Ma guarda un po’. Vorrei ricordarvi quello che su questo blog si scriveva il [3 aprile 2010] ed il [16 febbraio 2010]. E che ne dite di questa, del [26 Giugno 2010]?
Oggi, potenza degli astri, Moody’s certifica che il “governo del fare” ci ha ufficialmente portato ad un passo dalla Grecia: il commissario Juncker avverte che siamo ufficialmente nei guai se non procediamo ad una manovrina strutturale di 46-60 miliardi (Repubblica del 18/10/2011)
...orpo, esattamente quelli di cui si parlava in questo blog UN ANNO FA...
Allora, o siamo i veri eredi del mago Zurlì (che ci volete fare, abbiamo una certa età…) oppure il nostro “autorevole” ministro del tesoro sarebbe ora se ne andasse a casa, insieme a chi nella maggioranza (e anche nell’opposizione, aggiungiamo) l’ha sempre incensato per la sua “attenzione” al bilancio.
Attenzione al bilancio? ma per favore… tagliare indiscriminatamente non è un lavoro da statista, ma solo da ragionierucolo (non me ne vogliano ovviamente i ragionieri…) incapace di pianificare alcunché, atteso il fatto che i cittadini pagano per ricevere servizi, e non due dita negli occhi.
Sovvenzioni a pioggia per le aree utili a raccogliere voti negli ambiti di interesse (soldi alle scuole private a scapito di quelle pubbliche, regali alla chiesa cattolica che si è svenduta per fare cassa, eccetera…) e strette alle spese correnti, in primis quelle legate ai servizi… Un esempio? Tagli del 35% sulle spese correnti per la giustizia, per esempio sui carburanti alle forze dell’ordine e sulle spese di minuta per i tribunali, ed aumenti del 28% in conto economico per la missione in Afganistan.
Tenete conto che tutto ciò si realizza in un governo che aveva dichiarato nel programma di governo di iniziare un processo di limitazione delle spese correnti, per esempio eliminando quella fabbrica di poltrone che sono le provincie, che valgono circa 10 miliardi di spesa corrente.
Geniali, vero? E lo ricordate che esiste un ministero per l’attuazione del programma di governo? Che dovremmo dire di questa coppia di campioni che risponde al nome di Gianfranco Rotondi e Daniela Garnero (Santanchè), presenzialisti alla morte in tutte le trasmissioni televisive mentre sono totalmente evanescenti nel loro lavoro di amministratori?
Mamma mia. Titolavamo “L’obiettivo grosso non è la dracma” e ci siamo sentiti dire dall’incompetente di Arcore che eravamo uccelli del malaugurio e oggi Repubblica titola: “Non c’è solo la Grecia nel mirino”.
A dicembre 2010 abbiamo dovuto sentire frasi del tipo “dobbiamo garantire stabilità di governo in questa congiuntura" (Sito: "Governo Informa"), e ovviamente dopo sei mesi registriamo solo una serie di proposte di legge… atte a garantire mani libere al buffone capo, che ci sta massacrando gli zebedei con la sua “lotta” contro i comunisti, i giudici e quelli che lo odiano mentre lui ama tutti.
I numeri, signori, dimostrano indiscutibilmente che questo governo, composto di INCAPACI nominati da un INCOMPETENTE, sia stato assolutamente INUTILE e disastroso per questa nazione. Queste sono le vere tre I. Chi ricorda quello che affermava il buffone relativamente al merito opposto all’incapacità dovrebbe tenerne debito conto.
Axel
A quanto scritto da Axel (e che condivido totalmente) voglio aggiungere solo questa notizia, fresca di giornata, su quanto ci costa il regalo di Tremonti del 2003 agli evasori fisacali (il c.d. "condono a rate"):
Possono sperare di farla franca almeno per altri 12 anni i furbetti del condono a rate e dei «ruoli rottamati». A otto anni di distanza dai maxi condoni della Finanziaria 2003, lo Stato deve ancora incassare 4,2 miliardi da quanti hanno rateizzato l'importo spesso fermandosi alla prima rata. Una perdita secca (al momento) per l'erario e una beffa doppia per i contribuenti onesti, quelli che non avevano niente da condonare e che hanno pagato per intero le tasse, ma che adesso non possono neppure contare su risorse pubbliche magari utili a ridurre i tagli in arrivo. Quei 4,2 miliardi, infatti, valgono potenzialmente il 10% della maxi manovra di contenimento dei conti pubblici imposta dalla Ue.
Arrivano dalla Corte dei conti gli ultimissimi dati del parziale flop del recupero delle rate del condono ex legge 289 del 2002. Un rapporto puntiglioso, inviato a buona memoria al Parlamento e finito in bella vista sui tavoli governativi. Anche se con un «dato incontestabile di partenza: il buon esito quantitativo del condono in questione», ammettono (ma non giustificano) i magistrati contabili ricordando i 26 miliardi di incasso previsto, i 20,8 riscossi e, appunto, il gettito ancora da colmare rispetto ai condoni varati tra mille polemiche dall'allora secondo gabinetto di Silvio Berlusconi. [...] (Fonte: IlSole24Ore)
Tafanus
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