[...] La recente riforma costituzionale spagnola è un esempio: votata sia dallo Psoe, sia dal Ppe, è chiara nel suo riferimento al pareggio strutturale (considera cioè la posizione del paese nel ciclo economico, e statuisce il pareggio al netto degli effetti sul bilancio del ciclo stesso), e presenta un periodo di transizione sufficientemente lungo.
Ora, approfittando dell’effetto fiducia momentaneamente determinato dalla riforma costituzionale, il governo spagnolo ha varato l’imposta patrimoniale. Accompagnandola con una riduzione dell’Iva, “mirata” sul settore edilizio. Una scelta non casuale. Da un lato, anche in Spagna, è indispensabile alimentare nell’opinione pubblica la certezza che, di fronte al rischio, “chi più ha, più dà”.
E l’imposta patrimoniale è lo strumento più adatto a diffondere questa convinzione. Dall’altra, il settore dell’edilizia ha prima con la relativa bolla trainato la crescita, poi con lo sboom trascinato verso il basso l’intera economia. Di qui la scelta del governo di usare il gettito della patrimoniale per favorire un riavvio degli investimenti e dell’occupazione in questo settore.
Vedremo se il tentativo riuscirà. Una cosa è certa: la politica spagnola dà segni positivi di reazione, si sforza di dotarsi di una strategia coerente. In Italia, di tutto ha dato prova il governo, meno che di determinazione e coerenza: è stato tutto un mettere e levare (contributo di solidarietà), un disdire e dire (l’aumento dell’Iva).
E il Partito democratico? Sul pareggio di bilancio, l’urgenza e le dimensioni della manovra, l’imposta patrimoniale ha dato importanti prove di consapevolezza, prontezza di reazione, capacità di cambiare posizioni non più coerenti con l’incombenza del rischio di fallimento del debito pubblico. Enrico Morando - Europa
C'è una ragione per la quale la Spagna, con fondamentali economici peggiori di quelli italiani, oggi gode di uno spread coi bund tedeschi inferiore a quello italiano? Si, c'è: loro stanno attaccando la crisi con gli antibiotici, che ammazzano la causa del male; noi andiamo avanti con sintomatici ed antipiretici, che abbassano la febbre momentaneamente, ma non curano il male. Loro hanno Zapatero che indice elezioni anticipate, per permettere al paese di svoltare. Noi abbiamo il maialetto che continua a dire: "...un passo indietro? scordatevelo..."
Loro abbassano l'IVA per dare una scossa ai consumi, noi la alziamo, deprimendoli ancora di più. Loro istituiscono una piccola patrimoniale, che serve a far cassa, ad abbassare il malcontento sociale, e veicolare il messaggio che in tempi di crisi chi più ha, più da. Da noi dire "patrimoniale" è come bestemmiare la madonna a Lourdes. Anche i ricchi piangono, ma solo in altri paesi.
Stesso discorso per il sindaco repubblicano di New York Bloomberg. In Italia, appena pronunci la parola "patrimoniale" insorgono non i ricchi (che si vergognerebbero), ma i servi dei ricchi. Insorgono i Cicchitti e i Capezzoni, i Lupi e gli Stracquadani. Avvocati d'ufficio della razza padrona. Non hanno ancora capito che quando il senso di ingiustizia sociale inizierà a tracimare, non basterà più la patrimonialina, ma la gente chiederà l'esproprio e la ghigliottina. Poveri, piccoli politicanti... Così protervi, così cretini... Tafanus
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