Pene fino a 16 anni nel maxiprocesso per le infiltrazioni della mafia calabrese al Nord, scaturito dalle operazioni "Infinito" e "Tenacia". Gli imputati dai banchi: "Buffoni, buffoni"
Si è concluso con 110 condanne a pene fino a 16 anni di reclusione il procedimento con rito abbreviato scelto da 119 imputati coinvolti a Milano nelle operazioni 'Infinito' e 'Tenacia', che con gli arresti del luglio 2010 hanno smantellato la rete di infiltrazioni 'ndranghetiste in Lombardia. La sentenza è stata emessa dal giudice per l'udienza preliminare Roberto Arnaldi dopo una camera di consiglio durata oltre 32 ore e conferma in sostanza l'impianto accusatorio dei pubblici ministeri Ilda Boccassini, Alessandra Dolci e Paolo Storari. Molti imputati hanno gridato insulti come "buffoni" e applaudito ironicamente per protesta anche all'indirizzo degli avvocati.
Finanza e sanità, gli affari delle cosche
I summit dei boss negli ospedali
La 'ndrangheta colonizza la Lombardia
A Milano la regina delle 'ndrine
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Quando la sindaca Moratti e il Prefetto Gian Valerio Lombardi ci spiegavano che "la 'ndrangheta in Lombardia non esiste"
Voti mafiosi, talpe e corruzione - Tra i tanti insospettabili finiti in manette in Lombardia compaiono anche Carlo Antonio Chiriaco, manager calabrese nominato direttore sanitario dell'Asl di Pavia; (...a chi spetta la nomina dei direttori delle ASL lombarde?...), Francesco Bertucca, imprenditore edile del Pavese e Rocco Coluccio, biologo e manager privato trapiantato a Novara.
Su indicazione di Chiriaco, il boss Pino Neri ha ordinato ai suoi uomini di far incanalare i voti delle famiglie a favore di Giancarlo Abelli, uomo forte della sanità lombarda e parlamentare pavese del Pdl, non indagato perché fino a prova contraria inconsapevole. Un assessore comunale di Pavia, Pietro Trivi del PdL, è invece indagato per corruzione elettorale, mentre l'ex assessore provinciale milanese Antonio Oliviero (UdEur) è inquisito per tangenti e bancarotta.
Sotto inchiesta anche quattro carabinieri di Rho, il comune sede della futura Expo dove aveva la sua base il defunto boss Novella. Uno dei quattro militari avrebbe sistematicamente passato notizie alle cosche in cambio di tangenti da mille e tremila euro. Di certo i boss mostravano di conoscere l'inchiesta già dal 2008 e si preoccupavano: «Con la Boccassini non la scampiamo».(...profetici... NdR)
Le dimensioni dell'inchiesta spiazzano le autorità milanesi. Nei mesi scorsi, accogliendo la commissione parlamentare antimafia, il prefetto Gian Valerio Lombardi si era sbilanciato a sostenere che «a Milano la mafia non esiste».
Il sindaco Letizia Moratti si è sempre opposta alle richieste dell'opposizione di creare anche a Palazzo Marino una commissione d'indagine sulle infiltrazioni mafiose in vista dell'Expo. Mentre la giunta Formigoni dovrebbe chiarire chi abbia proposto la nomina del presunto colletto bianco della 'ndrangheta ai vertici della sanità di Pavia. Dagli atti delle indagini emergono decine di piste investigative su possibili infiltrazioni della 'ndrangheta nella politica e nelle istituzioni, oltre che negli affari. L'inchiesta è tutt'altro che chiusa.
(...non era un secolo fa... era il luglio 2010...)
P.S.: L'amico Paolo Minioni su facebook mi segnala questo scritto di "Giornalettismo" del 19/10/2010:
La risposta di Roberto Maroni a Roberto Saviano fa pensare che il ministro dell’Interno non abbia capito la domanda. Gian Valerio Lombardi, scrive Italia Oggi, è confermato nel suo ruolo di prefetto a Milano, ma sarà anche supervisore con incarico di coordinamento e monitoraggio nei confronti dell’Expò che nel 2015 si terrà nel capoluogo lombardo.
LA MAFIA NON ESISTE – Fu proprio Lombardi ad affermare qualche tempo fa che la mafia a Milano non esiste, scatenando un putiferio con dichiarazioni rabbiose dell’antimafia e di altri magistrati. E giusto ieri era stato Nicola Grattieri, procuratore antimafia, a ricordare l’originalità delle dichiarazioni di Lombardi.“La presenza della ‘ndrangheta al nord – diceva il procuratore – e’ provata processualmente, anche se qualche uomo delle istituzioni, mi riferisco al Prefetto di Milano, dice: ‘dov’è la ‘ndrangheta, fatemela vedere’ [...]
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