E' bufera su Formigoni e sul Pdl - Chiusa l'inchiesta sulla sottoscrizione delle liste per le elezioni regionali in Lombardia - Fra i 15 indigati ci sono quattro consiglieri provinciali e la collaboratrice di Nicole Minetti
Per le elezioni regionali lombarde del marzo 2010 sono state apposte, in totale, 926 firme false a sostegno della liste di Roberto Formigoni e del Pdl. Lo scrive il procuratore aggiunto milanese Alfredo Robledo nell'avviso di chiusura delle indagini per falso ideologico, notificato in queste ore a 15 persone, tra cui quattro consiglieri provinciali milanesi del Pdl e Clotilde Strada, collaboratrice di Nicole Minetti e all'epoca responsabile del partito per la raccolta delle firme.
Gli indagati, oltre alla Strada, sono Massimo Turci, Barbara Calzavara, Nicolò Mardegan, Marco Martino, Donatella Agliardi, Luca Del Gobbo, Maurizio Borghetti, Fabrizio Figini, Franco Binaghi, Emanuel Piona, Massimo Vergani, Nicoletta Castellani, Gianluigi Secchi e Nicola Buonsante. Le difese hanno 20 giorni di tempo dal momento della notifica per depositare memorie o per chiedere un interrogatorio: la Procura potrà avanzare a quel punto le eventuali richieste di rinvio a giudizio.
Sulla vicenda interviene il governatore Formigoni: "La coalizione Pdl-Lega è legittimamente al governo di Regione Lombardia perché votata dal 57 per cento degli elettori lombardi. Se ci sono state irregolarità, per esempio nella raccolta delle firme, esse saranno sanzionate. Ma tali irregolarità dovranno essere verificate secondo tutti i crismi previsti dalla legge: per ora ha parlato soltanto la pubblica accusa. Dovrà parlare la difesa e poi deciderà solo e soltanto un giudice terzo" (1)
Le indagini degli inquirenti hanno accertato la falsità di 618 firme presentate per la lista "Per la Lombardia" di Formigoni (a sostegno del listino ne vennero presentate circa 3.800 in totale e la quota necessaria per legge è di 3.500) e di 308 firme per la lista della circoscrizione provinciale milanese del Pdl. Secondo gli inquirenti, il sistema di falsificazione delle firme per le elezioni del 28-29 marzo 2010 era già stato messo in piedi tra gennaio e febbraio. Clotilde Strada, come si legge nell'avviso di chiusura (che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio), ha agito "in qualità di vice responsabile del settore elettorale del Pdl Lombardia, ma in concreto unica effettiva responsabile dell'attività di raccolta delle firme dei sottoscrittori necessarie per la presentazione delle liste". E ha agito in "concorso" con i consiglieri provinciali Turci e Calzavara, assieme agli altri due consiglieri Mardegan e Martino.
Strada, stando al capo di imputazione, avrebbe consegnato a Turci e Calzavara, nell'ambito di un "disegno criminoso", gli "elenchi dei sottoscrittori" delle liste "già compilati con le generalità complete e le firme apocrife". I consiglieri, che dovevano autenticare le firme in qualità di "pubblici ufficiali", attestavano invece "artatamente" di avere "previamente identificato ciascun sottoscrittore con il documento", quando in realtà non lo avevano fatto. E in più, sempre stando all'imputazione, attestavano "falsamente" come "vere, autentiche e apposte in loro presenza" firme che non lo erano.
Al consigliere Turci è contestato di avere da solo autenticato 536 firme false del listino di Formigoni e 205 di quello del Pdl. L'inchiesta era nata a seguito di un esposto dei Radicali, che dopo aver dato battaglia nei tribunali amministrativi per chiedere l'annullamento delle elezioni, si erano presentati con tre scatoloni con dentro oltre 500 firme da loro ritenute false. Nel corso delle indagini era anche stato sentito come teste Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano ed ex coordinatore lombardo del Pdl.(repubblica.it)
(1) La formigoniana lezione di banalità e ovvietù tenuta dal pupillo di Comunione e Ristorazione": "...tali irregolarità dovranno essere verificate secondo tutti i crismi previsti dalla legge: per ora ha parlato soltanto la pubblica accusa. Dovrà parlare la difesa e poi deciderà solo e soltanto un giudice terzo..."
...e noi che eravamo convinti che bastasse la parola dell'accusa, che la difesa non avesse diritto di difendere, e che a decidere non fosse un giudice terzo, ma la Direzione del PD... Ora tentiamo l'impossibile: cerchiamo di togliere a Formichino il vizio berlusconiano di pensare che basti "aver preso i voti" per essere "legibus solutus"... Tafanus
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