Ricordate? Il più grande statista degli ultimi 150 anni. Quello che "se mi guardo intorno, non vedo nel mondo un imprenditore che possa confrontarsi con me". Il sedicente Re Mida della Brianza, che trasformava in oro zecchino tutto ciò che sfiorava, si è trasformato in Re Merda (mi scuso per il francesismo). Tutto ciò che tocca, diventa cacca.
Ricordate? qualche giorno fa avevo parlato del titolo Mediaset, collocato in borsa in Aprile 2008 alla modica cifra di 10,55 € ad azione, e che oggi vale 2,42 €. Non è da tutti riuscire a far perdere alla propria azienda-modello il 77% del valore in tre anni e mezzo, pur avendo a propria disposizione - come Direttore Marketing Strategico dell'impresa tale Deborah Bergamini, per anni impegnata a concordare i palinsesti RAI coi responsabili Mediaset. A vantaggio di chi? Non è dato saperlo, ma è lecito avere dei piccoli, malevoli sospetti.
Così come non è da tutti avere a disposizione domestici della statura di Mauro Masi, o di Minzolini, o di Bruno Vespa, che Dio creò con l'unico scopo di nuocere alla RAI, unico concorrente di Mediaset.
Eppure Il Più Grande Imprenditore di Tutti i Tempi è riuscito nell'impresa. Da un anno la borsa italiana è quasi sempre maglia nera in Europa e nel mondo.Quando le borse salgono (fenomeno sempre più raro) quella di Milano arranca. Quando le borse scendono, quella di Milano precipita. Sempre ultima fra i primi, e prima fra gli ultimi.
Oggi, dopo giorni di relax, torno e mi trovo nella posta le recriminazioni di un sedicente commentatore economico di una nota testata non ostile al Re Mirda, il quale - chiedendo di restare anonimo per "ovvie ragioni di opportunità" (???) contesta il mio articolo, ma senza prendersi la briga di fornire cifre a contestazione delle mie. Quindi mi obbliga a ritornare sull'argomento, e a scrivere ancora di peggio.
In un annus horribilis, durante il quale la borsa italiana ha perso in media il 18,75%, Re Mirda è riuscito, col suo titolo-principe (quello che vendeva in conferenza stampa come un qualsiasi imbonitore da Festa del Santo Patrono) a fare - da par suo - molto, ma molto di più. E' riuscito a far perdere, al suo gioiello Mediaset (consigliato come dote per la figliola), il 50,35%. Insomma, è riuscito a fare quasi tre volte "meglio del mercato". Un fenomeno. Non ci credete??? Ebbene, guardate il gradico a 12 mesi dell'indice FTSE-Mib, e quello relativo a Mediaset, entrambi fatti pari a 100 il 19 Agosto 2010:
Perdite comparate a 12 mesi (Mediaset vs FTSE-Mib
Luigi Malabrocca, professione Maglia Nera - Re Mirda mi ha fatto venire in mente il mitico Luigi Malabrocca (nella fotina il alto), che nell'immediato dopoguerra si era abbonato, al Giro d'Italia, alla Maglia Nera (spettante all'ultimo in classifica, e remunerata con ricchi premi). Rinvio a Wikipedia, a beneficio dei più giovani, per delle brevi note biografiche sul mitico Malabrocca:
"...era soprannominato "il Cinese" a causa dei suoi occhi a mandorla, non era un grande campione, ma divenne popolare perché indossò per due anni consecutivi la "maglia nera" al Giro d'Italia. Grande amico del conterraneo Fausto Coppi, vinse 138 corse, di cui 15 da professionista, ma il suo nome rimane ancora oggi legato al Giro d'Italia dei tempi in cui l'ultimo classificato si aggiudicava la "maglia nera e, soprattutto, un cospicuo premio in denaro, che faceva gola a molti.
Riuscì ad aggiudicarsi la maglia nera nel 1946 (pur arrivando quarto in volata al termine dell'ultima tappa, la Mantova-Milano) e nel 1947, cercando di perdere più tempo possibile tra una tappa e l'altra nascondendosi dove poteva, forando le gomme della sua bici e fermandosi per lungo tempo nei bar. Nel 1949 rimase vittima del suo stesso gioco: aspettò troppo tempo e quando tagliò il traguardo dell'ultima tappa a Milano i cronometristi e i giudici spazientiti avevano già lasciato le loro postazioni, assegnando all'ignaro Malabrocca lo stesso tempo del gruppo e al vicentino Sante Carollo (che si ritirò presto dal ciclismo) la maglia nera con relativo premio. Da allora Malabrocca decise di abbandonare quella singolare corsa all'ultimo posto..."
Tafanus
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