Sono passate circa tre settimane dall'insediamento del governo Monti, ed è già in pieno svolgimento il tafazzismo della sinistra. Questo tafazzismo poggia su alcuni pilastri fondamentali:
-1) la rimozione del concetto di tempo. Molti avrebbero preteso che il governo Monti facesse in tre settimane ciò che Berlusconi e i suoi cari non sono stati capaci di fare in 8 anni sugli ultimi dieci;
-2) Sulle inevitabili difficoltà di un governo nel quale nessuno conosce i meccanismi parlamentari e regolamentari, e che gode di scarsa maggioranza alla Camera, e di nessuna maggioranza al Senato, i soliti noti, sempre a caccia dello zerovirgola, hanno subito iniziato a sparare a zero. Come se Monti avesse i numeri per fare tutto ciò che gli passa per la mente, e non come se fosse - com'è - necessitato a scendere a compromessi su ogni cosa col berlusconismo. Prima o poi i Di Pietro e i Vendola, più qualche malpancista dello stesso PD, riusciranno a segare il ramo su cui stanno appollaiati. Non sono degli strateghi?
-3) Nel mancato equilibrio - finora - fra sacrifici, equità, politiche di sviluppo, molti hanno già dimenticato il fatto che Monti si è dovuto presentare all'Ecofin con qualcosa di molto sostanzioso in mano. E che aumentare l'IVA o le accise sulla benzina, reintrodurre l'ICI e la patrimoniale mascherata da super ICI è questione di un attimo, mentre reperire risorse per lo sviluppo è problema - in regime recessivo - alquanto più complicato. Ma Monti sa meglio di noi che a fronte di un -1,6% di crescita negativa del PIL, ci sarà un calo di introiti fiscali di almeno 10 miliardi, a bocce ferme un ulteriore aumento del rapporto deficit/PIL, e forse un conseguente aggravio ne costo di finanziamento del debito. Specie in vista della maxi-asta di btp programmata per febbraio.
Detto questo, Monti ha molte attenuanti, ma non merita - secondo noi - l'assoluzione piena.
-1) Ha sbagliato - e molto - ad iniziare i suoi interventi dalla de-indicizzazione di pensioni misere.
-2) Ha sbagliato nel mettere 50.000 persone di colpo a fronte di uno scalone (che si aggiunge ai precedenti) da uno a sei anni per il pensionamento.
-3) Ha sbagliato a schivare il problema della vendita delle frequenze. Certamente è stato ricattato dal maggior interessato al regalino, ma a poker i bluff ogni tanto si devono vedere. Avrei proprio voluto vedere i berluscones fare una battaglia parlamentare contro la messa all'asta delle frequenza, dopo che il nano aveva affermato che un'eventuale asta sarebbe andata deserta. Bene, allora nessuna giustificazione nell'innalzare barricate contro la vendita di qualcosa che non si venderà.
-4) Troppa timidezza sulla supertassa sulle pensioni d'oro. Troppo garantismo verso i diritti acquisiti della casta. Se sono diritti acquisiti quelli che riguardano i parlamentari, lo sono anche quelli di chi ha lavorato quarant'anni alla Breda.
-5) Infine, ci saremmo aspettati una maggiore incisività nella lotta all'evasione fiscale. Immediato lancio di un piano di aerofotogrammetria per scovare l'immenso patrimonio edilizio sottratto a qualsiasi tassazione, ri-penalizzazione del falso in bilancio, potenziamento degli strumenti di incrocio dei database (contratti enel, telefoni, registro automobilistico, dichiarazioni dei redditi.
Ma mi accorgo di slittare anch'io nel male che ho rimproverato ad altri. La mancata valutazione del tempo che ha avuto, e dei blocchi potenziali al senato. Però una volta terminata la fase acuta emergenziale, ci aspettiamo un cambio di marcia. Prima di tutto in termini comunicazionali. Quanti hanno saputo che per lo sviluppo qualcosa è stata già fatta? Interventi sull'IRAP, sulle nuove assunzioni, rifinanziamento alla scuola di 1,2 miliardi, sblocco dei fondi regionali, ed altro. Il predecessore di Monti riusciva a vendersi anche dentiere mai regalate, carte ricaricabili mai ricaricate, e sconfitta del cancro entro la primavera 2013.
Dopo Natale, ci sono delle priorità, da giocare in modo diverso:
LIBERALIZZAZIONI - Si è ripetuto l'errore delle lenzuolate di Bersani, elevato al quadrato. Se si abbaia contro i tassisti (cosa sacrosanta) di deve prevedere una reazione eversiva, e di deve decidere PRIMA se si hanno palle e gli strumenti per combattere la battaglia fino in fondo. Altrimenti non la si comincia proprio. Mio padre mi ha insegnato, con l'esempio, che non si deve mai minacciare ciò che non si è sicuri di poter mantenere. Stesso discorso per i farmacisti
Il prossimo capitolo dovrà contenere un grande pacchetto di liberalizzazioni, affinchè nessuna categoria possa piagnucolare, affermando di essere categoria "sprivilegiata".
POLITICHE DI BILANCIO - Non dobbiamo consentire all'Europa di adottare lo strumentario impiegato per distruggere la Grecia. Il possibile (e anche di più) dobbiamo farlo. In fondo per decenni ci è stato regalato un tenore di vita che non ci siamo guadagnati. L'impossibile, fatto da misure in pure stile strozzinaggio, dev'essere rifiutato. In fondo anche l'Italia ha degli strumenti di ricatto, non è vero? Cosa succederebbe se l'Italia un bel giorno dovesse minacciare di procedere ad un default pilotato? La Germania ci dichiarerebbe la guerra? Oppure il giorno dopo una dichiarazione del genere da parte dell'Italia la Germania morirebbe ancora prima di noi?
IL QUADRO POLITICO - Non dobbiamo sopravvalutare i numeri del Cavaliere al Senato. I sondaggi stanno buttando male per gli sfasciacarrozze. Berlusconi vuole il voto anticipato? Si vada a vedere il bluff... Vuole votare con questi sondaggi, e nel pieno di una rottura con la Lega? Col porcellum? Si accomodi. Oltre al vantaggio già acquisito dal Centro-Sinistra, pagherebbe un pedaggio ulteriore, perchè gli italiani cominciano a capire chi sia colpevole di cosa.
PIU' CORAGGIO - Dopo l'approvazione definitiva della manovra, Monti dovrà raccogliere TUTTI i guanti di sfida. Non fare sconti sulla lotta all'evasione, procedere nello spostamento (fin qui troppo timido) di imposizione dai poveri ai ricchi, rivedere alla svelta le più insostenibili e frettolose regole sul pensionamento, iniziare una SERIA politica di dismissioni del patrimonio pubblico sottoutilizzato, fare un censimento dei beni della Chiesa, affrettare i tempi per la drastica riduzione del precariato (checcé ne pensi la Marcegaglia), pensare seriamente a fissare tetti invalicabili sulle retribuzioni e le liquidazioni della casta e dei boiardi di stato.
Poi, se qualcuno pensasse di bloccare tutto per mezzo punto in più, si vada pure a votare. In fondo la Spagna lo ha fatto, e non è morta. Anzi, sta meglio di noi. Resistere ha senso se il tempo serve a fare cose utili e paganti. Se resistere serve solo per dare del tempo ad un centro-destra becero per far passare il concetto che si stava meglio quando si stava peggio, allora questo gioco del cerino bisogna che finisca al più presto possibile.
Nel frattempo, se i Di Pietro, i Vendola, i Bonanni, gli Angeletti potessero essere più parchi di parole, avrebbero la nostra imperitura riconoscenza... Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus