Quinta puntata - Continua il nostro penoso viaggio attraverso il nulla renzino.
29) Liberalizzare le assicurazioni su infortuni e malattie - Le attività svolte dall’Inail, il monopolio pubblico che si occupa dell’assicurazione per le malattie e per gli infortuni dei lavoratori svolge una funzione tipica di qualunque società di assicurazione privata. Bisogna allora aprire all’accesso dell’attività di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro da parte di imprese private di assicurazione o di riassicurazione.
Mediolanum, Ennio Doris e Silvio Berlusconi sentitamente ringraziano
-30) Ridurre il numero delle norme - Le leggi statali in Italia sono oltre 21mila. È un numero troppo elevato, doppio o triplo rispetto a quello di altri paesi: in Francia sono meno di 10mila, quelle federali in Germania meno di 5mila. Alle leggi statali vanno aggiunte le circa 25mila leggi regionali, oltre agli atti normativi di livello inferiore. Le leggi e i regolamenti sono troppi, prodotti di continuo e modificati troppo frequentemente, poco coordinati tra loro, mal scritti, interpretati in modo incerto. Si pensa che i problemi si risolvano attraverso la modifica delle norme, piuttosto che la loro applicazione puntuale. Il disegno di legge 1873 del 2009 dimostra che il contenuto essenziale del diritto del lavoro può essere concentrato in poche decine di articoli, scritti per essere distribuiti in milioni di copie a tutti i lavoratori, imprenditori e consulenti e immediatamente comprensibili. Lo stesso si può fare in tutti gli altri campi, dal fisco al diritto civile.
Nessuno ha mai parlato di meno di 66.000 leggi esistenti. Non sono né il doppio né il triplo di quelle degli altri paesi. L’dea intelligente sarebbe stata quella di proporre l’accorpamento in testi unici, ma dubito che il Grande Fratello sappia cosa sia un testo unico...
-31) Mettere in competizione il pubblico con il pubblico - L’alternativa nella gestione di servizi non può essere solo o pubblica o privatizzata; è possibile creare una competizione fra una scuola e l’altra, fra sistema sanitario di un’area e sistema sanitario di un’altra area; tra un’università e l’altra, insomma all’interno di ciò che rimane pubblico. Quando l’offerta di un servizio pubblico specifico è al di sotto non solo della media, ma degli standard previsti per quel settore, bisogna trovare il modo di penalizzare il responsabile della struttura o addirittura la struttura nel suo complesso. Allo stesso modo, quando in uno specifico servizio, sia per il modo in cui il servizio viene condotto, sia per i risultati ottenuti, la situazione è di grande eccellenza bisognerà trovare il modo di premiare, economicamente e non solo con riconoscimenti, i responsabili e le strutture medesime. Le valutazioni siano fatte facendo partecipare e decidere i cittadini che utilizzano i servizi.
Fra una scuola e l’altra??? perchè non si ha il coraggio di parlare di “pubblico” e “privato”, che al 90% vuol dire “confessionale”?
-32) Una Delivery Unit sul modello UK - Valutare non basta. Bisogna istituire una “unità di risultato” presso la Presidenza del Consiglio, che sia responsabile del raggiungimento degli obiettivi strategici in materia di istruzione, sanità, trasporti e lotta alla criminalità. 33 Dirigenti a termine nelle aziende pubbliche. Nelle aziende i dirigenti a vita non esistono: ogni anno c’è un bilancio da fare, risultati da raggiungere, verifiche da realizzare. I contratti non sono mai a tempo indeterminato, vanno solitamente da tre a cinque anni e ogni conferma presuppone una verifica positiva. Nel pubblico i dirigenti, anche se falliscono, rimangono lo stesso nell’amministrazione, al massimo sono spostati e se falliscono ancora, vengono spostati ancora e girano nell’amministrazione fino alla pensione. L’incarico dirigenziale nell’amministrazione pubblica è una sfida ancora più grande rispetto a quella privata e perciò l’ambizione rispetto ai risultati deve essere maggiore. La proposta perciò è di avere contratti dirigenziali che durino cinque anni.
Una “Delivery Unit”? Cioè una “Unità di consegna”? Ma che dici? L’italiano non ti basta? e poi mettiamo un emte di controllo (immagino che tu intenda “controllo”, non “consegna”), presso la Pres. del Cons., che controlla il suo proprio operarato??? I contratti dei dirigenti sono DI NORMA a tempo indeterminato, pur essendo risoliubili col costo di un paio di annualità. Fidati Giorgino... ho fatto il dirigente d’Azienda dall’età di 33 anni. Dirigente vero, con tanto di INPDAI, in tante grandi aziende... non come il renzino, “dirigente” dell’aziendina di famiglia
-34) Mezzogiorno: investire solo sullo sviluppo - Ogni euro investito nel Mezzogiorno, provenga dall’Europa o dallo Stato, deve essere finalizzato allo sviluppo e non al finanziamento della spesa corrente e al mantenimento di un sistema di economia assistita quasi esclusivamente pubblica e parassitaria.
Invece al centro-nord possiamo investire anche in assistenzialismo?
-35) Superare il precariato attraverso il contratto unico a tutele progressive. Per superare il dualismo del mercato del lavoro, che vede parte dei lavoratori con tutte le garanzie e gli altri (i giovani) senza nessuna garanzia, occorre introdurre un contratto unico a tutele progressive che dia maggiori certezze ai giovani.
Ce le illustri, le “tutele progressive, o ognuno se le immagina come gli piacciono di più?
(continua)
Puntate precedenti
SOCIAL
Follow @Tafanus