Tutti (si fa per dire) si domandano perché Matteo Renzi abbia scelto proprio Giorgio Gori come regista dell’operazione Leopolda ed estensore delle sue Cento Idee, e perché abbia scelto proprio Martina Mondadori per dire “Matteo tocca a te, ti vogliamo presidente del Consiglio”. Ma forse la domanda va rovesciata: perché Gori e la Mondadori hanno scelto proprio Renzi? Evidentemente perché lo sentono familiare. E per capire il motivo basta leggere le biografie dei due ex berluschini folgorati sulla via di Firenze (che presto, visto il super-ego del suo sindaco, verrà ribattezzata “Firenzi”).
Giorgio Gori viene da Bergamo. Da ggiovane bazzicava gruppi di destra, poi negli anni 80 fu adocchiato da Craxi e divenne craxiano. Dunque dirigente del gruppo Fininvest, dove se non eri craxiano non ti si filava nessuno. Carriera folgorante: nel 1989, a 29 anni, è capo dei palinsesti di tutte e tre le reti del Biscione, mobilitate l’anno seguente nella campagna pro legge Mammì; e nel '91, a 31 anni, è direttore dell’ammiraglia Canale 5, dove rimane fino al 2001, salvo una parentesi di due anni a Italia 1.
Il che significa che nel '93 è roba sua la campagna “Vietato Vietare” contro la regolamentazione degli spot in tv. E nel '94, mentre B. entra in politica cacciando subito Montanelli dal Giornale, è lui il comandante della portaerei Fininvest che in tre mesi lancia Forza Italia nel firmamento della telepolitica (ricordate gli spottini di Mike, Vianello, Zanicchi & C.?) e fa vincere le elezioni al padrone. Ed è ancora lui a mettere la sua faccina efebica e la sua firma su programmi-manganello come Sgarbi Quotidiani e Fatti e Misfatti di Liguori, specializzati nel killeraggio dei “nemici” del padrone.
Mai un dubbio, una presa di distanze, un moto di disgusto, un sopracciglio inarcato. Nel '95 è la sua Canale 5 a capitanare la campagna elettorale contro i referenda che tentano di porre un argine agli spot e un tetto antitrust al gruppo Fininvest, come stabilito l’anno prima dalla Consulta. Ora, al fianco di Renzi, Gori dice di voler “liberare la Rai dai partiti”. Cos’è, una battuta? Che altro erano la Fininvest e poi Mediaset, Canale 5 e Italia 1, dal '94 in poi se non il braccio armato di un partito, con Gori sulla tolda di comando?
Sarà un caso, ma Gori vuole departitizzare solo la Rai: su Mediaset manco una parola. Sarà un caso, ma l’indomani Renzi è subito ospite di Matrix, da cui Mentana fu cacciato appena ospitò Di Pietro. E sarà un caso, ma l’unico tema trascurato alla Leopolda, assieme alla giustizia e alla mafia, è stato proprio il conflitto d’interessi televisivo. Dal 2001 Gori è fondatore, presidente e azionista di Magnolia, casa di produzione di format televisivi. Ieri s’è dimesso da presidente per dedicarsi a “nuove sfide” (Renzi), ma rimane azionista di una società fornitrice negli anni di Rai, Mediaset, La 7 e Sky. Una mossa che ricorda tanto quella di un altro signore che nel '94, con la morte nel cuore, annunciò che lasciava la Fininvest, restandone azionista e passandola al suo prestanome Confalonieri. Una mossa che certamente lo toglierà d’imbarazzo la prossima volta che Renzi sarà ospite di Piazza Pulita, l’ottimo programma di La 7 prodotto da Magnolia.
Martina Mondadori, classe 1981, figlia di Leonardo alleato di B. nella guerra di Segrate vinta da B. grazie a una sentenza comprata, siede nel Cda della casa editrice che fu della sua famiglia e che ha appena rimborsato a De Benedetti 560 milioni di danni per quella mega-corruzione. Alla convention di Renzi ha detto: “La nostra generazione vuole impegnarsi per cambiare l’Italia e la politica”. Evviva. Ma forse dimettersi dal Cda di una società rubata potrebbe essere un buon inizio.
P.S.: No, non ci siamo dimenticati la domanda d’esordio: perché Renzi piace a tanti berluschini. Una possibile risposta, davvero strepitosa, la dà Billy Costacurta come potete leggere qui sotto
(Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano)
Costacurta: “Perché sto con Renzi? Perché è il nuovo Berlusconi” (sic!)
L'ex calciatore: "Votare per Marina? Meglio andare al parco". Sul sindaco di Firenze: "Vuole il bene del Paese come un tempo il Cavaliere che ora dovrebbe dimettersi". E in caso di primarie afferma: "Darò il mio appoggio a Matteo". Vendola e Di Pietro? "Meglio la Santanchè" (...quando si dice l'approfondimento... NdR)
Alessandro Costacurta, 45 anni, 662 partite con il Milan. Se la caduta di un sistema inizia dai dubbi di chi fu colonna del palazzo, Billy è la fotografia di un crollo. Martina Colombari, sua moglie “da sette anni, ma stiamo assieme da 17” lo ha convinto all’ascolto di Matteo Renzi. Costacurta è andato e adesso, mentre si scalda al sole di Dubai, in testa, ha un’idea meravigliosa.
Costacurta come è andata?
Benissimo. Secondo me Renzi è il nuovo Berlusconi.
Scherza?
Neanche un po’. Renzi vuole lavorare per il bene del Paese, come un tempo accadde a Berlusconi. I due si sono conosciuti. Incontrati. Piaciuti credo. Se le dico rottamatori a cosa pensa? All’aria nuova. Ce n’è un bisogno folle.
Berlusconi deve andarsene?
È un mio amico, ma credo sia il momento.
Non teme di essere annoverato tra gli ingrati?
In Italia c’è libertà di pensiero, di parola e di ironia. Io cerco solo di dare un consiglio a una persona a cui voglio bene. Adesso Berlusconi non è in grado di fare il suo bene, quello della sua famiglia e soprattutto dell’Italia. Subisce attacchi continui, non so dire se giusti o sbagliati. Forse è meglio che si dimetta.
Lei lo fece.
Ero a Mantova e allenavo, in una situazione difficile con gli stipendi non pagati e il morale dei calciatori a terra. I risultati erano buoni, ma pensai che dimettermi fosse la soluzione più dignitosa. Berlusconi potrebbe fare, senza vergogna, lo stesso.
Lei voterà a sinistra?
Mai detto. Anche se nel 2008, al Senato, scelsi Veronesi del Pd. Lo conoscevo, mi fidavo. Io sono un moderato e al comune di Milano ho optato per Letizia Moratti.
È preoccupato?
Neanche per idea. Non sono triste né preoccupato per la vittoria di Pisapia. È una bella persona, Giuliano. Farà bene.
Lei non voterà per il Pd ma non andrà neanche alle primarie del Pdl.
Demonizzare non mi piace. Se ci saranno le primarie del Pd voterò Renzi, il giorno di quelle del Pdl, visti i nomi che girano, andrò al parco con mio figlio.
Perché?
Non mi convincono le candidature. Quando ho sentito il nome di Marina Berlusconi ho pensato si trattasse di uno scherzo.
Marina non la entusiasma.
Non la conosco e non la potrei mai votare, ma ripeto, il suo nome e quello di Formigoni non mi sembravano adatti. Così ho sospirato e poi ho deciso: "Billy, è meglio se ne stai lontano".
Ma l’avversione per Marina?
Non l’ho mai ascoltata dire: "Faccio qualcosa per l’Italia". Si devono tenere fuori i propri interessi quando si va a fare qualcosa di pubblico.
E se domani la chiamasse a collaborare Renzi?
Non andrei. Nel centrosinistra sei costretto ad accompagnarti a individui come Vendola e Di Pietro. A quel punto, meglio la Santanchè (...si vede, che questo nuovo innamorato del Renzino, è uno che si intende di politica... BdR)
Qualcuno insinua che sua moglie l’abbia trascinata da Renzi perché il polo televisivo di domani, l’ha scelto come candidato.
È ridicolo. Ho un amico in Magnolia, ma non si chiama Giorgio Gori che tra l’altro, ha appena lasciato la carica. Sono serio e non ho mai invaso la spazio professionale di mia moglie.
Qualche proposta renziana che l’ha persuasa?
Una sola Camera e la drastica riduzione delle leggi. Nonostante Berlusconi abbia fatto qualche casino, ha qualche giustificazione. Governare è complicato.
Lei ha detto di essersi trovato d’accordo con oltre la metà delle argomentazioni affrontate alla Leopolda.
Non è che l’altra metà mi sia parsa inutile. Non ho capito di cosa parlassero. (Ride)
La vita privata di Berlusconi in copertina l’ha indignata?
Neanche un po’. Io non giudico, però mi piacerebbe che quelli che ci governano non fossero sui giornali per queste cose, che si comportassero in altro modo.
In quale modo?
Nello stesso modo in cui mi comporto io.
(da "Il Fatto Quotidiano del 3/11/2011)
...adesso la squadra è fatta... Giorgio Gori ghost writer e allenatore; Billy Aranciata Costacurta difensore centrale, Matteo Renzi all'ala destra, Chiamparino mezz'ala sinistra.
Ora lo so: arriverà ancora qualcuno che mi chiederà: "Tafanus, non ti sembra di esagerare"? Oppure: "Tafanus, perchè tanto astio per Matteo Renzi"?
Pre-rispondo, così evito di perdere e far perdere del tempo:
-a) no, non mi sembra di esagerare. I fenomeni di populismo vanno contrastati quando nascono e cercano di svilupparsi come una metastasi, non quando sono già diventati difficili da operare.
-b) no, niente di personale. Ho riservato a turno lo stesso trattamento (chemioterapia concentrata nel tempo), al cazzaro di Genova, ai violini di Di Pietro, Pancho Pardi e Ferrero, mascherati da spore spontanee "nate dal basso", ai superlui Gianfranco Mascia e Piero Ricca, a Di Pietro "senzamaschera" sub-specie di Pietro, e persino a Vendola quando lanciava le sue OPA velleitarie su partiti tre volte più grandi del suo, e quando pretendeva di parlare come un professore di glottologia ai metalmeccanici in cassa integrazione, che avevano più familiarità con torni e frese che col linguaggio aulico di Svendola.
Quindi, niente di personale. Ogni volta che nel mio campo visivo apparirà un cazzaro, io gli tirerò addosso. Che sia uno di sinistra, di centro o di destra.
Tafanus
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