I fondamentali: Al di la delle minchiate raccontate dall'accoppiata Berlù & Tremò nei convegni, nelle riunioni dei fedeli, e nelle interviste ad Emilio Fede (che recepisce e riporta senza fare domande), i dati della cruda realtà sono i seguenti:
-a) Il debito pubblico è salito ad un nuovo massimo storico (1900 miliardi di euro, pari a 3 milioni e settecentomila miliardi di lire). Una cifra difficile non solo da immaginare. ma persino da scrivere. Ci provo: Lit. 3.700.000.000.000.000. In altri termini, appena nasce un bambino, ha già un debito di 61,7 milioni di lire. Appena muore un vecchio, il suo debito non si estingue, ma si "spalma" su chi, purtroppo, si ostina a voler campare.
-b) Il rapporto deficit/PIL è al 4,6%, contro il massimo del 3% previsto dai parametri di Maastricht. Il 53,3% più alto del consentito.
-c) Il debito pubblico italiano è arrivato al 120,6% del PIL. Più del doppio di quella barriera del 60% prevista dai parametri di Maastricht.
-d) I conti italiani del magnifico Tremonti (quello che l'Italia ha fatto meglio e di più degli altri) ci mettono in lista d'attesa per un probabile default, dopo Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna. Non per niente, da quest'anno l'Italia (che - ricordiamolo ancora una volta - secondo Berlù e Tremò - ha fatto di gran lunga meglio di tutti gli altri) in Italia il servizio del debito pubblico costa 220 punti-base in più che il debito tedesco. Traduzione: se fossimo la Germania, gli interessi sul debito ci costerebbero 42 miliardi di euro in meno. All'anno. In altri termini, l'insipienza del duo tragicomico Belrù e Tremò ci costa OGNI ANNO una manovra occulta grande quanto la "manovra spalmata" sul centro-sinistra varata da questi imbroglioni. Per riferimento: l'ordine di grandezza è di oltre 80.000 miliardi di lire, e cioè lo stesso delle finanziarie-monstre fatte da Amato e Ciampi negli anni '90. Solo che quelle erano della manovre una-tantum (quella di Amato fatta per salvare la lira, quella di Ciampi per portarci nella zona euro). Quelle di adesso dureranno finchè i mercati diranno che i btp italiani di comprano solo se rendono 2,2 punti in più dei bund tedeschi di uguale durata.
-e) La "manovra", già largamente insufficiente nella prima stesura a risanare i conti pubblici italiani, sta già perdendo i pezzi strada facendo. Del taglio ai costi della politica non si parla più. I ministri non rinunciano neanche a quei quattro soldi in più che prendono rispetto ai parlamentari. Della cancellazione dei vitalizi se ne riparlerà più avanti. Con comodo. Persino una piccola stronzata come quella della "supertassa" sui SUV oltre i 230 HP di potenza è cambiata. Adesso la supertassa è riservata solo ai SUV che superano i 301 HP. Saranno cinque, in tutta Italia. Non è magnifico? Nel frattempo (e per fortuna) l'allungamento dell'età pensionabile per le donne si "spalma" sulla bellezza di 21 anni (un quinto di secolo): arriverà a compimento nel 2032. Mentre i tagli di fatto all'occupazione partono da subito. Non sotto forma di licenziamenti, ma sotto forma di eliminazione del turn-over per tantissime categorie, e di mancati rinnovi a contratti di precari (che sono una marea). Berlù e Tremò sono convinti che l'economia possa crescere continuando a tagliare il reddito dei poveracci, ed il numero dei poveracci che questi redditi da fame percepiscono.
-f) Quattro conti sull'ipotesi della mitica "riforma fiscale" (annunciata ogni 6 mesi da 17 anni) ci dice che siamo alle solite: ai poveraggi spetterebbe una fettina da 300 euri in più all'anno, a coloro che guadagnano oltre 100.000 euro all'anno andrebbe una fettona da 3500 euro. I Robin Hoos all'incontrario de noantri sono di nuovo all'opera.
La "spalmatura" - Ma veniamo all'aspetto più magliaresco della manovra: 1,5 miliardi quest'anno (cioè niente); 5,5 miliardi l'anno prossimo (cioè quasi niente); poi, a chi avrà la fortuna di governare nel 2013 e nel 2014, spetterà il privilegio di farsi carico del altri 40 milardi di euro. Vogliamo calcolare la stangata per abitante, anno per anno?
2011: 25 euro a testa (una pizza margherita e una birra piccola) all'anno;
2012: 92 euro all'anno a persona (una giornata di mezza pensione in un albergo medio in Croazia)
2013 e 2014: 333 euro pro-capite nel 2013, che saliranno a 667 nel 2014.
Per una famiglia di quattro persone, sono, a regime, 2667 euro all'anno in meno. cioè 430.000 lire AL MESE in meno per nucleo familiare medio.
Viva li taglia di Berlù & Tremò.
Ma i mercati hanno almeno apprezzato? No, non hanno apprezzato:
Per l'entità della manovra, largamente insufficiente, e già soggetta a "sfrondamenti" per categoria. 1,5 miliardi di euro saranno un fantastico abbassamento del debito da 1990 miliardi a 1988,5 miliardi. No, i mercati non sono disposti a farsi prendere per il culo da un commercialista della Valtellina. Pareggio di bilancio? Tagliando complessivamente, in quattro anni, spese pari al 2,8% del PIL? Cioè, in media, 0,7 punti all'anno? Ebbene, anche a casa della mia colf il pareggio di bilancio, partendo da un deficit del 4,5% del PIL, a botte di tagli dello 0,7% si ottiene non in 4 anni, ma in quasi sette anni. Basta fare una divisione. E fatti salvi ulteriori aumenti di spesa (per esempio, per il costo del servizio del debito pubblico, e per la dimunuzione delle entrate fiscali, dovuta a diminuzione del numero degli occupati, e del reddito degli occupati rimanenti).
I mercati hanno apprezzato talmente poco che ieri, a mercati aperti, la Standard & Poor's ha partorito delle riflessioni non esaltanti sulla "manovra". Leggiamo da Quotidianamente.net di oggi:
[...] le incomprensioni fra agenzie di rating e autorità non nascono ora, ma nelle ultime ore stanno toccando un picco di tensione. Il governo guarda al risanamento soprattutto dal lato dei tagli di spesa e del riassetto del carico fiscale. Standard & Poor’s, la più influente delle tre grandi agenzie di rating, pensa invece che nessuna stretta di bilancio basti a ridurre il debito senza uno sforzo perché l’economia cresca di più. Giovedì verso le otto di sera, l’esecutivo ha approvato la manovra e uno schema di base per la riforma fiscale. Ieri alle tredici, da Londra Standard & Poor’s ha risposto che quelle misure probabilmente non eviteranno all’Italia un taglio del rating — il giudizio sull’affidabilità del debito — a meno di altri interventi «affinché il Paese realizzi il suo potenziale economico».
Pensate che Berlù & Tremò abbiano avuto un sussulto di dignità? Niente affatto! anzichè guardare verso la luna, si sono messi ad indicare il dito che indicava la luna. Il celebrato ex sottosegretario tremontiano Giuseppe Vegas, italoforzuto DOC, ora presidente della Consob, si è affrettato (su mandato dei due padroni?) ad inviare un messaggio intimidatorio alle agenzie di rating, in perfetto stile mafioso:
[...] ma l’ultima parola, per adesso, spetta di nuovo a Roma. Questa volta dalla sponda delle autorità indipendenti, non dalla politica: ieri poco dopo le otto di sera, a 24 ore dal varo della manovra, la Consob ha fatto sapere ufficialmente che avrebbe «convocato Standard &Poor’s per lunedì». Di recente approdato alla guida della Consob dai vertici del ministero dell’Economia, Giuseppe Vegas ha alcune domande per gli analisti di Londra. Vuole capire perché l’agenzia sia intervenuta a Borse aperte, provocando sussulti sui prezzi. Vuole anche chiedere ai responsabili del rating perché abbiano parlato senza aspettare che il testo finale della manovra fosse pubblicato in Gazzetta Ufficiale (ci arriverà all’inizio della prossima settimana). Soprattutto, Vegas ieri sembra aver messo una cura particolare nel far sapere pubblicamente di aver invitato nel suo ufficio i signori del rating: lo ha fatto anche per quelli di Moody’s, convocati per la fine della prossima settimana per spiegare la scelta del 23 giugno (a Borse chiuse) di esprimere i loro dubbi sulle banche italiane [...]
Ma [...] non è neanche la prima volta che S&P’s, spesso sollecitata dai media, commenta a caldo il giorno dopo una manovra. A maggior ragione lo ha fatto altre volte in fasi come questa, in cui il rating dell’Italia è sotto osservazione per un possibile taglio. Perché secondo S&P’s il punto è qui: il debito pubblico dell’Italia ha superato il 120% del Pil, e la pura austerità non basta più a farlo scendere. Neanche quella nella sua forma più severa. L’agenzia di rating ricorda nella sua nota di ieri che la crescita del Pil per abitante in Italia fra il 2005 e il 2011 è stata negativa dello 0,9% all’anno: il reddito procapite è calato. Secondo S&P’s occorrono «riforme molto più sostanziali per incoraggiare gli investimenti privati e allineare i salari con la produttività». In mancanza di ciò, continuano gli analisti, «la creazione di ricchezza non basterà a produrre significative riduzioni nel rapporto fra debito e prodotto interno lordo». È possibile che gli Stati, non solo l’Italia, siano tentati di sparare al messaggero di brutte notizie del genere. O che, dopo le crisi di questi anni, le autorità siano impegnate a ridimensionare il potere di entità private e a volte opache come le agenzie di rating. Il sistema fin qui ha conferito loro un potere enorme. Vegas, lunedì, farà capire che non è illimitato.
Ecco, questo è ciò che io definisco un messaggio intimidatorio, di stampo mafioso. Poichè non credo che S&P's e Moody's vorranno dare a Vegas un messaggio esplicito, ci provo io:
-a) Le società di rating non hanno l'obbligo di aspettare la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Giudicano su ciò che hanno in mano. E ciò che hanno in mano è una bozza di manovra che non arriva da Marte, ma dagli uffici governativi. Quando e se la bozza cambierà, ilk giudizio delle società di rating potrà cambiare. Inb meglio, ma anche in peggio.
-b) Le società di rating hanno non solo il diritto, ma persino il dovere di parlare appena hanno notizia di provvedimenti che cambiano il quadro di affidabilità del debito di uno Stato. E sa perchè, egregio italoforzuto Vegas? Perchè sarebbe IMMORALE lasciare che i risparmiatori continuassero a comprare a piene mani titolo di stato che il giorno dopo potrebbero già valere il 10, 15, 20% in meno. Le pare, Vegas? O dobbiamo istituzionalizzare il diritto degli stati avendere titoli-spazzatura? Vogliamo aiutare i risparmiatori a fare altre cazzate come quelle che hanno già fatto coi bonds argentini, con Cirio, con Parmalat? Magari fossero stati avvertiti in tempo... e chi se ne frega se le borse fossero stata aperte o chiuse... I titoli si comprano a mercati aperti, caro Vegas. Inoltre, poichè oggi gli operatori, a causa delle contrattazioni online in tempo reale, e del fatto che la terra è rotonda, e gira intorno al sole, si opera "'round the clock", 24 ore al giorno. Non fanno in tempo a chiudere i mercati dell'Oceania e dell'Asia, ed ecco che sono già aperti i mercati medio-orientali, e poi quelli europei, e poi quelli americani... Ci arriva da solo, Vegas, o le serve un disegnino?
NOTA: Giuseppe Vegas, viceministro dell'Economia, è stato nominato presidente della Consob. La nomina è stata ratificata dal Consiglio dei ministri, confermando le attese della vigilia dopo l'annuncio del presidente dl Consiglio, Silvio Berlusconi. La poltrona dell'autorità che vigila su Borsa e società quotate era vacante dal 30 giugno [...] Per usare un eufemismo - ha commentato il segretario del Pd, Pierluigi Bersani - penso che sia quanto meno poco elegante transitare da un ruolo di governo a quello di autorità "indipendente" [...]
(IlSole24=re del 18 Novembre 2010)
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