Il cerchiobottismo doc di Panembianco, oggi ha superato ogni record - Peggio di Beppe Grillo, che almeno ha l'alibi della bassa scolarità. L'articolessa di oggi lascia senza parole. Per la mancanza di profondità, per il livello di confusione mentale, politica e ideologica, e per la totale assenza di proposta. Articolessa tanto più insipiente oggi, alla luce della conferenza stampa congiunta Sarkozy-Merkel, che passerà nell'antologia di Blob per le risate (a stento trattenute), che i due hanno sfoderato alla domanda di alcuni giornalisti sui colloqui avuti con Berlusconi. Leggiamo insieme i passi salienti del suo articolo, poi passiamo ai commenti:
Alleanze e programmi divergenti - L'opposizione senza risposte
Angela Merkel, nel suo colloquio con Giorgio Napolitano, ha chiesto, fra l'altro, chiarimenti sulle prospettive dell'Italia in caso di caduta del governo Berlusconi. Se andasse al governo, quali provvedimenti prenderebbe l'attuale opposizione? La domanda è sicuramente pertinente tenuto conto del grave stato di salute della maggioranza. Ma è destinata a rimanere priva di risposta (1)
Per capire come mai occorre fare un passo indietro, occorre ricostruire le ragioni di quella che è forse la più deleteria delle tradizioni italiane: il politicismo , la tendenza a costruire alleanze e aggregazioni prescindendo da accordi chiari sulle policies , sulle politiche di governo.Il politicismo è una malattia tanto delle forze di governo che di quelle di opposizione. L'attuale maggioranza in difficoltà ha ripetutamente ricercato l'alleanza dell'Udc di Casini senza però mai chiarire che cosa tale nuova alleanza di governo avrebbe dovuto fare: per esempio, come potessero conciliarsi il federalismo di Bossi e l'antifederalismo di Casini (2)
Il maggior partito d'opposizione, il Partito democratico, per parte sua, fa esattamente la stessa cosa. Bersani decide una alleanza con Vendola e Di Pietro i cui contenuti (quali politiche farebbe una tale variopinta compagnia?) possiamo certamente immaginare, conoscendo i protagonisti, ma che non vengono comunque esplicitati. E Massimo D'Alema, nella sua intervista al Corriere (Dario Di Vico, 16 ottobre), non ha forse invitato Casini a una alleanza di cui farebbe parte anche Vendola dimenticandosi però di spiegare su che cosa Vendola e Casini, una volta messi insieme in un governo, potrebbero convergere o concordare (3)
È falso ciò che dicono i nemici del bipolarismo, ossia che queste forme di deteriore politicismo siano il frutto di un sistema bipolare mal funzionante. Il politicismo, infatti, è una tradizione che risale alla Prima Repubblica. All'epoca, in virtù della guerra fredda, c'era un sistema politico bloccato. Il Pci, condannato all'opposizione perenne, si era specializzato nell'abbaiare alla luna e nel promettere agli elettori il paradiso in terra: tanto, non ci sarebbe mai stata alcuna verifica sulla sua capacità di mantenere le promesse. A loro volta, i partiti anticomunisti erano condannati a governare insieme. Non c'era bisogno di reali convergenze programmatiche, era sufficiente il possesso della tessera di appartenenza al «club occidentale». Era allora del tutto normale mettere insieme al governo il Diavolo e l'Acqua Santa, per esempio (e scusate l'ironia) Bettino Craxi e la sinistra democristiana (4)
Lungi dal peggiorare le cose, semmai, il bipolarismo le ha migliorate: quanto meno, ha reso molto più difficile sostenere nel tempo il bluff politicista. Certo, oggi come nella Prima Repubblica, con il politicismo si possono vincere le elezioni. Ma c'è una fondamentale differenza rispetto ad allora: il bipolarismo è spietato con chi, una volta al governo, non mantiene le promesse. Alle elezioni successive gli elettori lo cacceranno a pedate (4)
È questa, secondo me, la vera ragione per la quale tanti politici odiano il bipolarismo e guardano con nostalgia ai bei tempi in cui non c'era bisogno di render conto delle promesse fatte. È la combinazione fra bipolarismo e politicismo che spiega perché, dalle prime elezioni «bipolari» del 1994 fino ad oggi, chi vince le elezioni perde regolarmente le elezioni successive. Non c'è dunque speranza? Si continuerà anche in futuro con il vecchio andazzo: costruire alleanze fra i contrari, mettere insieme, per vincere, coalizioni ultra-eterogenee, sperando, una volta al governo, di sopravvivere il più possibile navigando a vista? Non è sicuro. Perché oggi le circostanze esterne sono diverse. A causa della crisi internazionale c'è ora sull'Italia, e promette di durare a lungo, una pressione internazionale fortissima. Le coalizioni eterogenee, condannate all'immobilismo a causa dei veti e contro-veti interni, diventano sempre più ingestibili (5)
Ne sa qualcosa il governo Berlusconi che continua a rinviare il decreto sullo sviluppo a causa delle sue divisioni interne, e che proprio per questo rischia sempre più, ogni giorno che passa, il suicidio. La pressione esterna cambia le condizioni del gioco: il politicismo, anziché un atout , una opportunità, può diventare un rischio. È davvero molto interessante, da questo punto di vista, quanto sta accadendo dentro il Partito democratico: esso si sta dilaniando fra posizioni, queste sì finalmente programmatiche, fra loro incompatibili: accettare o respingere le condizioni poste dalla Bce all'Italia in materia di privatizzazioni, liberalizzazione del mercato del lavoro, eccetera. Non sono quisquiglie. Coloro che, contro il responsabile economico del partito Stefano Fassina (e quindi anche contro il segretario Bersani), sostengono che il Pd dovrebbe sottoscrivere le tesi della Bce sanno benissimo che, ove accettata come linea ufficiale, la loro posizione renderebbe impossibile l'alleanza con la sinistra estrema di Vendola.
Forse, alla fine, tutto si risolverà col solito politicismo, con un segretario che si colloca «al centro» pronto a dare un colpo al cerchio e uno alla botte (dando ragione a quelli che sostengono le tesi della Bce «ma anche» a quelli che le contrastano, agli amici della Cgil «ma anche» ai suoi nemici, eccetera). Ma si tratterebbe di un equilibrismo sempre più difficile da praticare: come spiegarlo alla Merkel e soprattutto ai mercati? Forse, proprio la gravità della crisi e la pressione internazionale potrebbero contribuire a rendere un po' più maturo il nostro bipolarismo. Maturità che arriverebbe se, anziché dare vita a grandi coalizioni politicamente eterogenee, i partiti che contano si orientassero verso «coalizioni minime vincenti»: sufficientemente grandi per vincere le elezioni e sufficientemente piccole per assicurare una certa coerenza programmatica. Ridotta all'osso questa mi sembra la vera posta in gioco nello scontro (anche generazionale) interno al Partito democratico. Si tratta della scelta fra una grande coalizione elettorale purchessia e una coalizione minima vincente.
(Angelo Panebianco - Corsera - 23/10/2011)
(1) Non le sembra strano, Professore, che la Merkel e Sarkozy - dimostrando la loro sesquipedale ignoranza sulla distribuzione dei poteri in Italia, pongano questa domanda a Napolitano?
(2) Facciamo un passettino indietro, Professore? Ricorda? Correva l'anno 1994, e il bandito pensava di superare questa situazione con una truffaldina "doppia coalizione": una al Nord con la Lega, una al centro-sud coi post-fascisti. Destinate ad unirsi in un governo truffaldino dopo il risultato delle urne. La Lega che gridava "secessiun", i fascisati che cantavano l'inno di Mameli anche al bar, quando prendevano il caffè. Più grave, vero, degli attuali, eventuali problemi del centro sinistra? Tanto è vero che questa doppio incesto ha fatto crack nel giro di sei mesi. Neanche nella prima Repubblica... Comunque non ricordo sue invettive contro la "doppia alleanza truffaldina" del '94. Ricordo male? Allora mi fornirebbe il link ad una sua invettiva? Ancora: cita l'attuale tentativo di reingaggio di Casini nel centro-destra - giustamente - come un fatto deleterio, e lo fa in una articolessa dedicata alla "Opposizione senza risposte"? Cos'è, uno scherzo? Non siamo ancora nella notte di Halloween (Articoletto, scherzetto!)...
(3) Professore, D'Alema può dire quello che vuole. Tanto ormai è solo un pensionato. Bersani può anche sognare una super-maggioranza allargata da Casini a Vendola, che tanto non serve, così ampia, e non si farà mai. Basti pensare ai problemi etico-religiosi...Non nutra di queste preoccupazioni. Il centro-sinistra "stretto" (PD + IdV + SEL) ha 8/10 punti di vantaggio - in aumento - su Bossi + Silvio. Casini vale il 6%, ma se si allea con Berlusconi porta a destra - ad andar bene - metà dei suoi elettori. Non si ponga problemi inesistenti. Ci bastano i partiti che abbiamo già.
(4) Caro Professore, il bipolarismo è bello quando è vero. Quando non c'è un premio-truffa di maggioranza, grazie al quale una coalizione del 35% potrebbe impadronirsi del 55% della Camera. E funziona quando non c'è uno dei due competitors che controlla - in un paese dove si vendono solo 5 milioni di copie di quotidiani (inclusa la Gazzatta dello Sport e i giornali locali), tre TV per via proprietaria, e due e mezza per via di controllo politico. Mi dica che ci arriva, la prego!
(5) Professore, consenta ad un suo umile non-allievo di contraddirla. L'alternanza di vittorie e sconfitte non è colpa del bipolarismo fasullo, ma del fatto che una delle coalizioni promette il milione di posti di lavoro, le 800.000 dentiere, il milione di pensione a tutti, e cchiù pilu pi tutti. Mantiene un quarto delle promesse (quando va bene) ma questo basta a mandara a puttane i conti. Le promesse mantenute in piccola parte sono sufficienti a far perdere alla destra le elezioni, ed anche a sfasciare i conti, e a consegnare un paese in bancarotta a chi viene dopo. Che ha l'onere di raddrizzare i conti (e di perdere popolarità e nuove elezioni). Abbiamo pubblicato qualche giorno fa un grafico, con dati di fonte Bankitalia, che mette bene in evidenza l'andamento del debito pubblico coi governi che si sono succeduti.
No, Professore, non siamo, come dice il colto economista Beppe Grillo, tutti uguali... PdL e PD-L. Siamo diversi. C'è chi ha la vocazione a sfasciare i conti, e chi ha la vocazione di aggiustarli e pagarne il prezzo. Ora gli italiani cominciano a capire. Si sforzi. Cerchi di capire anche lei. Tafanus
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