...cadaveri caldi. Morti che rifiutano di essere sepolti, e continuano a riempire l'aria di miasmi insopportabili...
La storia è nota: il Governatore Mario Draghi designato (ed è un grande onore) a presiedere la BCE, dev'essere sostituito. Per prassi lungamente consolidata, la successione del nuovo Governatore di Bankitalia avviene su proposta del Presidente del Consiglio, previa deliberazione del CdM, sentito il parere (per prassi consolidata quasi vincolante) del Direttorio di Bankitalia. Il Presidente della Repubblica firma il decreto di nomina.
La legge che regola la materia è costruita - come quasi tutte le leggi italiane, e come la sintassi tedesca - con una sorta di costruzione capovolta, per cui il motore primo dell'azione è messo in fondo al periodo.
La materia è formalmente regolata dall'articolo 19, comma 8, della Legge 28 dicembre 2005, n. 262 (Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari).
Finora in pole-position c'era - nel rispetto di una tradizione lungamente rispettata - un interno di Bankitalia, il Direttore Generale Fabrizio Saccomanni, supportato anche dal governatore uscente Mario Draghi. Ma il Divino (o di vino?) Giulio Tremonti, ha pensato bene di aprire un altro fronte di lotta interna, per certificare - ove ancora ve ne fosse bisogno - lo scivolamento dell'Italia verso le latiutudini dei cammelli e delle banane.
Cosa vuole Tremonti, e perchè? Tremonti vuole il peggio. Vuole che alla guida della Banca d'Italia venga messo un suo fedele impiegato del Ministero che Tremonti dirige: Vittorio Grillo. Intendiamoci, Vittorio Grillo non è Marco Milanese, un affarista di discutibile trasparenza. Vittorio Grillo, sul piano professionale, è una degnissima persona (vedi curriculum)
Ma neanche il (curriculum di Saccomanni) curriculum di Saccomanni lascia a desiderare:
Allora il problema non è questo. Il problema è che questo disastroso ministro in scadenza non capisce che non è il caso (mai in generale, e oggi in particolare) di spingere per la nomina di un suo impiegato ad una posizione che può essere uno degli ultimi contrappesi rimasti avverso la gestione padronale del Ministero dell'Economia.
Ha una logica, tutto ciò? Nell'ottica dell'amministratore di condominio di Sondrio ne può avere addirittura due, di logiche:
-a) rompere i coglioni a Berlusconi, che aveva accettato la soluzione Saccomanni caldeggiata da Draghi;
-b) mettere al comando di Bankitalia un suo muomo, che per gratitudine mai, probabilmente, avrebbe messo i bastoni fra le ruote del Ministero dell'Economia.
Quello che invece Tremonti proprio non capisce, sono quei famosi problemini di opportunità ed etica politica. Quei piccoli aspetti che mai avrebbero dovuto consentirgli di "prestare" a sua sorella pittora una Caserma della GdF per allestire una mostra personale; o di accettare (aggratis o con pagamento in nero) di abitare in casa di un suo dipendente, anche quando questo era ormai inquisito da mesi, per reati alquanto gravi.
Cosa teme Tremonti? Perchè vuole Grillo al posto di Saccomanni, la cui nomina rispetterebbe le indicazioni di Draghi? (e solo Dio sa se l'Italia ha bisogno del goodwill della BCE...). Perchè Tremonti è disposto ad aprire un altro contenzioso con lo squalificato Berlusconi? Perchè è disposto ad inimicarsi il Direttorio di Bankitalia, infrangendo la tradizione nomina di un interno, e - cosa ancor più grave - non solo per nominare un esterno, ma un esterno a Bankitalia che è un suo dipendente al Ministero? E perchè non proporre addirittura Marco Milanese?
Per capire tutto ciò, basta fare un giretto sul sito di Bankitalia, nel capitoletto [Funzioni], che delinea quali siano i compiti che la già citata legge assegna all'Istituto:
Le principali funzioni della Banca d’Italia sono dirette ad assicurare la stabilità monetaria e la stabilità finanziaria, requisiti indispensabili per un duraturo sviluppo dell’economia. La Banca concorre alle decisioni della politica monetaria unica nell’area dell’euro ed espleta gli altri compiti che le sono attribuiti come banca centrale componente dell’Eurosistema. Cura la parte attuativa di tali decisioni sul territorio nazionale attraverso le operazioni con le istituzioni creditizie, le operazioni di mercato aperto e su iniziativa delle controparti, e la gestione della riserva obbligatoria. Può effettuare operazioni in cambi conformemente alle norme fissate dall’Eurosistema. Gestisce le riserve valutarie proprie; gestisce, inoltre, una quota-parte di quelle della BCE per conto di quest’ultima [...]
L’Istituto promuove il regolare funzionamento del sistema dei pagamenti attraverso la gestione diretta dei principali circuiti ed esercitando poteri di indirizzo, regolamentazione e controllo propri della funzione di sorveglianza. Tale attività, unitamente all’azione di supervisione sui mercati, mira più in generale a contribuire alla stabilità del sistema finanziario e a favorire l’efficacia della politica monetaria [...]
Come Autorità di Vigilanza, l’Istituto persegue la sana e prudente gestione degli intermediari, la stabilità complessiva e l’efficienza del sistema finanziario, nonché l’osservanza delle disposizioni che disciplinano la materia da parte dei soggetti vigilati. Interviene nel campo della regolamentazione bancaria e finanziaria anche attraverso la partecipazione ai comitati internazionali. Si raccorda con le altre Autorità di controllo con cui collabora in base a diverse forme di coordinamento. L’attività della Banca d'Italia comprende numerosi impegni internazionali che interessano le funzioni di central banking e, in particolare, i profili di stabilità finanziaria. Partecipa alla cooperazione nelle sedi europee, presso i diversi gruppi e gli organismi multilaterali [...]
E' sufficiente, questa rapida lettura, per capire le ragioni per le quali il di vino Giulio, non voglia contrappesi veri sulla sua strada?
Allora a noi non resta che fare il tifo per Saccomanni, sperando che Napolitano eserciti la sua autorità morale; che Berlusconi - magari non per senso dello Stato, ma per volgare antipatia - si metta di traverso; che altrettanto avvenga fra i membri di un CdM nel quale il di vino Giulio è riuscito a farsi molti nemici.
Ma, per concludere, quali poteri ha Tremonti in questa scelta? La legge citata non assegna nessun particolare ad un Ministro, seppure dell'Economia, se non quello che assegna a qualsiasi membro del CdM. Un quattordicesimo di uno squalificatissimo CdM nel quale ad oggi siedono anche personaggi assolutamente incommestibili.
Giulio Tremonti conta esattamente quanto Franco Frattini, Roberto Maroni (pregiudicato), Francesaco Nitto Palma, Ignazzzio La Russa, Paolo Romani (esperto in TV porno), Francesco Saverio Romano (presunto mafioso), la superflua Stefania Prestigiacomo, l'inquisito Altero Matteoli, il teo-con Maurizio Sacconi, Ferruccio Fazio, il Banal Grande Giancarlo Galan e, last but not least, il mito del mese (che dico! della legislatura!), Maria Stalla Gelmini, quella - a detta di Crozza, "tutta scevra". Mitica costruttrice di tunnel per neutrini da Ginevra al Gran Sasso.
Allora Tremonti smetta di fare il divo (ormai lo adora solo il trota), e si comporti come un quattordicesimo di questo CdM. Si comporti da neutrino.
Tafanus
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