Un amico, in un commento su un post del tafanus, riporta un pezzo di un articolo di Pino Cabras, che non sapevo chi fosse, e che si conclude con una frase in puro stile "lapalisse":
"...la sconfitta di Gheddafi non aprirà la strada a nessun processo democratico. Aprirà semmai nuovi corridoi al precipitare delle crisi geopolitiche contemporanee..." (l'articolo completo di Pino Cabras - che da quando è stato scritto ha già subito aggiornamenti - lo trovate [qui].
Ebbene, credo che nessuno abbia mai pensato che la fine di Gheddafi avrebbe portato pace e serenità. L'obiettivo massimo atteso era che cessassero i massacri di città abitate da etnie diverse da quella del matto di Tripoli (Bengasi e Misurata, per dire: massacri certificati non solo dai ribelli, ma anche da giornalisti di sinistra, tradizionalmente ostili alle bombe). Ad una di queste, Lucia Goracci, anche noi abbiamo dedicato [un post]
Credo che tutti sapessero, anche prima e senza le illuminanti parole di Pino Cabras, che dopo il crollo del regime di Gheddafi la Libia si sarebbe balcanizzata, esattamente come è successo con la fine della Jugoslavia. Perchè si da il caso che la Libia fosse una costruzione artificiale, fatta con la squadretta e la matita da chi non conosceva l'antropologia dell'Africa, mettendo insieme Cirenaica, Tripolitania, Fezzan, ed etnie diverse. Arabi, berberi, tuareg, hausa, tebu, a loro volta divisi in decine di tribù in perenne lotta fra di loro. Ora c'è un tesoro su cui mettere le mani: un mare di oro nero, ed è chiaro che si scatenerà la lotta per il suo controllo, alimentata anche dalla benzina dell'odio tribale.
Ma torniamo a Pino Cabras (perchè quando io leggo qualcosa di autori che non conosco, sono sempre tentato di approfondire). Pino Cabras, ho scoperto, è il Direttore Editoriale del sito [megachip.info] , di cui Direttore Responsabile è Giulietto Chiesa, un giornalista che una volta stimavo, ma che stimo molto meno da quando si è lanciato (amore per la notorietà?) nel complottismo più ardito, spinto fino all'attribuzione dell'attentato delle torri gemelle agli stessi americani.
Pino Cabras è "Direttore Editoriale" di questo sito dal 2008. Nella sua autopresentazione, fatta in occasione dell'assunzione del prestigioso incarico, Pino Cabras scrive, fra l'altro:
"...Il mainstream è però un'industria culturale dal potere economico ancora schiacciante, mentre i giornali e i siti che propongono un'agenda culturale e comunicativa diversa – come Megachip – hanno pochi mezzi. Eppure il sito di Megachip è cresciuto. Lo dobbiamo ai passi, uno dopo l'altro, con cui lo hanno saputo accompagnare i miei predecessori, che mi sento di ringraziare anche a nome degli oltre tremila lettori che ogni giorno contattano il sito. Così come ringrazio Giulietto Chiesa, Antonio Conte, Francesco De Carlo e tutto il nuovo comitato di redazione per gli incoraggiamenti e i consigli..."
Il testo completo dell'articolo di Pino Cabras lo trovate [qui]
Conoscevo il sito megachip, più noto che frequentato, a quanto pare. Anche perchè quelli che stanno dietro a megachip non si fanno mancare niente, pur di autopromuoversi. Hanno anche una pagina su Wikipedia, dalla quale apprendiamo che esistono come associazione con alti scopi moralizzatori della comunicazione fin dal 2002. Poi sono linkati su non meno di 430 fra siti e giornali nazionali online. Potete quindi capire il mio stupore quando, dalle parole di autopresentazione di Cabras, ho appreso degli "oltre tremila lettori che ogni giorno contattano il sito".
Caspita... a giudicare dal rumore che si fanno attorno, pensavo che fossero almeno trentamila! Possibile che un sito come megachip, che ha persino un Direttore Editoriale, un Diirettore Respponsabile, un Comitato di Redazione, e un Web Master, abbia tirato su tutto questo ambaradan per avere 3000 visite al giorno? Quando il misero Tafanus, senza tutto questo staff e senza i 430 "consigli di lettura", e con metà della vita di megachip alle spalle, faccia quasi lo stesso numero di visite? 2.700 al giorno come media annuale, inclusi i cali di luglio, agosto e periodo natalizio? No, ci deve essere un errore! Forse voleva dire 30.000!
Allora, comme d'habitude, ho voluto approfondire. Intanto andando a vedere la composizione di questa fantastica Redazione. Eccola:
Direttore Editoriale: Pino Cabras; Direttore Responsabile: Giulietto Chiesa; Web Master: Saverio Zeni; Redattori: Glauco Benigni, Fabio Bovi, Monica Centofante, Fabrizio Dedoni, Michele Maggino, Mario Nobile, Gisella Orsini, Anna Alessia Petrozzi, Simone Santini e Francesco Sylos Labini.
No, ci dev'essere un errore! Con questa potenza di fuoco (persino un web master!) non possono avere solo un 10% di visitatori più del Tafanus! Alloro sono andato a vedere sul solo motore di ricerca di cui mi fidi (Alexa.com, gruppo Yahoo, che misura gli accessi ai siti che abbiano almeno una ventina di accessi al giorno). Ed ecco cosa ho trovato, mettendo a confronto il tafanus, il sito megachip.info, il blog personale di Pino Cabras, ed il blog personale di giulietto chiesa: fatta pari a 100 l'affluenza giornaliera media del Tafanus (inclusi i crolli fisiologici a luglio/agosto, natale e pasqua, sulla media degli ultimi trenta giorni:
tafanus.it 100,0
megachip.info 44,0
giuliettochiesa.it 21,0
pino-cabras.blogspot.com 0,1
In effetti, nella sua autopresentazione Pino Cabras, Direttore Editoriale di Megachip, aveva sbagliato qualcosa (in perfetta buona fede, ça va sans dire...): se megachip ha tremila visitatori al giorno, il Tafanus, che ne ha - secondo Alexa - il 127% in più di Megachip, dovrebbe avere una media di oltre 6.800 visitatori unici al giorno. Invece ne ha (è la triste realtà) solo 2.700... Specularmente, poichè Megachip - secondo Alexa, riceve il 44% delle visite del Tafanus, non ne riceve 3000 - come certificato dal suo Direttore Editoriale Pino Cabras, ma meno di 1200, Sempre un bell'andare, ma lasciamo perdere le 3000 visite, Cabras, vuole?
Ora qualcuno si chiederà perchè io sia stato così pignolo nell'analizzare questi numeri. Semplice. Basta leggere il "Manifesto di Intenti" di Megachip su Wikipedia per capire:
"MegaChip è un'associazione italiana nata il 25 aprile del 2002. Ha come scopo una mobilitazione permanente sul tema della comunicazione, considerata come elemento cruciale per il destino della democrazia.
Gli aderenti di MegaChip dichiarano di battersi per un'informazione libera e pluralista. Vedono una grave minaccia per la libertà e il pluralismo nella concentrazione globale delle proprietà dei mezzi di comunicazione, nei conflitti d'interesse, nella trasformazione delle notizie in “armi improprie” e nella mutazione dell'intero sistema della comunicazione in braccio armato del potere politico ed economico.
Nell’analisi di MegaChip la formazione di un'élite dominante a livello internazionale – orientata a controllare i sistemi di comunicazione – ha mutato la natura della notizia, non più informazione da comunicare ai fruitori, ai lettori e agli spettatori, bensì una merce da collocare sul mercato, indifferente al suo contenuto di verità, subordinata agli interessi dei ceti dominanti e dell'ideologia che li sostiene. La critica è indirizzata alla convergenza fra comunicazione giornalistica, pubblicitaria e d'intrattenimento.
Facendo leva sulla crescita – soprattutto in internet – di canali d’informazione eccentrici rispetto a quelli dominati dalle grandi imprese della comunicazione, MegaChip punta a raggiungere la massa che segue in maggioranza l’attuale sistema mediatico per fornire altri strumenti di analisi dei messaggi.
Il presidente dell’Associazione è Giulietto Chiesa, giornalista e ex-deputato al Parlamento europeo. Gli obiettivi:
-1) Un osservatorio indipendente sulla comunicazione.
-2) Monitoraggio della quantità e qualità dei prodotti del sistema mediatico nazionale (e in prospettiva internazionale).
-3) Formazione degli operatori dell'informazione-comunicazione.
-4) Iniziative di battaglia politica per la democrazia nella comunicazione.
Ecco. Per l'appunto. Iniziamo noi, che vogliamo "monitorare la quantità e qualità dei prodotti del sistema mediatico nazionale - e in prospettiva internazionale" - a non raccontare balle a noi ed agli altri. Nè sui contenuti dell'informazione, né sui numeri. Anche questo fa parte della moralizzazione dei sistemi mediatici. Se la rete vuole vincere la battaglia sui media tradizionali, deve iniziare ad avere etica e credibilità diversa dai media tradizionali. Così parlò Monsieur de Lapalisse. Tafanus
Confronto fra quattro siti (fonte: alexa.com)
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