Prima di scrivere alcune note a Mario Sechi, Direttore del "giornale indipendente" Il Tempo, voglio riportare, quanto più fedelmente possibile, il suo editoriale di oggi, qualora a qualche distratto kretino di internet fosse sfuggito
Il complotto e il kretino di Internet - Al kretino di internet non puoi fargliela sotto al naso. Egli scova nel corteo pacifista e democratico infiltrati di ogni tipo. In collaborazione con la premiata ditta di Repubblica questo gruppone di intelligentoni ha centrato lo scoop del secolo
("Il Tempo" - Editoriale di Mario Sechi - Lunedì 17 Ottobre, ore 08:17)
Il moderno contestatore ha un arsenale composto da due strumenti: internet e l’estintore. Dopo i fatti di Genova, ci fu chi promosse con una certa preveggenza il seguente tema: «L’estintore come strumento di pace». Di questo argomento si occupa da par suo in queste pagine Davide Giacalone, io invece mi dedicherò alla Rete e all’esistenza di un tipo umano particolare: il kretino di internet.
È un soggetto davvero interessante, non lo batte nessuno, è il più furbo e intelligente essere mai apparso sulla faccia della terra, sfida la biologia e il darwinismo, è praticamente infallibile. Sa tutto, vede tutto, scopre tutto. Al kretino di internet non puoi fargliela sotto al naso. Soprattutto quando si tratta di complottoni. Egli scova nel corteo pacifista e democratico infiltrati di ogni tipo. Basta la parola e il «popolo della Rete» monta una ricostruzione dei fatti a prova di bomba. In collaborazione con la premiata ditta di Repubblica - specializzata in trama e ricamo - questo gruppone di intelligentoni ha centrato lo scoop del secolo: c’è un barbuto testimone impassibile che appare e scompare continuamente dalla scena del crimine. Occhialoni neri, barba incolta, capello folto e disfatto, prima è in via Cavour che con sguardo glaciale assiste allo sfasciamento di una vetrina, poi ancora in piazza San Giovanni.
Foto, testimonianze dirette e indirette. Sembra uno che conosce bene i questurini, gli odiati sbirri. Migliore del mago Houdini nel liberarsi dalla folla, più veloce di Flash Gordon negli spostamenti. Chi è? Un oscuro funzionario di polizia? Un uomo dei servizi segreti? Il popolo viola, dalla sua dependance girotondista della Rete, leva la sua voce, la faccenda s’ingrossa, evvai con James Bond. È un caso degno del commissario Basettoni e dell’ispettore Clouseau. Mi dispiace, siamo arrivati prima noi. Il nostro Fabrizio Dell’Orefice ha usato il suo intuito partenopeo e ha scovato l’uomo misterioso, l’infiltrato. E lo ha intervistato. Si chiama Fabio Di Chio, cronista di nera a Il Tempo fin dal 1987. Non c’è molto altro da aggiungere, invio i miei più cari saluti agli amici di Largo Fochetti e al kretino di internet.
Mario Sechi - Direttore del "quotidiano indipendente" Il Tempo.
Caro Sechi,
"mi consenta" (per usare un'espressione mutuata da un signore al quale lei è molto caro, e che è molto caro a lei... Arriva tardi, arriva male. Uno come lei, poteva fare di meglio. Ma cominciamo da Romolo e Remolo, come direbbe il più grande statista italiano degli ultimi 150 anni.
Dunque, tutto inizia due giorni fa. Repubblica, e molti siti (incluso quello del kretino di internet che le scrive), pubblicano una foto che - mi consenta - del tutto normale non appare. Repubblica, si... proprio quel "gruppone di intelligentoni" - come lei definisce Repubblica con sprezzo del ridicolo - che "tira", a spanne, sedici volte più del suo "giornale indipendente" dal buon gusto. Repubblica da 600.000 a 750.000 copie, Il Tempo 40/42.000 copie.
Ma forse il suo giornale indipendente si rifà con l'edizione online. Mi piace, controllare i fatti... Quindi vado a controllare su Alexa.com la diffusione in rete degli intelligentoni di Repubblica, e degli indipendenti del Tempo. E cosa scopro? Che la diffusione on line delk suo apprezzatissimo giornale è esattamente 1/60° (un sessantesimo) di quella degli intelligentoni di Repubblica. A questo punto la curiosità è forte, e voglio vedere di quanto un giornale indipendente, che ha avuto alle spalle Monti, Caltagirone, GIanni Letta, Bonifaci, e che ha un direttore del suo valore, perennemente assiso in TV, stracci, per esempio, un blogghino individuale, non appoggiato da nessuno. Il blog che sta leggendo, ad esempio... Ebbene, con tutta la sua potenza di fuoco ed il suo armamentario di intelligenze, Il Tempo supera il Tafanus di ben 6,4 volte. Ho deciso. Domani mi impiccherò al cordone del mouse.
Ma torniamo a noi. Qualcuno scova in rete una seconda foto: sempre il misterioso personaggio, che questa volta non è più tranquillamente e distrattamente installato fra delinquenti che sfondano una porta a vetri blindata di una banca, ma in un gruppetto di poliziotti in tenuta antisommossa. Vede, Sechi, la rete ha tre pregi:
-a) la immediatezza. Le notizie arrivano, e sono giù in rete;
-b) la capacità di moltiplicare e diffondere le notizie per partenogenesi, in progressione geometrica;
-c) l'indipendenza: dato che noi kretini internet abbiamo spese relativamente basse, non siamo costretti a stare sotto padrone. Siano kretini, ma indipendenti.
Quindi, in un attimo, le due foto fanno il giro della rete. E la rete (che anzichè nascondere o masturbare le notizie, le diffonde e si interroga - e interroga), si chiede quale sia il ruolo del "personaggio".
Un curioso? non credo... con tutto ciò che si è scritto della feroce stupidità dei black bloc, chi si azzarderebbe a stare ad un metro da quei tizi intenti a compiere un reato? No, non regge... E poi, anzichè curiosare - come sarebbe d'obbligo per un curioso - se ne sta tranquillo, quasi annoiato, a guardare da un'altra parte...
Un poliziotto in borghese, visto che poi lo ritroviamo fra i poliziotti? Apriti cielo! I kretini di Internet vengono ricoperti di insulti. Il più gentile? "Siete dei complottisti! Fra i due personaggi non cìè alcuna rassomiglianza!"
Qualcuno avanza l'ipotesi del "giornalista", ma sorgono molte domande... Perchè i giornalista non fa il giornalista? Che so... una macchinetta digitale, una telecamerina, un taccuino, almeno! Niente... E' li, sembra in coma vegetativo, non fa un cazzo, guarda da un'altra parte... E poi, se fosse un giornalista (intendo un giornalista di un giornale non "vicino" al potere politico) sarebbe cacciato a calci in culo o dai black bloc, o dai poliziotti. Sono fazioni opposte, no? Invece questo giornalista sembra sentirsi a suo agio in entrambi i contesti. Niente tensione, niente paura... Oddio, se fosse andato in quei luoghi un volto noto del giornalaccio Repubblica (che so... un Antonello Caporale, un Massimo Giannini...) sarebbe stato massacrato prima a sprangate dai black bloc, poi a manganellate dai poliziotti. O no?
Insomma, sembra esserci una sola tipologia di personaggio compatibile con le due situazioni. Qualcuno che sia gradito (o almeno ben tollerato) sia dalle guardie che dai ladri.
Oggi, finalmente, con due giorni di ritardo sui fatti, e quando ormai molti si avvicinano all'identità del "personaggio", ecco lo scoop che scoop no è: il personaggio è un suo uomo. Caspita, che c'è di strano? Fa il suo mestiere di cronista. Su come lo faccia, ne parleremo più avanti. Per ora, concentriamoci su una domanda cretina (anzi, kretina): perchè Il Tempo ha fatto outing con due giorni di ritardo? A pensar male... Forse perchè "io speriamo che me la cavo", ma quando tutto sta per emergere, ai kretini della carta stampata sembra più funzionale fare outing, con pretese di normalità, anzichè essere irrimediabilmente smascherati dai kretini 2.0?
E veniamo alle domandine. Le faremo una volta sola.
-a) Perchè il cronista è così tranquillo, nell'essere testimome, ad un metro di distanza, di un crimine in atto?
-b) E' quello il modo di fare i "cronista"? Disinteressandosi della cronoca? senza riprendere o fotografare alcunchè? Guardando altrove con aria annoiata?
-c) Cosa ci fa coi poliziotti? Perchè è così ben tollerato? Pensa che se si fosse presentato, poniamo, Marco Travaglio, o Antonello Caporale, sarebbero stati "embedded" con altrettanta benevolenza?
-d) Perchè mai lei, così aduso al giornalismo-lampo, ci mette 48 ore a fare outing?
Vede, Sechi, fra media diversi ci dovrebbe essere una sorta di tacito patto di rispetto reciproco. Un giornale che per difendere l'indifendibile, anzichè spiegare le cose in maniera convincente, attacca un giornale "concorrente" (...oddio... concorrente a distanza siderale...), o attacca i "kretini di Internet" (ai quali mi onoro di appartenere), non rischia di essere scambiato per un livoroso "kretino cartaceo", beccato con le mani nella marmellata? Perchè vede, Sechi, il pedegree del suo giornale non è proprio di quelli da presentare alla giuria del Premio Pulitzer per candidarsi al premio. Vogliamo ripassare il curriculum del Tempo, e dei suoi direttori "indipendenti"?
Storia del nostro TEMPO
LA PROPRIETA' - Il giornale nasce da Renato Angiolillo, che lo lancia, nell'immediato dopoguerra, con la pubblicazione dei diari di Galeazzo Ciano. Un buon pass-partout... Nel 1958 entra nel managemente del Tempo tale Gianni Letta (...si, proprio lui...). Alla morte di Angiolillo, nel 1973, Gianni Letta assume anche la direzione editoriale del Tempo, che conserva fino al 1987. Quando... lascia il Tempo per assumere responsabilità manageriali nel Gruppo Fininvest, appartenente a tale Berlusconi Silvio. Si, proprio lui!
Nel 1990 è anche il giornale passa al petroliere Monti per la totalità del pacchetto azionario. Monti, editore insieme a Riffeser di noti giornali progressisti (La Nazione, il Resto del Carlino...). Nel 1995, altro passaggio. Il Tempo passa nelle mani di Francesco Gaetano Caltagirone (amicone di Andreotti e di Francesco Evangelisti: quello del celeberrimo "..ah Frà, che te serve?", nonnchè suocero di Pierferdi Casini). La proprietà passa di mano per 81 miliardi di lire (praticamente un milione di lire per copia giornaliera venduta. Un affarone).
Un annetto, e il giornale cambia ancora di mano. Passa a Domenico Bonifaci. Vi dice niente, il nome? Scrive il Corsera, nel suo Archivio Storico (21 luglio 1996):
"...chi e' Domenico Bonifaci? Fino a pochi mesi fa un perfetto sconosciuto. Almeno per il grande pubblico. Poi i verbali del processo milanese sulla "madre di tutte le tangenti" (Enimont) hanno rilevato che nell' ambiente era, e come, un personaggio di rilievo. Tanto che nell' 89 Raul Gardini si rivolse a lui per racimolare 150 miliardi da mettere in nero. In cambio Bonifaci si fece dare societa' immobiliari in zone edificabili a Roma e a Milano. Durante il processo milanese si vanto' di avere preso "a malapena" la quinta elementare e di essere un "palazzinaro" verace. E quando Di Pietro gli chiese conto del suo ingente patrimonio, rispose: "E tutta robba mia". Ad ogni modo collaboro' con la giustizia. E pochi giorni fa si e' meritato la prima pagina di molti quotidiani con il suo "obolo" per patteggiare la pena di undici mesi: 54 miliardi di lire, finora record assoluto..." (...caspita! 4,9 miliardi di lire al mese o, se preferite, 163 milioni al giorno... Indubbiamente, un uomo di grande "valore"... NdR)
Continua il Corsera: "...Dicono che sia amico dello stesso Caltagirone, di Sergio Cragnotti, ma anche di Domenico Gramazio, il deputato di An soprannominato "il pinguino", celebre per le sue battaglie anti zingari. Navigherebbe quindi, ampiamente, negli ambienti della Destra romana. Fatto che per Il Tempo potrebbe significare garanzia di continuita'..."
DIREZIONI E DIFFUSIONE (Dati Ads - Accertamento Diffusione Stampa)
ANNO Direttore Diffusione
1996 Giovanni Mottola, G.P.Cresci 78.000
1997 Maurizio Belpietro, G.P.Cresci 72.000
1998 G.P.Cresci 66.000
1999 G.P.Cresci, Mauro Trizzino 63.000
2000 Mauro Trizzino, Giuseppe Sanzotta 54.000
2001 Giuseppe Sanzotta, Mino Allione 50.000
2002 Mino Allione, Franco Bechis 50.000
2003 Franco Bechis 52.000
2004 Franco Bechis 47.000
2005 Franco Bechis 48.000
2006 Franco Bechis, Gaetano Pedullà 51.000
2007 Gaetano Pedullà, Giuseppe Sanzotta 46.000
2008 Giuseppe Sanzotta 47.000
2009 Roberto Arditti 44.000
2010 Mario Sechi 44.000
SUCCESS STORIES - Lasciando perdere i numeri, che parlano da soli, vediamo chi sono i direttori più noti di questa formidabile testata (de minimis non curat praetor...):
GIAN PAOILO CRESCI - Fanfaniano doc. piduista (tessera 525)
MAURIZIO BELPIETRO - Condannato in primo grado per diffamazione dal Tribunale di Desio, per affermazioni relative al caso di Piergiorgio Welby, avendo paragonato il medico Mario Riccio ai «boia aguzzini che eseguono le sentenze capitali negli USA». Nell'ottobre 2009 è indagato dalla Procura della Repubblica di Roma per vilipendio al Capo dello Stato per un articolo su Libero del 20 settembre 2009. Nell'aprile 2010 è stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione per diffamazione nei confronti dei magistrati Giancarlo Caselli e Guido Lo Forte, per un articolo del 2004, quando era direttore de Il Giornale. Nel luglio 2011 la Procura di Milano lo ha iscritto nel registro degli indagati per vilipendio al Capo dello Stato a causa del titolo, apparso su Libero, "Assedio ai papponi di Stato" e per via di una vignetta correlata in cui è rappresentato, tra gli altri, Giorgio Napolitano mentre impugna coltello e forchetta con l'evidente intenzione di cibarsi di una pizza a forma di Italia. (insomma, tecnicamente un pregiudicato). Ha avuto un momento di celebrità per aver subito un tentativo di attentato da un attentatore che non ha visto nessun occhio umano o telematico.
FRANCO BECHIS - Molto amato nei dintorni di CL. Conduce un fantastico blog ( fbechis.blogspot.com ) di cui non frega niente a nessuno (una media di 65 visite al giorno, UN commento negli ultimi 8 giorni. Nonostante le asfissianti comparsate TV. Adesso occupa la fantastica posizione di vice di Maurizio Bekpietro presso "Libbbero"
ROBERTO ARDITTI - Professione desaparecido - E' stato direttore del Tempo pewr un anno circa, prima di Mario Sechi, contribuendo all'insuccesso del giornale, che sotto la sua direzione ha perso il 7% di diffusione in un anno. Ha condotto una trasmissione radiofonica su RTL 102.5 con Andrea Pamparana e Fulvio Giuliani. E scusate se è poco.
MARIO SECHI - Nel 1994 viene assunto a il Giornale, per il quale è caporedattore a Genova e poi a Milano. Dal 1998 all'ottobre 2001 torna in Sardegna per dirigere L'Unione Sarda di Nichi Grauso (1). Nel novembre 2001 ritorna a il Giornale, dove ricopre l'incarico di vicedirettore e capo della redazione romana. Dopo sei anni, nell'ottobre del 2007 passa al settimanale Panorama, sempre con l'incarico di vicedirettore e capo della redazione romana. Nell'agosto 2009 viene nominato vicedirettore di Libero. Dall'8 febbraio 2010 è direttore del quotidiano romano Il Tempo (...insomma, esperienze quasi solo in ngiornali lontanissimi dal berlusconismo... NdR)
(1) La strana storia di Nichi Grauso - E' quello che rivela di aver pagato, nelle campagne di Esterzili, il riscatto per la liberazione di Silvia Melis. La magistratura cagliaritana smentirà con forza che sia mai stato pagato un riscatto, asserendo che Silvia Melis si sarebbe liberata da sola, e tuttavia Grauso terrà duro sulle sue posizioni, finendo indagato per favoreggiamento. Candidatosi nel 1998 a sindaco di Cagliari, ottenendo circa il 10 per cento dei voti, Nicola Grauso entrerà in prorompente polemica con la magistratura di Palermo e di Cagliari dopo l'agosto 1998, quando il giudice Luigi Lombardini, imputato con lui di tentata estorsione ai danni del padre di Silvia Melis, si suiciderà tragicamente nel proprio ufficio; ne seguiranno accese polemiche e, in particolare, un'iniziativa della Procura della Repubblica di Cagliari intesa a propiziare il commissariamento de L'Unione Sarda per debiti [...]
...Ecco, caro Sechi... nessuno è perfetto. Esistono i "kretini 2.0", ed esistono i "kretini Cartacei". Esiste gente libera, ed esiste gente leggermente dipendente. Come diceva il mio povero babbo, il mondo è bello, perchè è avariato. Con immutata disistima,
Tafanus (Kretino 2.0)
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