ANGELINO DILETTO - Dopo Palazzo Grazioli c'è una nuova tappa nella mappa del potere a Roma. È Palazzo Alfano, neo battezzato così in men che non si dica (futuro Palazzo degli onesti, sicuramente), il luogo dove abita il ministro della Giustizia Angelino, primo segretario di un partito italiano eletto per acclamazione perché diletto cocco del gran capo. L'uomo che si batterà, ha avvertito il giorno del suo bar mitzvah politico, per la "costruzione" di un PdO, Partito degli Onesti, a fianco di Silvio Berlusconi e Denis Verdini e sotto gli occhi di una mammoletta come Nicola Cosentino. Un trio, una garanzia, un vaudeville, dunque evviva.
PREZZI D'OCCASIONE - Aspettando di cacciare mariuoli e truffaldini, come vive Alfano neo Savonarola? Sverna in un onesto appartamento del fatato palazzo-condominio, giochi d'acqua, arte topiaria finto Boboli, quasi confinante - per capire il simbolico indirizzo - con la reggia di Franco Caltagirone, Paperone d'Italia. Prima del successone (reale, apparente?) di Angelino, il sito era noto come Casa Ligresti. Infatti, appartiene all'omonimo immobiliarista Salvatore, arrestato e condannato al tempo di Tangentopoli, adesso in ballo in nuove inchieste delle solite toghe comuniste (un dettaglio che Angelino sia ministro della Giustizia). La sua situazione finanziaria è critica, il Cavaliere, fraterno amico, se ne preoccupa molto e figuriamoci gli amici dell'amico. Note biografiche su don Salvatore a parte, l'affitto dell'appartamento di Alfano (destinato a Gianfranco Fini, scartato da Elisabetta Tulliani), rispetto al rango del quartiere, i Parioli, è a dir poco d'occasione. Onestamente d'occasione, per stare in tema.
In buona compagnia - Si dirà: capirai, mezza casta, se non di più, vive così. Palazzo Alfano, in verità, è affollato del genere. In un happening di berline, lampeggianti, guardie del corpo e corpi di guardia, ci abitano l'ex dg Rai Mauro Masi, ora AD di una munifica Consap, e il ministro Renato Brunetta, già proprietario di sei case e davvero bisognoso di un'altra in affitto. Poi Marco Cardia, figlio di Lamberto, indigente presidente Fs, ex Consob (così per dire, le società di Ligresti sono quotate in Borsa) e Italo Bocchino. Poi le sorelle Chiara e Benedetta Geronzi, l'una in un attico, l'altra in un secondo piano (Cesare, il loro papà: quanti CdA e battaglie a braccetto con Ligresti). Poco importa se poi (lo ha raccontato su "l'Unità" Mariagrazia Gerina) per sfrattare vecchiette con diritto di prelazione vengono messi a sorpresa i sigilli, sfruttando l'occasione di una visita oncologica.
DIVERSAMENTE ONESTI - Allora: applicando l'utopico principio per cui un politico non dovrebbe approfittare di favori, la scelta della casa dovrebbe essere l'abc. E figuriamoci per chi lancia crociate purificatrici. Secondo molti, Alfano, più lampadina che mai (per la forma del cranio, dalle sue parti lo chiamano Beghelli) e galvanizzato, è il caso di dire, dalla scalata mondana al partito, sulla questione onesti si è fatto prendere la mano. Così dal liberismo berlusconiano si è passati al sofismo alla Totò (pare che l'ispiratore della boutade sul Pdo sia il titolo del film "La banda degli onesti", e per fortuna, non ha usato "banda"). In certi casi, però, meglio specificare: più che onesti, diversamente onesti.
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