Il Cavaliere ha fatto un po’ di confusione - Tutti a posto con la propria coscienza: ci muoviamo in una risoluzione Onu, e quindi se l'Onu ci autorizza a compiere nefandezze, la responsabilità non è nostra, è dell'Onu. E così possiamo tranquillamente sganciare bombe su Tripoli. Rischio di ammazzare innocenti? Sì, ma lo abbiamo fatto per salvare altri innocenti. Ma è lecito uccidere innocenti per salvare altri innocenti? Certo, purché si resti nella risoluzione Onu. Ma l'Onu allora è un po' come Dio? Suppergiù, se ci fa sentire a posto con la coscienza. E così il Capo dello Stato approva le bombe, e anche Bersani approva le bombe, anche se sa che la bombe, per dirla alla sua maniera, non sono mica noccioline. Il Cavaliere, invece, semplicemente deve aver fatto un po' di confusione: voleva fare gentile omaggio all'amico Gheddafi, ed ha scambiato il Bunga bunga con le bombe bombe.
Francesca Ribeiro
Il patto col diavolo – Riferiscono gli esorcisti, che incenso, preghiere ed acqua santa non sempre sono sufficienti a cacciare il demonio, e se lo cacci da una luogo o da una persona, non significa che hai distrutto il diavolo, essere malefico indistruttibile, invincibile, che porta la morte ma non muore mai. Se poi col diavolo ci fai un patto per trarne benefici, davvero non te lo levi più di torno: un giorno si farà vivo e si farà pagare amaramente, tragicamente. Morte e sofferenza per chi fa il patto col diavolo. E non puoi illuderti di spegnere il suo fuoco mortifero con tutta l'acqua degli oceani, e neppurre di sotterrarlo sotto una montagna di cemento. Resterà sempre vivo e malefico, e troverà il modo di saltar fuori improvvisamente. Io non credo nell'esistenza del diavolo, credo nell'esistenza di diavoli umani in carne e ossa, ma la metafora è per gli appassionati del nucleare, credenti o non credenti nell'esistenza di Satana. Però un suggerimento ai sostenitori del nucleare, a coloro che stringono un patto con l'atomo, vorrei darlo: se i reattori fanno i capricci, vale la pena fare un tentativo con acqua santa. Non si sa mai.
Elisa Merlo
«Dio vi ha visitate. Povera Lucia!» (Promessi sposi Cap. V) - Si pensi ad un padre di famiglia, un amorevole padre di famiglia, che assesti un potente pugno sulla testa del figlioletto innocente. La madre spaventata, sorpresa, angosciata: "Perché, marito mio, hai fatto questo?". E lui: "Volevo mettere alla prova lui e te, per avere testimonianza della vostra fiducia in me". Oppure ad un padre che potendo aiutare il figlioletto che sta per cadere dalle scale, lasci che ruzzoli giù. Stessa domanda da parte della povera mamma, stessa risposta da parte del padre. Un mondo folle, irragionevole. Eppure la follia di quel padre, senza sapere d'essere blasfemi, la si attribuisce tranquillamente al buon Dio. Antonio Socci, in un suo libro, trascrive come perla preziosa la seguente letterina: "Caro Antonio, sono rimasta molto colpita da quanto è successo a Caterina. Me lo spiego solo con il fatto che il Signore sta mettendo molti alla prova, forse per avere testimonianza di vera fede e per vagliare il cuore di chi si dice cattolico". Andatelo a dire a tutte quella mamme addolorate che hanno i figli negli ospedali, oppure che i figli li hanno persi per sempre. Andateglielo a dire. Ovviamente mi auguro con tutto il cuore che i medici (non il buon Dio che non c'entra davvero) riescano a portare Caterina a completa guarigione.
Attilio Doni
Carissimo Tafanus, Negli ultimi trent'anni, noi mafiosi, di progressi ne abbiamo fatti parecchi. Un tempo la Sicilia era la metafora dell'Italia, adesso è il contrario. Inoltre è quasi certo che nel giro di un paio di generazioni riusciremo a realizzare l'Unità d'Italia di stampo mafioso. Eppure, nonostante questi successi, ci manca qualcosa di fondamentale, manca cioè il riconoscimento individuale per quei meriti che vengono attribuiti alla mafia in generale. E' giunto quindi il momento di farci conoscere uno ad uno, per ciò che siamo e rappresentiamo per la società. Per questo motivo ho pubblicato il romanzo "Siamo tutti mafiosi", Sangel Edizioni, che vorrei portare alla conoscenza del pubblico tramite i mass media o altro a piacere.
Profilo breve: fuggito trent'anni fa dalla Sicilia, con una laurea in ingegneria in tasca, non ho mai perso i contatti con i miei concittadini. Stabilitomi definitivamente in Lombardia, dove esercito la professione di ingegnere, ho avuto modo di constatare che il processo di colonizzazione mafiosa del territorio, a nord e a sud del Po, procede con celerità e fa ben sperare in un incremento di posti di lavoro anche per i mafiosi di basso profilo (me compreso) e senza curriculum.
Pasquale Faseli
Coesione vuol dire sottomissione? - Brutto periodo di crisi. In Italia occorre coesione nazionale, ce lo dice sempre saggiamente il nostro Presidente della Repubblica. Ed infatti la coesione c'è stata e l'infame manovra economica è stata varata. Ma coesione vuol dire sottomissione?
Veronica Tussi
SOCIAL
Follow @Tafanus