Di fronte ad un dito che indica la luna i cretini si fermano a guardare il dito. Non voglio cadere nel tranello, e le grida dei trecentomila manifestanti di Roma mi toccano più che i vandalismi di cinquecento delinquenti. I milioni di morti per fame che produce la nostra economia mi bruciano di più dei duecento feriti della capitale. La violenza del nostro sistema che prende alla gola, strozzandoli, popoli interi, mi indigna più che quella sfasciona dei gruppi d'assalto. Questa la condanno ma non me ne faccio distrarre.
"Io non ho debito", c'era scritto su uno striscione della manifestazione. Io avrei scritto: "Noi non paghiamo debiti". Il sistema dei debiti è un sistema collaudato di altro strozzinaggio.
Nel 2009 i poteri pubblici dei paesi in via di sviluppo avevano rimborsato l'equivalente di ventotto volte ciò che dovevano nel 1970. Nel frattempo il loro debito era stato moltiplicato per trentadue! (Cfr: Damien Millet Le Monde Diplomatique luglio 2011, n.688, peg. 7).
"Uno stato non potrebbe chiudere le sue scuole, le sue università e i suoi tribunali, sopprimere la sua polizia e negligere i suoi servizi al punto di esporre la sua popolazione al disordine e all'anarchia semplicemente allo scopo di disporre dei fondi necessari per fare fronte ai suoi obblighi verso i suoi creditori esteri" (Annuaire de la Commission du droit international de l'ONU,1980, p.48).
"Nessun governo democratico può sopportare la prolungata austerità e le riduzioni di bilancio dei servizi sociali pretesi dalle istituzioni internazionali"! Parola non di un comunistaccio rivoluzionario. No. Lo ha detto l'ex segretario di stato americano Henry Kissinger.
E dunque, se la logica non è un optional, se i fatti non sono invenzioni: basta con questa storia che i debiti vanno pagati. Non paghiamo più i debiti a nessuno! Se qualcuno di coloro che mi leggono potrà aiutarmi gliene sarei molto grato. Non so: ma a chi, l'Italia, dovrebbe pagare il debito? Chi sono i suoi creditori? Quanto hanno ricevuto finora come pagamento? Chi sa mi aiuti.
Aldo Antonelli
Caro Aldo, concordo sul primo 90% del tuo scritto, non sull'ultimo 10%. Quello che sta succedendo in Grecia è la dimostrazione per acta di ciò che scrivi. Hanno prima concesso crediti imprudenti ed illimitati ad un paese (sia pure alquanto imbroglione), e adesso vorrebbero farlo "rientrare" con metodi coercitivi, a costo di ridurlo definitivamente in miseria, e con ciò stesso rendergli impossibile qualsiasi possibilità di risollevarsi.
Il debito italiano, è vero, è diverso. E' quasi tutto debito interno. Però ciò non cambia il fatto che non pagare i debiti significa non ottenere altri crediti. E quindi significherebbe, in prospettiva - neanche troppo remota - fare la fine della Grecia. Il giorno in cui non riuscissimo a piazzare altri btp, coi quali abbiamo vissuto e continuiamo a vivere al di sopra delle nostre possibilità, non ci resterebbe che dichiarare fallimento, uscire dall'euro, e rimettere in moto la macchinetta stampa-lire, e l'inflazione al 18%. Che è il modo più sicuro per scaricare tutto il peso della nostra miserevole economia su salariati e pensionati a reddito fisso.
No, non funziona. Abbiamo purtroppo ancora bisogno della fiducia del mondo finanziario, se non vogliame finire in default anche noi. E per avere questa fiducia, c'è un solo metodo: che ogni anno dobbiamo ridurre questa montagna di 1900 miliardi di euro di debito almeno di un euro. Significa che non basta arrivare al pareggio di bilancio, ma dobbiamo arrivare ad un avanzo primario che copra almeno tutto il costo del servizio del debito pubblico, più un euro, un piccolo euro simbolico.
Questo ci impoverirà, ma non ci sono alternative. Il problema è semmai un altro. Il conto non devono pagarlo i soliti noti, ma chi non ha mai pagato. Devono pagarlo corrotti e corruttori, appartenenti alle inutili caste, e i grandi ricchi (e grandi evasori) che non hanno mai pagato.
Invece vaneggiamo di abolizione delle pagelle, di un nuovo, indecente condono chiamato pudicamente concordato, e di un'addizionale sull'aliquota IRPEF più alta. Niente di male, ma addizionale sull'IRPEF significa sempre e comunque far pagare a contribuenti noti al fisco, ed in percentuale del reddito "dichiarato", e non necessariamente del reddito effettivo. Sul piano fiscale, esiste un'unica via maestra. Si chiama patrimoniale, ma questa cosa, nel PdL, suona come una bestemmia. Quindi rassegnamoci al peggio.
Tafanus
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