Le taglie sono uno strumento come un altro per catturare o uccidere un pericoloso criminale seriale, o vanno bene solo quando ad usarle sono paesi occidentali di acclarata civiltà? Da ieri impazzano, sui giornali, i maître à penser di ogni ordine e grado, scandalizzati per il fatto che i ribelli libici abbiano messo una taglia di 1,6 milioni di dollari per chi consegnerà Gheddafi, vivo o morto, nelle loro mani.
Questa la scarna notizia data ieri dall'ANSA nel tardo pomeriggio:
Libia: Cnt, taglia su Gheddafi
(ANSA) - TRIPOLI - Il Cnt offre 1,6 milioni di dollari a chiunque catturi o uccida Gheddafi. Il presidente del consiglio di transizione Mustafa Abdel Jalil afferma che a chiunque consegnerà il rais sarà concessa l'amnistia. Secondo quanto riferisce la Cnn, la Nato ha annunciato che forze speciali dalla Gran Bretagna, dalla Francia, dalla Giordania e dal Qatar sono sul terreno in Libia per aiutare i ribelli. Intanto i lealisti si ritirano dall'hotel Rixos e i giornalisti lasciano l'albergo dove erano bloccati da giorni.
In un attimo, a reti unificate si è acceso il dibattito sulla liceità e sull'etica della taglia. I più colti fra i mezzobusti hanno tirato fuori riferimenti culturali alla legge del taglione (che con la taglia non c'entra una mazza, esattamente come non c'entrano il taglio dei capelli, quello della spesa, il tagliacarte.
Molti (fra i quali il sottoscritto, se fosse stato presente) hanno distinto fra la taglia volta alla cattura - e successivo processo - del bandito VIVO, e la taglia volta anche, in alternativa, all'assassinio del ricercato. Perchè anche se la cosa può non piacerci, per un paese dove la pena di morte è stata abrogata, la taglia "vivo o morto" configura il reato di istigazione all'omicidio,m e chi la stabilisce è il mandanre di un omicidio. Che piaccia o no. Questo è il caso di Mustafa Abdel Jalil, lo statista che Berlusconi, con fretta spasmodica, sia ppresta a ricevere. Gli bacerà l'anello?
L'Italia DEVE condannare ufficialmente questa parte della taglia. E' per noi motivo d'orgoglio ricordare che il Granducato di Toscana è stato il primo paese civile al mondo ad abrogare la pena di morte (1786, sotto il regno di Pietro Leopoldo Asburgo di Lorena). Il 30 Novembre, data dell'editto, è Festa Regionale in Toscana.
Lo stato italiano ha abrogato la pena di morte nel 1889, quando Ministro della Giustizia non era Castelli, o Angelino Alfano, o Nitto Palma, ma Giuseppe Zanardelli.
La pena di morte è stato poi reintrodotta dal nonno di Alessandra Mussolini nel 1926 (e poi estesa dal codice Rocco), ma solo per reati contro la "Casta", che c'era anche allora, ed era persino peggiore, se possibile, di quella dei giorni nostri. E' stata definitivamente abolita nel 1948 dalla bellissima Costituzione Italiana, e nel 1994 è stata infranta l'ultima barriera, con l'abrogazione della pena di morte (sostituita dall'ergastolo) anche nel Codice Penale Militare di Guerra.
Dunque, per qualche barile in più, Berlusconi si accinge ad avere un incontro di Stato con un bandito.
Ma in Italia (e in tutto il mondo occidentale in genere, la memoria è sempre corta. Il dibattito sulla taglia "vivo o morto" su Gheddafi, si è aperto - giustamente - in un nanosecondo. Non ricordo altrettanta tempestivia indignazione quando a mettere delle tagli del tipo "vivo o morto" erano stati paesi occidentali qualificati fra "i migliori amici dell'Italia". Taglie multiple, di valore incommensurabilmente più alte di quella posta da Mustafa Abdel Jalil. Taglie sulle quali non ricordo accesi dibattiti televisivi. Solo per non dimenticare:
Taglia su Saddam: 25 milioni di dollari - Ricompensa di 15 milioni anche per i figli del raìs
BAGDAD - Una taglia di 25 milioni di dollari. E' quanto l'ammistrazione americana offre a chi fornirà informazioni su dove si nasconda Saddam Hussein o porti prove certe della sua morte. E' la stessa cifra che gli americani hanno promesso più di un anno fa per la cattura di Osama bin Laden, l'introvabile leader di Al Qaeda.
Paul Bremer, il governatore americano in Iraq, ha annunciato oggi che anche chi fornirà informazioni sui figli del raìs, Uday e Qusay, avrà una ricompensa di 15 milioni di dollari. Rivolgendosi agli iracheni Bremer ha detto che Saddam e i suoi figli "possono essere vivi o no, ma finche' non lo sapremo con certezza, i loro nomi continueranno a gettare un'ombra di paura su questo paese" [...]
(da Repubblica del 3 luglio 2003)
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