Facciamo un’ipotesi tutt’altro che peregrina: voi, azienda X, fornite un bene all’azienda Y che lo riceve, lo usa (o lo vende), e successivamente decide di non pagare la fornitura. Voi, come azienda fornitrice, avete l’obbligo di effettuare le seguenti azioni:
- Inviare una lettera di sollecito di pagamento;
- Inviare una raccomandata definita tecnicamente “messa in mora”;
- Procedere con una richiesta di decreto ingiuntivo;
- Attendere 40 giorni in maniera che lo stesso sia notificato all’azienda che non ha pagato;
A questo punto, in ogni altra nazione del globo terracqueo, l’azienda debitrice, non avendo mai contestato la fornitura, sarebbe costretta a pagare la fattura sospesa oltre alle spese effettuate per il recupero del credito: beh, in Italia, no. Basta che la stessa azienda debitrice si opponga al decreto ingiuntivo con una qualunque scusa (anche le più incredibili…), e che vi comunichi “ne parliamo fra otto mesi” per far slittare qualunque discussione di cotanto periodo: sottolineo che lo spostamento della discussione… lo decide il debitore. Fantastico.
A questo punto, il creditore aspetta che si discuta la causa nelle apposite sedi Causa che può (ovviamente) slittare per un qualunque motivo: che ne so, uno sciopero degli avvocati (è successo anche questo), uno sciopero dei magistrati, oppure semplicemente perché quel giorno il giudice a cui è stata delegata la causa è assente.
Orbene, passata che sia la fatidica prima discussione, il giudice, se si evidenziano chiari indicazioni, può decidere di rendere provvisoriamente esecutivo il decreto ingiuntivo emesso, facendo procedere la discussione, se le due parti continuano il litigio, anche successivamente alla escussione del credito da parte del creditore.
Nulla impedisce, naturalmente, che in fase di dibattimento si decida di dare ragione ad una parte o all’altra: resta il fatto che in genere la decisione di obbligare il debitore a saldare la fattura annulla di solito l’oggetto del contendere, in quanto la legislazione Italiana permette che il debitore cerchi in tutti i modi di posticipare il pagamento delle fatture con metodi chiaramente dilatori che in genere garantiscono circa 4 anni di spostamento dei debiti.
Lascio a voi immaginare che cosa comporti questo in termini di garanzie di pagamento: ovviamente le multinazionali, annusata la situazione Italiana, si guardano bene dall’aprire insediamenti produttivi nel Belpaese, visto che di certo, come è ben noto, ci sono solo le tasse… ed il fallimento delle aziende che vantano grandi crediti ma non possono incassarli. Ora, va sottolineato che nel caso in cui l’azienda debitrice abbia debiti superiori ai crediti, è giocoforza dichiarare lo stato di insolvenza: chiaramente, essendo in Italia depenalizzato il falso in bilancio, è facile taroccare i conti, far sparire all’estero i soldi (magari acquistando film a prezzi gonfiati ad Aruba) e dichiarare il fallimento dell’azienda spoliata, in perfetto stile “viva Sansone e muoiano tutti i fornitori”.
Ergo, da almeno un paio d’anni si osserva una progressiva variazione delle modalità di pagamento delle aziende fornitrici sia di beni che di servizi, che al momento dell’ordine comunicano “pagamento anticipato”, ovviamente sia nel caso in cui si tratti di società serie che di banditi. Risultato: investimenti a picco, incertezza negli investimenti, aziende che si spostano all’estero, PIL in caduta libera. Tutto questo grazie ad un parlamento che genera codesti obbrobri giuridici e che costa quel che costa, sia in termini economici che di prebende inconcepibili.
Ora, come vogliamo definire questa “geniale” soluzione (mi riferisco alla cosiddetta norma “salva fininvest”) proposta da questa banda di incapaci e relativa alla obbligatorietà di disporre i pagamenti da parte dei debitori solo dopo il terzo grado di giudizio passato in giudicato?
Chi legge il Tafanus ed il sottoscritto sa che segnaliamo da anni che questo governo, oltre che di onestà, manca soprattutto di capacità organizzativa e di gestione, e questa propostina di legge ad personam (o ad aziendam) non solo è disgustosa dal punto di vista morale in quanto mischia indecentemente fatti personali alla gestione di uno stato, ma è anche assolutamente idiota dal punto di vista giuridico (differenziando i livelli di debito si rende la legge anticostituzionale) e chiaramente imbecille dal punto di vista delle devastazioni commerciali e gestionali che genera.
La risposta del presidente del coniglio ? “Una regola sacrosanta”, "giusta, ma la ritiriamo".
Certo, dopo che se ne sono accorti anche i leghisti, risulta più opportuno ritirare una norma che avrebbe protetto le seguenti tipologie di “imprenditori”:
- Quelli che prendono i beni a sbafo;
- Quelli chi ammazzano gli imprenditori e le loro aziende non pagando le forniture.;
- Chi fa in modo che i dipendenti degli imprenditori di cui sopra siano messi in cassa integrazione e successivamente in mobilità;
- Quelli che utilizzano un bene di tutti (le frequenze televisive) a proprio esclusivo tornaconto, e piazza uominicchi in Rai per la gestione della bugia istituzionalizzata.
Prendiamo quindi atto non solo della incapacità gestionale di questi squallidi personaggi, ma anche della conclamata miopia e scarsa preparazione relativa alle responsabilità che dovrebbero avere, schivate furbescamente solo per non giocarsi la poltrona. E' così che la Grecia si avvicina a spron battuto. Abbiamo però la certezza che questo incapace, capace di rinnegare una norma infilata fra le righe di una manovra devastante ed inconcludente dietro sua pretesa di reuccio, all’ultimo momento salterà dal treno in corsa.
E muoiano gli Italiani, insieme a tutti i filistei.
Axel
Una sola doimanda: qualcuno sa dirmi se il nuovo segretario di Berlusconi, tale Agnellino Alfano (denominato impropriamente "Segretarioe del Partito degli Onesti") abbia comunicato ufficialmente quale sia la posizione del Partito degli Onesti circa questa magliarata? Grazie. Tafanus
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