del tempo totale disponibile la centrale è stata messa in condizioni di produttività nulla per problemi tecnici. Chi lavora in una centrale sa bene che mediamente questi sono i tempi di offline medi, quindi la storiella per cui “abbiamo bisogno” del nucleare di notte è una bufala bella e buona.
6) Lo sapevate che l’Italia è in realtà autosufficiente dal punto di vista della potenza elettrica producibile ? Immagino che ora i “futuro nucleare” si alzeranno piccati per questa affermazione. Beh, se questi pseudo esperti avessero avuto tempo (in tre mesi si fa fatica ad acquisire una sufficiente familiarità con l’argomento) di leggere il presente documento, scritto peraltro da noti antinuclearisti (Terna SpA), farebbero questa fantasmagorica scoperta e scoprirebbero inoltre che importiamo da Svizzera, Francia e Slovenia elettricità notturna solo perché la notte… costa meno alla società di distribuzione. Quindi, la nostra presunta “dipendenza” dal nucleare estero è solo un sistema per incrementare le marginalità di una S.p.A., e permettere alla stessa di dichiarare che una sufficiente percentuale di produzione risulta formalmente a zero emissioni in CO2. Dico formalmente perché in realtà sarebbe utile leggere il punto 9 relativo ai gas serra…
7) Si sentono valutazioni incredibili legate al fatto che i pannelli fotovoltaici vadano smaltiti come rifiuti speciali alla fine della loro vita utile: in realtà dopo circa 30 anni (in cui i costruttori garantiscono almeno l’80% della prestazione iniziale) i pannelli sono materiale facilmente recuperabile e riutilizzabile senza alcun rischio o problema.
8) La fissione, invece, è un processo altamente entropico: il decadimento radioattivo, in effetti, è un fenomeno naturale solo se si fa riferimento all'isotopo naturale U238, mentre nella stragrande maggioranza delle centrali nucleari risulta necessario l'utilizzo di U235, prodotto tramite centrifugazione o diffusione gassosa. Che, manco a dirlo, sono processi entropici a bassissima efficienza e quindi generatori di calore.
9) Vorrei che fosse chiaro che una turbina a vapore surriscaldato interna ad una centrale nucleare necessita di raffreddamento in quanto la temperatura di esercizio interna ad un reattore è spesso superiore agli 800 °C, pertanto l'espansione finale a bassa temperatura all'interno della girante risulta spesso antieconomica, benché più efficiente. Questo accade in quanto lo sfruttamento completo dell’energia termica del vapore surriscaldato necessiterebbe di un'area di condensazione e di strutture enormi. Per risolvere il problema si utilizzano o acque correnti o torri di raffreddamento, che in una centrale a combustibile fossile sono inutili, stante la temperatura di esercizio nettamente inferiore. Quindi, dal punto di vista del vantaggio in termini di emissione di gas serra, (di cui il vapore acqueo è una parte, ricordiamocelo) le centrali nucleari sono un affare decisamente poco brillante. Ed in caso di incidente le centrali raffreddate con acque correnti (mare o fiumi) garantiscono solo un’eccellente diffusione del materiale fissile… (Fukushima docet... Taf)
10) Ad oggi il problema dello stoccaggio NON è stato risolto da alcuna nazione. Richard Muller, consigliere nazionale americano certamente a favore del nucleare, ammette (sul libro "fisica per i presidenti del futuro", pag. 149) che per definire accettabile lo stoccaggio del materiale fissile dobbiamo valutare statisticamente quale possa essere la garanzia di non sversamento esterno al sito nei prossimi 28.000 anni del materiale non riprocessato. Al momento negli USA ne vengono conservati circa 77.000 tonnellate, di cui il 34% di plutonio 239 (emivita 24.000 anni). Va detto che in ogni area di stoccaggio (per esempio Tricastin, in Francia (Fonte: archivionucleare.com) il livello di radioattività nella zona risulta comunque 4,2 volte superiore alla radioattività media della zona, elemento che indica evidentemente un lieve passaggio di radiazioni dalle zone interrate all'esterno. E questo dopo circa 40 anni, non 24.000 (ed in ogni caso fra 24.000 anni la radioattività del plutonio non si sarà azzerata, ma solo dimezzata). Cioè, in altri termini, se ci fermassimo oggi nello stoccaggio, negli Stati Uniti nel 2011 disporremo di "sole" 13.090 tonnellate di plutonio 239 ancora efficienti ed attive. Siete più tranquilli, vero?
11) Le centrali di IV generazione, per esempio quelle autofertilizzanti a letto di sfere, hanno il vantaggio di generare da sole il proprio combustibile. Già, peccato che producano plutonio quale materiale di scarto: in altri termini alla fine abbiamo una quantità industriale di scorie altamente radioattive per lungo tempo, sempre da stoccare in qualche maniera o da utilizzare in combustibili complessi tipo MoX. Esattamente il materiale in meltdown a Fukushima, che si sta disperdendo in mare senza che nessuno possa fare nulla.
12) Vero, le centrali di IV generazione (quelle che il genio Scajola, ha definito di terza generazione e mezza sono solo delle centrali di terza con miglioramenti nelle procedure di sicurezza, fra l'altro non molto diverse da quelle che evidentemente a Fukushima non hanno funzionato un granchè...) sono state realizzate in maniera tale da avere un coefficiente di temperatura negativo: in altri termini, se giungono a riscaldarsi troppo, si spengono. Un vantaggio non da poco in termini di sicurezza, ma in ogni caso utilizzano combustibili sostanzialmente simili agli attuali, che generano scorie o necessità di ritrattamento. Esattamente quello che non vogliamo far fare all'Iran: in altri termini, i reattori self feeding sono alla base della tecnologia per la produzione di materiale fissile per armi tattiche. Siamo sicuri che vogliamo lasciare in giro del materiale fissile ideale per la realizzazione di una bella bomba ad implosione ? Oppure siamo sicuri di voler appoggiare le logiche francesi, che nel momento in cui si sono trovati a disporre di plutonio in eccesso hanno deciso di fare un paio di esperimenti nucleari a Mururoa?
Pensateci bene prima di scegliere il mare, domenica. E ricordate che qualche genio della lampada (basso ed abitante ad Arcore) pensa che un uomo con la bomba atomica abbia un notevole appeal con le donne, vedi (Vedi mio post sul Tafanus)
Alex Cariani
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