La lettura del decreto approvato dal Senato con la fiducia è leggermente diverso dalla sbandierata auto-flagellazione della casta. E' una manovra affascinante, perchè mentre quasi tutto ciò che doveva essere tagliato rimane al suo posto, i mitici "saldi di bilancio" intoccabili sono addirittura passati da 45,5 miliardi a 54 miliardi. Miracoli dei numeri a cazzo. Non siamo sicuri di ricordare tutto, ma proveremo a ricordare molto.
I tagli dei costi della Camera - Tre settimane fa l'ANSA, con una punta d'orgoglio, annunciava "tagli" al bilancio della Camera per 150 milioni, pari al 14,2% dell'attuale bilancio di 1,056 miliardi. Il decreto approvato dal senato taglia i costi della Camera dello 0,71% (un ventesimo di quanto annunciato).
I tagli dei costi del Senato - Il senato era ancora più coraggioso. Annunciava tagli per 120 milioni su 574 (un buon 20,9%). La realtà della legge: tagli per lo 0,34% (meno di un sessantesimo di quanto annunciato).
L'accorpamento dei piccoli comuni - Tre settimane fa un tronfio ranocchio padano (lo stesso che qualche mese fa, in favore di telecamera, aveva mandato al rogo 350.000 leggi inutili, delle 66.000 esistenti in totale), aveva annunciato l'accorpamento forzoso dei piccoli comuni, l'abolizione delle province, tagli con l'accetta ai consigli regionali. Aveva annunciato la demolizione di 54.000 poltrone della casta. Basta con quei privilegiati di consiglieri comunali da 100 euro all'anno lordi. Oggi dell'accorpamento dei piccoli comuni nel decreto non c'è traccia.
L'abolizione delle province - Quando se n'è cominciato a parlare, erano 98 in tutta Italia. Oggi sono 110. Il solito incendiario di leggi annunciava (ma solo come antipasto), il taglio di 37 province. Tutte quelle sotto i 300.000 abitanti. Poi però il ranocchio si accorgeva che così cadeva anche la città di Tremonti, ed ecco pronto "l'emendamento Sondrio". Si salvavano le province sopra una certa superficie in kmq, anche se prive dei 300.000 abitanti. Guarda caso, Sondrio ed altre 14 province erano salve. Ma ne restavano ancora 22. Troppe. Allora tutto è rimandato ad una fantomatica "legge costituzionale" (doppio passaggio alla Camera ed al Senato a distanza di tre mesi, più referendum confermativo. Per tagliare le province? NOOO! Solo per cambiare il loro nome. La "legge costituzionale prevede infatti la contestuale creazione di "entità intermedie fra Comuni e Regioni, denominate "Aree Ampie". Insomma, fra qualche lustro io non abiterò più in provincia di Monza e Brianza, ma nell'Area Ampia di Monza e Brianza. Sono felice!
Il taglio dei consigli regionali - Non pervenuto.
La soppressione degli enti inutili - Riepiloga Gian Antonio Stella: "...bollati addirittura nella prima versione del codice delle autonomie, provvedimento governativo arenato in Senato da quattordici mesi, come «enti dannosi». Estate 2008: «Entro quest'anno sugli enti inutili calerà la ghigliottina». Estate 2009: «Via 34.000 enti inutili». E via così. Il risultato si può leggere nella relazione tecnica della manovra del 2011: «L'abrogazione degli enti con dotazione organica inferiore alle 50 unità non ha prodotto alcun risparmio». Enti tagliati? Manco uno. Ed ecco il 13 agosto scorso una nuova Ansa: «Via gli enti pubblici non economici con una dotazione organica inferiore alle settanta unità». Lo prevede il testo della manovra ma «con esclusione degli ordini professionali e loro federazioni, delle federazioni sportive, degli enti la cui funzione consiste nella conservazione e nella trasmissione della memoria della Resistenza e delle deportazioni». Restano fuori anche le organizzazioni per la Giornata della memoria, del Giorno del ricordo, le Autorità portuali e gli enti parco...". Risultato? L'unica soppressione attuata è quella che riguarda la legge sulle soppressioni degli enti inutili. Soppressa.
Gli stipendi ai politici di ogno ordine e grado - Ci avevano giurato che sarebbero stati adeguati alla media europea. Poi, ecco l'emendamento notturno: La media non si fa sull'Europa dell'area euro, e nemmeno su quella allargata. Si fa sui sei paesi col PIL più alto d'Europa. Morale: niente tagli, e in molti casi addirittura aumenti. Avidità? Macchè... Rispetto delle regole.
Il contributo di solidarietà ai parlamentari con doppio lavoro - Secondo calcoli fatti sulla base delle dichiarazioni dei redditi dei parlamentari, con la precedente versione della manovra costoro avrebbero pagato in media 70.000 euro all'anno a tempo indeterminato. Con le nuove regole finite nel decreto, molto più blande, in media pagheranno solo 10.000 euro, e solo per tre anni.
Il riscatto del servizio militare - Prima versione: avrebbe dovuto sparire. Poi qualcuno ha ricordato che il servizio militare - anche se retribuito con du pacchetti di nazionali senza filtro, era obbligatorio e remunerato. Quindi questa regoletta di non considerare il riscatto (oltretutto oneroso) nell'anzianità a fini pensionistici, avrebbe portato lp Stato a perdere decine di migliaia di cause.
Il riscatto della laurea - Quasi lo stesso discorso: è stato un riscatto oneroso, ed è stato il frutto di un patto legislativo. Era una marchetta alla Lega, che di laureati ne conta qualche decina (quasi tutti usciti dalla CEPU e dalla Scuola Radio Elettra TV per Corrispondenza). Secondo quel genio di Sacconi avrebbe toccato non più di 4000 persone. Smentita a giro di posta dall'INPS: "Secondo i nostri archivi, coloro che hanno riscattato la laurea, e non sono ancora in pensione, sono oltre 600.000".
Lo scandalo dei vitalizi dopo l'ingresso, anche per un giorno, nella casta politica - Nella versione per la TV della manovra c'era scritto che "dopo la scadenza dell'incarico nessun titolare di incarichi pubblici, anche elettivi, può continuare a fruire di benefici come pensioni, vitalizi, auto di servizio, locali per ufficio, telefoni, etc...". Nel testo approvato è sparito ogni riferimento a "pensioni e vitalizi".
Le manette agli evasori - Nella manovra scritta, spunta la "franchigia": evadere fino al 30% del fatturato della propria impresa, si può. Facciamo un esempio a caso: l'anno scorso Mediaset e Mondadori hanno fatto utili per circa 400 milioni. Quindi il Cavaliere e i suoi soci sono autorizzati ad evadere fino a 120 milioni senza rischiare la galera. Invece un imbianchino che dovesse nascondere 3000 euro di fatturato su 12.000 euro, finirebbe in galera con tutta la scaletta e i secchi della pittura.
La norma anticorruzione - "Giaceva" in senato da oltre un anno. Prevedeva il divieto di sedere in Parlamento per tutti i condannati in via definitiva per reati di tipo corruttivo, a pene superiori ai due anni. Cosa è diventata la norma scritta in decreto? Leggiamo da Stella: "...delega al governo per l'adozione di un testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e divieto di ricoprire cariche di governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi...". Ricapitoliamo? Prima bisognerà approvare la legge. E già immaginiamo che verrà opportunamente modificata alla Camera per poi tornare in terza lettura al Senato... Un annetto per ogni passaggio e già siamo fuori tempo massimo. Ma se per miracolo dovesse superare l'esame del Parlamento prima della fine della legislatura, da quel momento il governo avrà ancora un anno di tempo per scrivere la delega. Campa cavallo... Per capire cosa è successo "davvero" è sufficiente citare un caso: quello di Salvatore Sciascia, l'ex manager Fininvest condannato in via definitiva a due anni e mezzo per corruzione della Guardia di finanza e portato nel 2008 in Senato. Come ha votato? Indovinato: a favore.
Il taglio di metà dei parlamentari - Sparito. Non si può chiedere a questa gente di fare harakiri... Pensate... Col porcellum e il 30% dei voti, il PdL garantiva - col premio di maggioranza - 346 deputati alla propria coalizione. All'interno della quale, col triplo dei voti rispetto alla Lega, poteva offrire circa 250 posti ai suoi avvocati, agli ex impiegati Fininvest, e a qualche troia assortita. Col "taglio" di metà dei deputati, col maggioritario che vira dall'altra parte, e col PdL che vira verso i due terzi (e non i tre quarti) di peso nella coalizione, i deputati diventerebbero 315. La parte per tutti i perdenti messi insieme sarebbe di 142 deputati; almeno 25 andrebbero a centristi ed alleati minori del cavaliere. Ne resterebbero circa 120, da spartite con la Lega, in ragione di 25 a 10. Quindi i posticini riservati al coté "italoforzuti" passerebbe da 250 a 85. Al Cavaliere si può chiedere l'impossibile, ma per i miracoli ha bisogno ancora di un po' di allenamento. Morale, di dimezzamento dei parlamentari non si parla più.
Allora non ci resta che affidarci al commento di tale Vefritea sul Corrierone: "...L'unico dubbio è se sezionarli orizzontalmente o verticalmente. Ritengo preferibile la prima soluzione e fare entrare nelle aule solo la parte inferiore, perchè quella superiore (con la testa) hanno dimostrato di non saperla usare..." Grandiosa!
Il "contributo di solidarietà"
# Prima versione: 5% sulla parte di reddito eccedente i 90.000 €, 10€ sulla parte eccedente i 150.000 . Gettito previsto: 4,5 miliardi.
# Seconda versione: idem come sopra, il contributo sarebbe stato "detraibile". "Detraiamo" il 44% (aliquota marginale più elevata), e il contributo diventa del 2,8% e del 5,6%. Le previsioni di gettito si riducono a 2,5 miliardi.
# Terza versione: il contributo di solidarietà sparisce. Gettito previsto: 0,0%
# Quarta versione: contributo del 3% sui redditi eccedenti i 500.000 euro. Quanti sono? Undicimila. In media, di quanto "eccedono"? di poco. Di circa 100.000 euro in media. Contributo di 3.000 ad 11.000 poveri ricchi. Gettito annuale previsto: 33 milioni (MILIONI, non MILIARDI). Tremila euro su 600.000 dichiarati, ad occhio sono lo 0,5% del reddito complessivo. Ce la faranno a farcela?
# Quinta versione: contributo del 3% (non è chiaro se detraibile o meno) a carico di chi guadagna più di 300.000 euro, solo sulla parte eccedente, e solo per tre anni. Quanti sono questi ricchi? Pochini... solo 34.000. Di cui 22.500 dichiarano in media 400.000 euro, mentre 11.500 dichiarano in media 600.000 euro. Media ponderata per i magnifici 34.000? La bellezza di 468.000 euro. Quindi in media pagheranno il 3% su 168.000, ma solo per tre anni. Introito previsto? 350 milioni (non MILIARDI): un tredicesimo dell'introito previsto dalla prima versione. La bellezza di 3.431 euro all'anno in più, pari ad un prelievo dello 0,73% dul reddito denunciato. Insomma, un vero furto con scasso.
Consigliamo caldamente di soprassedere, per il momento, dal lanciare sottoscrizioni e raccolte di fondi in favore dei ricchi che piangono. A quelli viene da piangere, ma solo per le grasse risate. Ora non ci resta che tentare di capire come sia possibile che il gettito totale di una manovra che perde pezzi ogni mezza giornata, contestualmente denunci saldi totali continuamente crescenti. Qualcuno deve aver deciso che alla BCE il Q.I medio sia sotto i 50 punti. Ci puniranno. Tafanus
...toh... i "mercati" hanno già letto il decreto, e cominciano già a pestare...Alle 13 il FTSE-Mib perde l'1,71%. Tanto per cambiare, la peggiore borsa europea...
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