Troppo frettolosamente si è smesso di parlare di Marcoule, e del perchè la follia umana abbia ritenuto di costruire delle centrali nucleari prima, e dei siti di trattamento e stoccaggio di scorie radioattive dopo, in un piccolo paradiso terrestre, sopravvento ad aree densamente popolate come Avignone, Aix-en-Provenze, Marsiglia, Tolone, Cannes, Antibes, Nizza, Montecarlo, Cuneo, Torino, Genova...
Speriamo di fare cosa utile riprendendo questo articolo su BBC News, che mi è stato segnalato da Lorenzo Bellavita, dal Canada. L'articolo dice ciò che non è stato detto sui giornali francesi e italiani di regime. Riportiamo il testo integrale, e, in calce, una sintetica traduzione in italiano. Tafanus
The Marcoule site dates back the dawn of the French nuclear age
The Marcoule site is one of the oldest in France, and played a significant role in the development of the French nuclear and thermonuclear deterrents. It opened in 1956 - well after the US began the era of nuclear armaments, at a time when France was among the nations looking to gain their own seat at the nuclear table.
The earliest reactors generated first data and then plutonium for the first successful French test in 1960. Other defence-oriented reactors followed - and as the world contemplated a new generation of much bigger bombs with much bigger destructive capacity, a new reactor at Marcoule was built to produce tritium, fuel for hydrogen (or thermonuclear) weapons.
On the civilian side, the site also housed the experimental Phenix fast-breeeder reactor, and - since 1995 - it has combined fissile uranium and plutonium into mixed oxide (MOX) fuel, which can be used in nuclear power stations. However, like other sites such as the UK's Sellafield that date from the dawn of the nuclear age, Marcoule's principal activity these days is cleaning itself up.
In the 1950s and into the 60s, the priority was to get the job done - to meet the military imperative of fuel production, to irradiate whatever needed irradiating, without much of a thought about how the facilities would eventually be rendered safe. Marcoule is now dealing with the legacy of radioactive waste that created.
Reports in French media suggest the latest incident occurred in a facility storing waste, with a fire and an explosion killing one person and injuring a further four. So far, authorities are saying there has been no release of radioactive material. The French nuclear programme does not have a stellar record of transparency.
In environmental circles, particular opprobrium is reserved for officials who in 1986 claimed the Chernobyl accident would have no impact on France - a statement lampooned as indicating officials believed radioactive fallout observed national boundaries.
What the incident implies for the future of the French nuclear programme is not entirely clear. If it remains a relatively minor matter, it will probably be passed off as the type of thing that regrettably happens in all types of industrial facility.
However, Marcoule is on the list of candidate sites to host one of the European Pressurised Water Reactors (EPRs) that according to government policy are to provide the next generation of French citizens with nuclear electricity.
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Il sito di Marcoule è uno dei più vecchi in Francia, ed ha avuto un ruolo importante nello sviluppo degli arsenali nucleari in Francia. E' stato aperto nel 1956, all'epoca in cui la Francia era fra le nazioni che volevano guadagnarsi un posto a tavola fra i paesi dotati di armi nucleari.
I reattori più vecchi hanno fornito i primi dati, e quindi il plutonio necessario per i primi test nucleari francesi nel 1960. Altri reattori orientati da ragioni militari hanno fatto seguito, e mentre il mondo inseguiva una nuova generazione di bombe atomiche con un sempre più elevato potere distruttivo, a Marcoule era stato costruito un nuovo reattore, con lo scopo principale di produrre tritio, necessario alla produzione di bombe termonucleari all'idrogeno.
Il sito ha ospitato anche il reattore autofertilizzante sperimentale Phenix, e, a partire dal 1985, ha combinato l'uranio fissile e il plutonio derivato dalla fissione nel MOX (Mixed Oxide), combustibile nucleare che può essere impiegato nelle centrali termo-nucleari. Tuttavia, come accade ad altri siti risalenti ai primordi dell'era nucleare (ad es. Sellafield nell'UK), la principale attività odierna di Marcoule è quella di ripulire se stessa.
Negli anni '50 e '60 la priorità era quella di "fare il lavoro" - di soddisfare l'imperativo militare di produrre combustibile nucleare, di irradiare qualunque cosa necessitasse di essere irradiata, senza preoccuparsi troppo di come, alla fine, gli impianti avrebbero potuto essere messi in sicurezza. Marcoule adesso è alle prese col lascito delle scorie radioattive che ha creato
Circa questo incidente, le autorità francesi dicono che non c'è stato follout radioattivo. Ma l'ente nucleare francese non gode di una storia adamantina di trasparenza.
Nei circoli ambientalisti, sono ricordati con orrore gli amministratori che nel 1986 hanno giurato che Chernobyl non avrebbe avuto alcun effetto in Francia. Un'affermazione derisa dalla satira, che ha chiesto a questi amministratori se fossero convinti che il fallaout radioattivo avrebbe rispettato i confini amministrativiu dei singoli paesi.
Cosa implichi l'incidente di Marcoule sul futuro nucleare della Francia non è ancora chiaro. Se rimarrà una faccenda relativamente piccola, sarà fatta passare come un "incidente industriale", di quelli che possono succedere in qualsiasi tipo di impianto industriale.
E tuttavia non piuò essere trascurato il fatto che Marcoule è uno dei siti candidati ad ospitare una delle centrali nucleari di tipo EPR (European Pressurised Water Reactors), che secondo i piani della Francia dovrebbero fornire elettricità da nucleare alle future generazioni di francesi.
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Sempre li... sempre al centro di un contesto altamente antropizzato, fra Avignone, Aix-en-Orivence, Marsiglia, Nizza, Tolone, Canne.... E mentre un numero crescente di paesi occidentali sta rinunciando, esplicitamente o de factu, alla follia nucleare, la Francia continua imperterrita - almeno a parole - ad andare avanti in questa enoreme follia del XX secolo (spero non del XXI...).
I costi del nucleare? Nessuno li conosce, quelli veri. Li conosceremo quando, a fronte di centrali che hanno prodotto per 30 anni 800/1000 megawatt, potremo aggiungere al costo di progettazione, costruzione, funzionamento, quelli per lo stoccaggio delle scorie eterne, e quelli del decommissioning. Cari nuclearisti de 'noantri, vi spiace se ne riparliamo fra 10 anni, per sapere quale sia stato il costo effettivo e TUTTO COMPRESO del kilowatt prodotto dalle centrali, quando e se saranno messe in sicurezza le scorie, e quando e se si saranno compiuti i processi di decommissioning?
Allora, forse, qualcuno capirà che il costo vero del nucleare sarà stato dieci volte superiore a quello di qualsiasi altra fonte energetica. Tafanus
(Traduzione di Antonio Crea)
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