...sia detto con malcelata soddisfazione... il sottoscritto ci ha messo circa tre ore e mezza, nel 2007, a capire che Grillo era un comico in disfacimento (come il Bagaglino). Marco Travaglio ha impiegato tre anni e mezzo, ma alla fine è arrivato. Questione di riflessi. Ora persino Marco si è accorto, e ha mollato il comico che non fa più ridere... Tafanus
Grillo attacca il Fatto: “Residuati dell’Unità”. E Travaglio lo scarica.
Beppe Grillo ultimamente non ne ha azzeccata una. Politicamente parlando, si intende. Ha cominciato all’indomani del primo turno delle amministrative, dicendo di Pisapia (ieri proclamato personaggio della Rete dell’anno) che era uguale alla Moratti (e la nostra risposta non è tardata ad arrivare). All’indomani del ballottaggio, definì il neo-sindaco “Pisapippa” (e anche in quel caso, ci siamo fatti sentire), precludendosi quindi la possibilità di poter avanzare qualsiasi critica futura all’operato del Sindaco (anche noi quando vediamo che qualcosa non va, lo scriviamo, si chiama diritto di critica). Poi ha cominciato a fare terra bruciata intorno agli aderenti del suo Movimento, insultando sistematicamente tutti i possibili interlocutori che potevano avere sul territorio (forse Grillo non lo sa, ma la cooperazione con altre forze per cercare di portare avanti il proprio programma è l’abc della politica, soprattutto quando si è 1 o 2 contro 40 consiglieri).
L’ultima bravata del comico genovese si è realizzata in un post del suo blog, “Soli“, in cui, tra gli altri, Grillo insulta Antonio Padellaro e Furio Colombo, accusati di essere “Giornalisti schierati, residuati dell’Unità che ha sempre vissuto di contributi pubblici“. Decisamente troppo, tanto che non solo sono andati su tutte le furie i lettori della testata giornalistica online dell’anno, ma anche Marco Travaglio, che ha deciso di sospendere la rubrica che oramai durava da tre anni e mezzo “Passaparola“.
Grillo, forse capendo di averla fatta grossa stavolta, in un commovente mini-post intitolato “Arrivederci Marco“, lo ringrazia e spera sia un arrivederci. A quanto pare, dopo gli insulti, sarà un addio definitivo. La domanda ora è: quanto conviene agli eletti del Movimento 5 Stelle tenersi Grillo, che ogni giorno con le sue sparate manda all’aria il loro costante lavoro sul territorio? Ha senso dire che non si è un partito, se poi alla fine comanda e dà le direttive uno solo, esattamente come in partiti per nulla democratici come Pdl, Idv e Sel?
Forse sarà il caso che questa riflessione la facciano al più presto. Perché “Soli”, da che mondo è mondo, non si va da nessuna parte. Per dirla con Berlinguer: “Il riscatto e la liberazione dei giovani, degli uomini e delle donne presuppone sì un impegno della singola persona e il rispetto delle sue libertà e aspirazioni personali nei vari campi, ma soprattutto uno sforzo collettivo, un’opera corale, una lotta comune. Insomma, si può andare avanti sulla strada del progresso politico, culturale e sociale di questo Paese solamente se si agisce insieme e non solo uno per uno.“
(da enricoberlinguer.it)
(cortese segnalazione di libertàvocercando)
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