Tanto tempo fa si diceva pane al pane e vino al vino: in altri termini, l’operatore ecologico veniva correttamente chiamato spazzino, i collaboratori scolastici bidelli (e non vi era alcun problema a farlo) mentre i politici erano quelli che una volta chiamavamo scemi del villaggio.
A Milano c’era infatti un tipo che girava con un carrello del supermercato declamando continuamente “la chiesa ti uccide con l’onda”, frase che suscitava ilarità malamente contenuta e la certezza che si trattasse di un tipo con qualche rotella fuori posto.
Oggi, invece, ci gustiamo i cosiddetti “aggettivisti”: “personaggi declamatori che trapuntano i loro ragionamenti, generalmente disinformati ed infarciti di soli aggettivi quale “certo” “forte” “onesto” (spesso riferiti a sé stessi o al partito che rappresentano) mentre rifuggono in totale tranquillità d'animo dal duro contatto con la realtà, intesa come valutazione dei numeri e della contabilità”
Facendo ancora riferimento al mantra “la tua chiesa…” viene immediatamente in mente un altro mantra, “…il federalismo…”, che presentato con la logica aggettivista color verde diviene “ineluttabile”, “risolutivo”, “efficiente”, “necessario”. Cosa sia questo federalismo nessun giornalista ha però pensato bene di chiederlo all’aggettivista capo che ha nelle sue precedenti esperienze non politiche solo una serie di tentativi di farsi passare per medico benché non abbia mai conseguito la laurea.
Del resto, i politici di ogni canto sono aggettivisti per definizione: non è infatti necessario che le azioni decise siano efficaci, basta che siano presentabili come positive all’opinione pubblica favorevole (e con sei televisioni a disposizione la cosa non risulta particolarmente complessa).
In sostanza: chi li ascolta non capisce quasi mai la sostanza delle cose che gli aggettivisti dicono perché, spessissimo, sotto gli aggettivi non c'è altro.
Un esempio ? beh, parliamo della burletta di questa dimostrazione di incompetenza e pressapochismo che viene chiamata “manovra finanziaria”.
Partiamo dalla genialata di decidere, a luglio, che la manovra sarebbe stata gestita con tempi di questo tipo: niente adesso, poco l’anno prossimo e una mazzata nel 2013, secondo trimestre. A nessuno sfugge che nel 2013, dopo le elezioni politiche, difficilmente avremo un esecutivo di centrodestra, stante l’evidenza della clamorosa incapacità di questo gruppo di aggettivisti certificata dal fallimento dello stato da loro causato. Allora, i furbetti del nanetto e dello scemo hanno giustamente pensato che la patata bollente si poteva lasciare al governo che verrà, con buona pace di chi segnalava da mesi il progressivo crollo della macchina statale italiana.
Questo è il risultato che si ottiene quando al posto di eleggere i propri rappresentanti si sceglie di non scegliere, o meglio di lasciare a dei banditi la gestione del potere: la furbizia prende il posto della competenza, e i giochini per mantenere le chiappe al caldo passano sopra le sacrosante esigenze del paese, sopravanzate da quelle di pochi criminali.
Criminali, certo.
Queste persone, che anche davanti al crollo continuano i loro affarucci incuranti del disastro imminente, sono criminali e vanno allontanati immediatamente (sperando non sia troppo tardi) dalla posizione che occupano. Non più tardi di una settimana fa, a seguito dei pannicelli caldi irresponsabilmente proposti da questa maggioranza di cialtroni, il sottoscritto ha ipotizzato un balzo dello spread bund-btp a 380: ieri puntualmente ci si è arrivati. E sinceramente non ci voleva un genio a capire che grazie a questi incapaci il risultato sarebbe stato questo: se infatti i governi Berlusconi sono responsabili del 27% del totale del debito pubblico Italiano, la permanenza dello stesso esecutivo, peraltro manifestamente incapace di qualunque decisione utile, non tranquillizza certo gli investitori.
C’è di peggio: prima della fine dell’anno andranno in scadenza qualcosa come 143 miliardi di euro di buoni del tesoro, che dovranno essere messi in vendita al prezzo che i mercati giudicheranno conveniente. Se, e dico se, lo decideranno: in altri termini, se una di queste aste di BTP dovesse andare deserta o quasi, il default dello stato Italiano sarà diventato realtà.
In altri termini, lo stato Italiano dovrà obbligatoriamente dichiarare di non poter pagare i propri creditori, ed allora ci sarà davvero da piangere: in primis piangeranno i pensionati, che non riceveranno un euro delle loro pensioni, ma insieme a loro vi sarà di fatto un disastro economico globale, che (purtroppo) travolgerà anche l’euro, stante la presenza di più nazioni in default come Grecia ed Italia.
Già. Altro che PIIGS, questa massa di imbecilli ci ha garantito un tracollo devastante che metterà la parola fine all’Italia come la conosciamo.
La figura che segue mostra l'andamento del Pil italiano (medie annue) negli anni considerati:
In pratica: negli anni dal 1951 al 1972, il Pil cresceva del 5,3% l'anno, dal 1973 al 1982 del 3,2% l'anno, dal 1993 al 2000 dell'1,6% l'anno, dal 2001 al 2003 dello 0,9% l'anno.
Ora, leggeteli come vi pare, ma di fatto grazie all’insipienza dei nostri amministratori, la competitività della nazione è calata regolarmente a fronte dei carico fiscale assurdo unito alla mancanza di servizi. In altri termini, la facile previsione (realizzata tramite una semplice regressione lineare dei dati prima visti) è che nel futuro risulterà facilmente prevedibile una contrazione del PIL, e quindi per mantenere lo stesso limite di spesa sarà obbligatorio aumentare la pressione fiscale.
Certamente la logica vorrebbe che la soluzione fosse un’altra, e cioè il taglio delle spese: in un precedente articolo abbiamo chiarito come sia possibile IMMEDIATAMENTE garantire risparmi complessivi per circa 45 miliardi di euro l’anno semplicemente mettendo a stecchetto coloro che sono la causa di questo disastro, e cioè i politici. Tenete conto che camera, senato e presidenza della repubblica, da soli, costano circa 3 miliardi di euro l’anno, le provincie circa 16, l’ICI sugli immobili del vaticano dai 5 ai 7 miliardi, l’otto per mille circa un miliardo, i finanziamenti ai partiti circa 500 milioni, i vitalizi agli ex parlamentari circa 300 milioni, quelli agli ex consiglieri regionali altrettanto.
I numeri parlano da soli. E non hanno bisogno di aggettivi - Giusto per la cronaca, sfatiamo anche la leggenda metropolitana per cui il problema non siamo noi ma in realtà l’Europa. Niente di più falso, ragazzi: la figura sotto mostra la differenza (in percentuale) tra il Pil italiano ed il Pil europeo.
Negli anni dal 1951 al 1972 avevamo, rispetto alla media europea, una crescita superiore del 10,4%, dal 1973 al 1982 una crescita superiore del 39,1%, dal 1983 al 1982 una crescita inferiore del 4,2%, dal 1993 al 2000 una crescita inferiore del 23.8%, e dal 2001 al 2003, una crescita inferiore del 25.0%.
In sostanza, se prima degli anni ottanta crescevamo di più, a partire dalla Milano da bere la nostra competitività è crollata contemporaneamente con l’innalzamento del nostro debito pubblico (causato prima dalla finanza allegra del ladro Craxi, e poi dalla finanza creativa dell’incapace Tremonti).
Conclusione: l'Europa non c'entra; il problema è nostro. I politici che hanno governato questo paese, dagli anni ottanta in poi, portano la totale responsabilità dell'inesorabile declino economico italiano e del disastro imminente: solo una radicale sterzata ci può tirare fuori da queste sabbie mobili. Siccome però la sterzata la dovrebbero dare gli stessi politici che hanno proddotto questo disastro, temo che siamo messi molto male.
Del resto, a pensar male si fa peccato, ma di solito si indovina…
Alex Cariani
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