Se dovessimo basare le nostre conoscenze sulle informazioni che troviamo sui giornali non ci resterebbe che concludere che la guerra in Libia sta avendo il suo positivo epilogo con il dittatore, giustamente abbattuto ed in fuga, e le truppe ribelli che gloriosamente entrano nella capitale dispensando democrazia e doni ai bambini.
Premesso che se credete a questo avrei una macchina usata in perfette condizioni da proporvi, vorrei chiarire a tutti voi che la vittoria in questa guerra prescinde dalla presa di Tripoli, che rappresenta una semplice ufficializzazione del cambio di guardia nel paese.
Il sugo di questo epilogo si basa invece sulla presa dei pod petroliferi di Brega e della Sirte, dove (guarda caso) sono stanziate le truppe speciali Francesi e le SAS inglesi, primi paesi ad appoggiare l’azione NATO contro Gheddafi.
Ma guarda un po’. Armate speciali il Libia? Certo, e chiaramente non italiane, leggete un po’ qui: (franceschini.blogautore.repubblica)
Il nanetto della lampada, politico sopraffino, invece di garantire l’appoggio di soppiatto agli insorti, decide di incontrare l’autoincoronato presidente dei comitati di liberazione CNT Jibril al quale garantisce apporto economico e logistico “per la ripresa della Nazione Libica” quando è chiaro a tutti che in mancanza di stimoli unitari ogni area tribale se ne andrà per i fatti suoi, mentre le aree petrolifere rimarranno in mano a chi le ha difese fino ad oggi.
Cioè Elf, Total e BP, con la benedizione dei governi che hanno deciso di appoggiare lo sgambetto a Gheddafi a dispetto di chi baciava le mani.
I nostri Tornado hanno partecipato alle azioni belliche ? Certo, e chi si è sporcato le mani a terra ne riceve graziosamente i vantaggi ricordando che in queste azioni il fair play non è di casa.
Allora, vediamo di tirare le somme di questa bella storia: essendo l’Italia partner storico dell’espressione politica (e tutt’altro che nazionale) chiamata Libia, la caduta di Gheddafi oltre che farci fare una figura barbina davanti alla comunità internazionale ci mette in braghe di tela relativamente alla fornitura di gas e di petrolio, che vanno direttamente ad altre compagnie petrolifere europee, segnatamente Francesi ed in subordine inglesi.
Guarda caso Angela Merkel si reca a Canossa da Sarkozy cementando l’asse Franco-Tedesco ed esplicitando di fatto una dichiarazione di intenti sulla futura gestione europea, da cui saremo esclusi causa l’incapacità endemica della politica nostrana a fare sistema (mors tua vita mea, dicevano i politici pensando ai propri elettori…).
Voci dal gruppo vacanze che ci governa? Ma quando mai… Frattini sarà stato a sciare, mentre il cazzutissimo La Russa onorava il suo cognome con un silenzio.
Fragoroso…
Ora, uno statista con un paio di neuroni, attorniato non già da una accozzaglia di imbecilli dediti alla memoria dei propri antenati fascisti con i soldi della ricostruzione dell’Abruzzo terremotato, o della salvaguardia della casta, dovrebbe rendersi conto che la realpolitik, purtroppo, necessita anche di azioni discutibili per il raggiungimento di obiettivi di interesse nazionale.
John Fitzgerald Kennedy affabulò i tedeschi con la frase “ich bin ein berliner” mentre li stava rapinando al blocco sovietico, mentre l’incapace di Arcore davanti, al furto con destrezza delle risorse petrolifere libiche, in luogo di gestire il conflitto con forze “off the record” decide di ricevere un rappresentante libico farlocco con tutti gli onori in presidenza del consiglio, i soldi in bocca e la promessa di mantenere efficaci gli accordi sviluppati con le aziende Italiane ed a costo pagato da pantalone.
In altri termini continueremo a pagare i 20 miliardi di “danni di guerra” in cambio del nulla: ottimo affare, ragazzi, soprattutto per Impregilo e compagnia cantante…
Allora, siccome pare che dalla parti del tafanus con le previsioni siamo piuttosto bravi, vi racconto come andrà a finire: Il governo nazionale Libico fra sei mesi circa incoronerà un carneade gradito a Francia, Inghilterra e Germania, che non sarà ovviamente questo Jibril, ma genialmente continueremo a costruire infrastrutture che saranno giustamente utilizzate dai nostri competitors.
Ovviamente la gestione delle risorse petrolifere, in termini di estrazione e raffinazione, rimarrà principalmente francese, con il controllo militare della zona saldamente in mano agli effettivi delle Legione Straniera, eventualmente con diritti di sfruttamento in parte affidati a BP, e prodotti venduti a prezzi di mercato (salviamo almeno le apparenze) anche ad ENI, che in questo gioco avrà lasciato delle marginalità importanti causa incapacità conclamata.
Poco male, perché comunque a noi mortali queste marginalità non sono mai arrivate, nemmeno in cambio di aiuti di stato imponenti: in altri termini, un esempio fulgido di come la politica italica riesce a mandare in vacca tutto quello che tocca: dei veri Mida. All'incontraio, però.
Certo, fin che la barca va e fin che la gente non prende i forconi: devo dire che in questi giorni sento dire però che sono saliti in maniera impressionante le vendite delle affilatrici per forconi e dei saponi da corda.
Ragazzi, lo diceva anche Guy Fawkes: fin che c’è vita c’è speranza. Per loro, anche se sinceramente temo che si sia arrivati al punto Masaniello. Del resto a pensar male…
Axel
...Axel, ma di cosa ti lamenti... in fondo questo innocuo Jibril non ha neanche preteseo il bacio dell'anello e le 700 puttanelle...E mentre Silvio si affrettava a dire (...ahinoi...) che l'accordo derivante dal Trattato di Amicizia - Tornado a parte - restava immutato, Jibril spiegava che faremo delle "regole di raccordo"... Ma vuoi mettere??? Silvio è tornato prepotentemente sulla scena internazionale. Non con un incontro con la Merkel (che non vuole vederlo nemmeno nelle foto ufficiale accanto a se), e neppure con il pugile suonato Sarkozy. No! Con Jibril! (how do uou spellk it?) Tafanus
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