Quasi la metà delle centrali atomiche francesi non ha passato l’esame dell’Authority per la Sicurezza Nucleare nazionale. Sottoposti a nuovi controlli sulla base delle esigenze di sicurezza aggiornate dopo la catastrofe di Fukushima e quindi alla resistenza a terremoti e inondazioni, ben 8 impianti su 19 sono stati bocciati dalla Asn.
Fra gli aspetti insoddisfacenti dei siti di Golfech, Civaux, Cattenom, Flamanville, Penly, Gravelines, Saint-Alban e Le Blayais, secondo quanto riferito dal settimanale Le Journal du Dimanche, ci sono soprattutto quelli riguardanti la reazione ad ipotetiche catastrofi naturali, all’interruzione dell’alimentazione elettrica con conseguente blocco delle fonti di raffreddamento e la gestione di alcune situazioni di emergenza.
Il periodico francese pubblica anche il contenuto di una lettera datata 23 agosto e indirizzata dall’Asn al direttore della centrale di Cattenom, nell’est del paese. “Non siete stati in grado – si legge nella missiva – di specificare agli ispettori quale sarebbe il vostro piano d’azione post-sismico in seguito a scosse gravi”. Le ispezioni e i rapporti sono stati un complemento agli stress-test sulle centrali francesi stabiliti a livello di Unione Europea dopo la tragedia giapponese, che avevano dato risultati tranquillizzanti.
In tutto sarebbero oltre 200 le “azioni correttive” invocate dagli ispettori nelle 8 centrali inadeguate. Per il direttore della sicurezza dei reattori (in Francia sono 58 quelli in attività), Martial Jorel, “i rischi sismici non sono stati percepiti nel loro giusto valore in Francia, un paese in cui i movimenti tellurici sono poco frequenti”.
La rivelazione sulle carenze degli impianti francesi arriva nello stesso giorno in cui il colosso industriale tedesco Siemens annuncia la sua uscita definitiva dal settore dell’energia atomica. “Noi non saremo più coinvolti nella gestione totale della costruzione di centrali nucleari o nel loro finanziamento, questo capitolo è chiuso per noi”, ha dichiarato il presidente, Peter Loescher, in un’intervista al settimanale Der Spiegel. “In futuro continueremo a consegnare parti convenzionali, come turbine a vapore. Ciò significa che ci limitiamo a tecnologie che non servono solo al nucleare, ma che si trovano anche nelle centrali a gas o a carbone”.
Loescher ha spiegato questo passo, in parte atteso dopo la pessima esperienza fatta dal gruppo con il nuovo impianto finlandese di Olkiluoto (strascichi giudiziari inclusi) e le difficolta a concludere un’intesa con i russi di Rosatom, con l’incidente di Fukushima e con “la posizione chiara presa dalla società e dal mondo politico in Germania”.
L’addio di un’impresa dell’importanza della Siemens al nucleare è infatti l’ultimo colpo alla credibilità di un effettivo rilancio dell’energia atomica su scala mondiale dopo l’annuncio dell’uscita dell’atomo di Giappone, Svizzera, Germania e dopo il referendum italiano.
...e nella centrale-modello finlandese è caos industriale e finanziario...
Finlandia: "Bagno di sangue" a Olkiluoto
La centrale di terza generazione di Olkiluoto doveva essere il fiore all'occhiello di Areva, il gigante nucleare francese, e si sta trasformando nel suo peggiore incubo. La data di fine lavori è slittata dal 2009 al 2012, ed ora secondo il New York Times Areva non osa nemmeno più fissare un termine. Molti, troppi lavori devono essere rifatti perchè svolti da piccole aziende in subappalto che non hanno rispettato le norme di sicurezza (qui un elenco di tutte le violazioni).
I costi sono aumentati di 2,3 miliardi di € ed ora Areva e l'azienda elettrica finlandese TVO si stanno citando in giudizio a vicenda per danni. Il nocciolo del reattore non è ancora stato approntato e non lo sarà finchè non addiverranno ad un accordo.
Forbes ci fa sapere che a causa di questa vicenda nel 2009 i profitti del costruttore nucleare francese sono calati del 79%.
P.S.: per quanto ci riguarda, avevamo dato periodicamente conto, nel corso degli anni, dei continui sforamenti dei costi e rinvii della data di fine-lavori di Olkiluoto. Ora siamo al redde rationem. Vogliamo solo ricordare che Areva avrebbe dovuto essere il socio economico e la guida industriale del nucleare all'amatriciana di Berlusconi & Scajola. Grazie, Fukushima... Ed ora chi gliele racconta, queste cose, al nostro amico Futuro Nucleare? Tafanus
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