Così l'Espresso del 22 Ottobre 1998 traccia l'impietoso caso della caduta del Governo Prodi del 1998, distribuendo equamente i "meriti". Fra i premiati, quell'Arturo Parisi che oggi vorrebbe mandare al macero quel Bersani che lo ha strabattuto alle primarie del PD, che ha fatto resuscitare il PD nei sondaggi nonostante Penati, e che ha ridato una speranza al centro-sinistra.
Lo stesso Parisi sponsor e motore di quella Margherita che coi suoi tanti (troppi) teo-con e teo-dem nutriti a pane e cicoria (non solo Rutelli, ma anche la Binetti ed altri transfughi), ha provato a distruggere il PD (e quindi, di fatto, il centro-sinistra). Ora Parisi attacca, e chiede le dimissioni (addirittura!) di Bersani, reo di non pensarla come lui, ma come il 98,5% del PD. Complimenti, Parisi. Ma si prenda una lunga vacanza, grazie. O si iscriva al movimento dei Rottamatori. Credo che sarebbe il benvenuto, a fianco del soporifero Pippo Civati, e del rientrante (sembra) Matteo Renzi, che peraltro viene, come lei, dall'Azione Cattolica. Tafanus
SCIOCCO - Fausto Bertinotti: affossa il governo di centro-sinistra per futili motivi. "O svolta o rottura", ha ripetuto per mesi come un automa. Alla fine è rottura; ma, insieme con la maggioranza del 21 aprile '96, si rompe anche il partito della Rifondazione Comunista. Bel capolavoro.
SPAESATO - Enrico Micheli: dal suo ufficio a palazzo Chigi, per più di due anni gestisce accortamente il difficile rapporto con Bertinotti. Sfidando le ire dalemiane. Ma all'improvviso, dopo l'ultima estate, la sua diplomazia si inceppa. L'ex capo del personale Iri non conosce più gli uomini?
LACRIMOSA - Tiziana Valpiana: bertinottiana quasi pentita, la parlamentare si arrovella, si macera, si dispera, piange nell'anti-bagno di casa con la coinquilina Rosanna Moroni, cossuttiana; all'ultimo momento porta il suo voto all'ammasso del compagno Fausto e del Polo. Addio Prodi.
COCCIUTO - Romano Prodi: "Giocatore abilissimo ma rigido" per Giovanni Sartori ("La sua forza è di ostinazione"), potrebbe salvare il governo chiedendo aiuto a Francesco Cossiga. Ma non lo fa. Eppure l'Udr ha detto sì al Documento di Programmazione Economica e Finanziaria.
LIBRESCO - Arturo Parisi: accusato di aver sbagliato i conti, di non essersi procurato i dovuti appoggi alla Camera, il sotto-segretario della presidenza del Consiglio se la cava buttandosi sul politichese più astruso ("Mettevamo al primo posto la difesa del bipolarismo"). Contento lui...
TRIPLO-GIOCHISTA - Silvio Liotta: ex dc, nella primavera 1996 si fa eleggere deputato da Forza Italia; poi abbandona il Polo e passa a Rinnovamento italiano; infine tradisce anche Lamberto Dini e, il fatale 9 ottobre, nega a Prodi il voto
VENDICATIVO - Angelo Giorgianni: ex sottosegretario all'Interno, licenziato brutalmente dall'Ulivo per sospetti mai chiariti (non c'era neppure un avviso di garanzia), si rifà convincendo il suo compagno Liotta a dire di no a Prodi. Degno partner nella moral suasion: Vittorio Sgarbi.
DISTRATTO - Massimo D'Alema: nello scivolone non ha colpe dirette. Ma per oltre due anni si è concentrato su riforme improbabili, su inutili dialoghi con Berlusconi, su velleitari progetti di Cosa Due. Su tutto, insomma, tranne che sul rafforzamento dell'Ulivo e del suo governo.
CIECO - Luigi Manconi: portavoce dei Verdi, invece di fare l'ambientalista si diletta nell'opporre veti a Cossiga. Alla fine, Angelo Sanza (Udr) sbotta: "Ci hanno chiesto i voti per tutta la notte, poi leggiamo Manconi su "Repubblica" che dice: "Mai con Cossiga"" E allora andate a....
AVVENTUROSO - Walter Veltroni: mentre la tempesta si avvicina, lui semina vento. Al "Corriere" consegna due diktat: primo, nessun allargamento della maggioranza; secondo, elezioni immediate se il governo cade. Ancora pochi giorni e la linea dura dà i suoi frutti. Velenosi.
EGOISTA - Irene Pivetti: diserta il voto di fiducia perché, dice, nessuno le ha spiegato che la sua presenza è necessaria. Ma il sottosegretario Parisi giura di averle rivolto un drammatico appello: "Ci sono momenti in cui decisioni storiche dipendono dalle scelte di una singola persona..
CINICO - Enrico Boselli: la fiducia a Prodi lui la vota. Per mesi, però, la sua impuntatura nel sollecitare il varo di una commissione d'inchiesta su Tangentopoli contribuisce a disgregare l'Ulivo. Forza Italia ringrazia commossa: nella coalizione di maggioranza ognuno va per conto suo...
MESCHINO - Silvio Berlusconi: caduto il governo, brinda con champagne Krug millesimé. Che fosse soltanto un multimiliardario, si sapeva. Che avesse gusti così prevedibili, però, non era scontato. E nemmeno che la nuova figuraccia del sistema Italia lo eccitasse a tal punto.
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