Sembra che la spocchiosa frase, costruita all'incontrario, fosse abitualmente pronunciata dai meteorologi inglesi, in epoca vittoriana: "C'è nebbia sulla Manica, il continente è isolato". Dopo il vertice di Bruxelles, la spocchia ignorante di Cameron sembra aver capovolto i termini del problema. Cameron ha portato a casa l'autonomia finanziaria della City, ma ha lasciato a Bruxelles qualsiasi possibile relazione amichevole col mondo che produce cose e non realtà virtuali. Forse è meglio così. Adesso il quadro è più chiaro, e l'Europa potrà marciare più spedita. Ma è un'impressione mia, o c'è una forte rassomiglianza fisica fra il bambolotto inglese e il nostro ggiovane Renzi il Magnifico? Tafanus
Il vice premier britannico "furioso" con Cameron per il primo veto nella storia dei rapporti tra Gran Bretagna ed Europa. Nick Clegg considera uno "spettacolare fallimento" l'isolamento di Londra rispetto alla Ue. Ma la maggioranza degli inglesi è d'accordo con la linea del primo ministro. E altri due ministri criticano il premier (Repubblica.it)
Nick Clegg, vice-premier britannico e leader dei Lib-Dem è "furioso" con il premier David Cameron per la "partita giocata male" a Bruxelles con la decisione di porre il primo veto nella storia dei rapporti tra Gb e Ue. "E' un male per la Gran Bretagna"- ha dichiarato alla Bbc - "Sono amaramente deluso dal risultato del summit della settimana scorsa, perchè penso che vi sia il pericolo di un Gran Bretagna isolata e marginalizzata all'interno dell'Unione Europea... Non è una buona cosa per il lavoro, per la City, per la crescita e le famiglie".
Clegg ha detto di essere stato informato dei risultati del verticie con una telefonata del primo ministro, il conservatore David Cameron, giunta alle quattro del mattino, poco prima della conferenza stampa che annunciava la posizione britannica. "Ho risposto che per me era impossibile festeggiare un simile esito. Una Gran Bretagna "fuori dall'Europa sarebbe considerata irrilevante da Washington e un pigmeo nel mondo, mentre voglio che resti alta e guidi il mondo", ha sottolineato il vicepremier.
Clegg ha tuttavia aggiunto che Cameron si è trovato a dover fronteggiare "l'intransigenza" di Francia e Germania ed è stato messo "in una posizione molto difficile" dagli euroscettici del suo partito. Nè Clegg, nè altri esponenti del partito hanno parlato di uscire dalla coalizione di governo, ma lo scontento è forte fra i liberaldemocratici, storicamente filoeuropei. L'ex leader del partito, Paddy Ashdown, ha detto all'Observer che la decisione di Cameron "ha buttato nello scarico 38 anni di politica estera inglese".
Ma una forte maggioranza di britannici ritiene che il primo ministro David Cameron abbia fatto bene ad opporsi a un cambiamento del trattato dell'Ue al vertice di Bruxelles di questa settimana: è quanto emerge da un sondaggio pubblicato oggi dal Mail on Sunday. Il 62% di britannici sostiene la posizione del premier conservatore, mentre soltanto il 19% ha detto che Cameron ha sbagliato strategia. Una percentuale ancora più importante, pari al 66% delle persone interpellate, ha dichiarato di volere un referendum sui rapporti tra la Gran Bretagna e l'Unione europea, come richiedono numerosi responsabili del partito Tory. Lo stesso numero di persone ritiene che Londra dovrebbe rinegoziare le sue relazioni con Bruxelles.
A questa maggioranza risponde ancora Clegg: "Non è il caso di indire un referendum sull'Unione Europea, ma Londra deve riannodare i fili con l'Europa". Anche due ministri affermano che "il Paese è in una cattiva posizione, e il risultato di Bruxelles è stato deludente". Lo scrive il Telegraph. "Non critico il premier, la nostra politica è stata una decisione collettiva. Siamo finiti in una cattiva posizione", ha detto il ministro delle attività produttive, il lib-dem Vince Cable. "E' un deludente, sorprendente risultato", ha detto il ministro della Giustizia, Ken Clarke.
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