Le sfide che si pongono davanti all’Italia non sono poche, né banali. Le difficoltà risultano moltiplicate, poi, dalla zavorra delle cattive usanze che il Paese si porta dietro, quali l’evasione fiscale. Secondo rilevazioni della Corte dei Conti, il nostro Paese sarebbe addirittura il secondo nella graduatoria internazionale per ammontare di gettito sottratto al Fisco.
Evasione: fa peggio solo la Grecia - L’allarme arriva in un’occasione ufficiale: è Luigi Giampaolini – presidente della Corte dei Conti – a certificare durante un’audizione in Commissione Finanze al Senato che l’evasione fiscale in Italia è al 18% del Pil, un dato che pone il nostro Paese al secondo posto della graduatoria internazionale dell’evasione, alle spalle della sola Grecia.
(NdR: dunque in Italia, paese il cui PIL è di circa 1600 miliardi, si "dimentica" di dichiarare cira 190 miliardi di € di redditi, sui quali quindi evade circa 82 miliardi di tasse. Mentre noi ci arrabbattiamo su 3,5 miliardi di ICI. Ottantadue miliardi. Più del costo totale degli interessi sul debito pubblico. Gli italiani ringraziano sentitamente chi ancora oggi si oppone a qualsiasi strumento di caccia all'evasione. Ad esempio alla tracciabilità dei pagamenti)
L’Iva è la tassa più evasa - Particolarmente indigesta – o forse troppo facile da evadere – è risultata l’IVA. In base ai calcoli della Corte dei Conti, il tasso di evasione dell’Iva arriva al 36%, inferiore esclusivamente a quello della Spagna. L’IVA italiana, inoltre, secondo Giampaolino, raccoglie meno fondi di quanto faccia lo stesso tipo d’imposta in ambito medio europeo, perché il "rendimento dell'imposta italiana risulta intaccato dal livello e dall'estensione delle basi imponibili diverse da quella ordinaria, oltreché dai regimi speciali e di esenzione".
Pressione ed evasione fiscale - Come spiegato dal presidente della Corte dei Conti, la reale portata dell’evasione fiscale italiana si comprende se si considera il sistema fiscale del Belpaese nel suo complesso. Secondo Giampaolino, infatti, le effettive "implicazioni del fenomeno emergono ancora più nettamente quando si va a calcolare la pressione fiscale "effettiva", rapportando il carico impositivo solo al Pil "dichiarato" al fisco: la pressione fiscale effettiva va corretta verso l'alto, di circa 10 punti rispetto a quella "apparente", con l'effetto, così, anche di un ampliamento della distanza dai partners europei, a causa del nostro più alto tasso di evasione".
Evasione ed elevato livello di pressione fiscale forse si tengono per mano. Il dubbio viene ascoltando quanto ricordato, nella sua relazione, dal presidente della Corte dei Conti. Stando ai numeri, già oggi quasi il Fisco si impossessa di quasi il 43% del reddito degli italiani in regola con i versamenti e tale quota, nei prossimi anni, potrebbe salire ulteriormente (fino al 44,8% nel 2013 e ancora oltre successivamente) per effetto del taglio delle agevolazioni fiscali previsto dalla manovra di agosto e sulla scorta degli aumenti delle imposte locali che regioni e comuni saranno quasi obbligati ad adottare.
(Fonte: borsaitaliana.it)
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