"La questione morale in politica, come in tutti gli altri ambiti del vivere pubblico e privato è grave e urgente e non riguarda solo le persone ma anche le strutture e gli ordinamenti”.
Come non essere d'accordo con questa sacrosanta affermazione del card. Bagnasco? Era ora, direbbe qualcuno. Da tempo avrebbe dovuto tuonare su questi registri! E non solo in riferimento al mondo politico, ma prima, anche e soprattutto in riferimento al mondo ecclesiastico, nei confronti del quale, invece, continua vergognosamente a tacere.
Le cronache sociali e politiche di questo pese sono strettamente connesse agli intrighi, i ricatti, i maneggi d'oltretevere. Per restare solo alle ultime cronache. ricordiamo le inchieste giudiziarie su Angelo Balducci (Gentiluomo del Papa nonchè ex Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, indagato per la “cricca” che ruotava attorno alla Protezione Civile di Bertolaso). O il corista nigeriano della Cappella Giulia che compare come procacciatore di incontri per Balducci. Oppure l’inchiesta sui rapporti bancari intrattenuti dallo Ior, la banca vaticana, con Unicredit e altri istituti di credito italiani che sospettano lo Ior per operazioni di riciclaggio.
E gli affitti di favore offerti dal Card. Sepe a politici elargitori di pubblico danaro per lavori non svolti? C'è una catena di interessate e sporche connivenze che lega il malaffare politico con il malcostume ecclesiastico da far paura. La monnezza di Napoli, al confronto, sembra solo coreografia.
Da una inchiesta condotta dall'Europeo nel 1977, risultava che un quarto del patrimonio immobiliare di Roma era di proprietà del "Vaticano e Affini: cpngregazioni, collegi, case sante, istituti ecclesiastici, rettorati, pie società, capitoli, abbazie e una serie infinita di enti e ordini monastici...!
Questa chiesa non mi appartiene e non le appartengo. Io sono figlio di quella chiesa che dichiarava, negli anni aurorali del Concilio:
"La Chiesa non pone la sua Speranza nei privilegi offertile dall'autorità civile. Anzi essa rinunzierà all'esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro uso può far dubitare della sincerità della sua testimonianza o nuove esigenze esigessero altre disposizioni" (Gaudium et Spes, 76).
Dalla rinuncia ai diritti legittimamente acquisiti siamo naufragati nel pantano di privilegi subdolamente usurpati! Anche il discorso dell'Ici rientra in questo capitolo. Dovrebbe essere lei, la Chiesa, a reclamare il pagamento di una tassa su immobili adibiti ad usi diversi dal culto: scuole, cliniche, istituti/alberghi ecc., invece che scagliare fulmini e saette ogni volta che viene toccato il problema.
Sì! Questa chiesa non mi appartiene e io non le appartengo!
Aldo Antonelli
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