E’ ufficiale, ci siamo arrivati. Noi “profeti di sventura” che vaticinavamo da almeno un paio d’anni l’avvicinarsi del default di questa italietta gestita dai dilettanti delle tre I, dobbiamo purtroppo misurare quanto fossero precise le valutazioni fatte a suo tempo.
Il tafanus, peraltro, ha identificato in maniera estremamente precisa l’insostenibile leggerezza della manovra finanziaria imbelle decisa da un manipolo di incapaci con un solo obiettivo chiaro in mente, quello di salvare lo status quo della casta e della propria sedia.
Il risultato lo stiamo vedendo tutti, e quelli che non trovavano nulla di negativo nei bunga bunga notturni del gruppo decerebrati hanno abbondanti dati per verificare che la ricerca spasmodica del consenso frutto di notizie addomesticate ci ha di fatto sparati nell’abisso dei PIIGS. Del resto in 11 anni il debito pubblico è stato incrementato del 45%, 11 anni gestiti sostanzialmente in toto da governicchi Berlusconi, senza alcuna logica amministrativa se non quella dell’indebitamento a favore delle cricche.
Fa specie che vi siano ancora supporter di un ministro incapace quale Tremonti che ha pensato di poter gestire periodi di crisi sistemica con l’abbattimento tout court della spesa pubblica ma non di quella politica: eh già, tagliare nell’ambito dei servizi agli elettori tendenzialmente del centrosinistra è un merito, non dimostrazione di incapacità, hanno pensato i geniazzi ai ministeri. Ed invece le cose non stanno così: in realtà tagliare indiscriminatamente ha portato in primis al tradimento delle dichiarazioni sulla “sicurezza”, per cui le spese correnti legate al controllo del territorio sono andate a picco diminuendo del 45% (fonte SIULP).
Buffoni.
Ci si aspetterebbe che in parallelo i conti statali beneficiassero di questi tagli indiscriminati: invece, il nulla, PIL a picco e disavanzo alle stelle con un debito pubblico astronomico ed in continuo aumento. E’ come se avessimo una vasca da bagno da riempire senza mettere il tappo ed al posto di chiudere le perdite decidessimo di aprire 6 rubinetti: sulla base di una decisione del genere, credete che i mercati possano decidere di darci fiducia prestandoci soldi a tassi ragionevoli? E’ chiaro, la risposta è negativa. Nessuna persona sana di mente potrebbe decidere altrimenti, stante la conclamata ed evidente incapacità del presidente del consiglio e dei suoi imbelli leccapiedi ministeriali.
Ed ora siamo al redde rationem.
Nei corridoi della borsa di Milano si sussurra che il vero problema è l’incapace di Arcore. Davanti ad un governo retto da una personalità autorevole sarebbe lo stesso mercato a concedere la necessaria pausa utile a lanciare una manovra economica seria e rispettosa dei cittadini, con l’obiettivo principe di radere al suolo una volta per tutte questa tirannia partitocratica che DEVE FINIRE !!!
SE NON ORA, QUANDO ?
Oggi, adesso, in questo momento: chi deve scegliere, scelga. Uno strappo costituzionale ? Abbiamo l’assoluta necessità di un nuovo esecutivo, non politico, che cambi le regole falsate di questo gioco e ci renda la nazione, oggi in mano al più disgustoso gruppo di incapaci mai visto, che ha distrutto una generazione e sta minando le più elementari norme del vivere civile.
Alex Cariani
Una sola considerazione, in aggiunta all'articolo di Alex Cariani, perchè stamattina ho sentito in giro due segnali preoccupanti.
Il primo: la colpa è del termometro, e cioè delle società di rating. Qualcuno mi ha citato le colpe delle suddette sul caso Argentina, dimenticando che la colpa delle società di rating è stata, in tal caso, di segno opposto: troppo tardi il "warning" sul debito sovrano, banche (anche italiane) che hanno classato titoli argentini a piene mani sui privati, liberandosene prima del default, e default avvenuto su iniziativa del Governo argentino, non certo delle società di rating.
Il secondo: qualcuno si è arrapato per i rimbalzi di ieri e di oggi, senza preoccuparsi più di tanto di collocarli nella catastrofe della borsa che è in atto da quattro mesi e mezzo. Se collochiamo questi rimbalzi nel grafico a sei mesi e a 5 giorni, la portata del "Grande Rimbalzo (che noi abbiamo colpevolmente ignorato), appare in tutta la sua insignificanza.
Riportiamo i due grafici, ma invitiamo anche alla lettura dell'articolo di Eugenio Scalfari su Repubblica di oggi. Quindi plachiamo i nostri entusiasmi, per piacere. Tafanus
Grafico a sei mesi: crollo del 21%
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Grafico a 5 giorni: il "rimbalzo"
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"...C'è una sola cosa da fare e da fare immediatamente: anticipare con decorrenza immediata le operazioni collocate nel 2012 e nel 2013. Anticiparle per un ammontare di almeno 10 miliardi puntando soprattutto sul taglio di spese e non su inasprimenti fiscali. Insomma elevare la manovra per il 2011 dagli attuali due miliardi a dodici. Questo deve proporre Tremonti al governo del quale è parte e questo deve ottenere. La manovra così emendata è quella che il Parlamento deve approvare. Diversamente approverà un documento scritto sull'acqua, privo di qualsiasi attuale efficacia. Dopodiché sia il presidente del Consiglio sia il ministro dell'Economia dovrebbero sgombrare il campo. Di danni ne hanno fatti fin troppi. Il loro ritorno a casa sarebbe l'unico regalo che dovrebbero fare al paese" (Eugenio Scalfari - 13 luglio 2011)
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