Nella diatriba aperta su molti siti sulla tracciabilità dei pagamenti, molti sono coloro che sono fermamente contrari all'obbligo del pagamento tracciabile già a partire da importi limitati. Le motivazioni? -a) le mazzette non si pagano in contanti; -b) i pagamenti tracciabili violano la privacy.
I più strenui oppositori della tracciabilità (sarà un casao) sono tutti schierati nel centro-destra, che di fatto si è caratterizzato, negli anni, come il partito di riferimento degli evasori fiscali e dei corruttori. Sta di fatto che in questi giorni campeggiano sui giornali diversi casi di corruzione, quasi tutti caratterizzati da due tratti comuni:
-a) le mazzette erano pagate in contanti, con banconote da 500 €;
-b) nelle mazzette sono quasi sempre coinvolti personaggi del centro-destra, non netta predominanza del PdL (Partito dei Ladroni)
PRIMO CASO - I verbali che incastrano Nicoli Cristiani: "Sulla cava mi ha autorizzato Formigoni" - Le banconote da 500 euro per la tangente diventano 'Big babol'. "Sono qui in auto, ne ho centodieci da dargli. Non c'è nemmeno la Finanza all'uscita dall'autostrada"
BRESCIA - Le mazzette da 500 euro erano le "Big Babol". A coniare la curiosa e finora inedita definizione - perfetta per una tangente: gustosa, morbida ma collosa come le gomme americane - è Rocca Orietta Pace, la moglie di Pierluca Locatelli. È uno dei tanti passaggi contenuti nelle intercettazioni telefoniche e ambientali raccolte negli atti dell'indagine bresciana che ha portato all'arresto del vicepresidente del consiglio regionale lombardo, Franco Nicoli Cristiani.
Lo scambio in autostrada - Il 26 settembre 2011: Locatelli si incontra con il dirigente dell'Arpa Giuseppe Rotondaro a Capriate San Gervasio. Appena dopo il casello autostradale della A4. A bordo dell'Audi Q7 dell'imprenditore bergamasco, oltre alla moglie, ci sono 100 mila euro in contanti. Anzi, in "Big Babol" [...] (continua: Paolo Berizzi su Repubblica)
SECONDO CASO - Il codice di don Verzé, padrino con la tonaca
Ordina: "Bruciate!" e il picciotto va e appicca il fuoco. Don Luigi Verzé è il primo prete capomafia della storia d’Italia, e il silenzio del Vaticano o è rassegnato o è omertoso, decidete voi. Ma per noi siciliani è un sollievo che almeno sia padano questo ‘don’ che è due volte ‘don’, per il turibolo e per la coppola storta. Attenzione: non un prete mafioso, non un prete al servizio della mafia, che ce ne sono stati tanti, ma un boss che amministra i sacramenti, un don Calogero Vizzini con il crocifisso portato – fateci caso – all’occhiello, lì dove si mettono gli stemmi dei Lyons e del Rotary, e i massoni vi appuntano il ramo d’acacia e i gagà la mitica pansé.
Anche don Calogero non pagava mai con le mazzette tipiche della corruzione diciamo così normale, ma con bigliettoni ‘impilati’. "Le buste di don Verzé – raccontano i testimoni oculari – erano alte tre o quattro centimetri con biglietti da 500 euro". Don Calogero Vizzini le chiamava appunto ‘pile’. E don Verzé non comunica con i pizzini come i più rozzi tra i corleonesi, ma si attiene ai classici che affidavano le sentenze "allo sguardo e al silenzio" [...] (continua su francescomerlo.it)
TERZO CASO - "Esami comprati all'Università", 30 indagati - C'è anche il fratello di Angelino Alfano - Falsi risultati nei registri informatici, nel mirino ex studenti di Economia e Scienze politiche. Una dipendente dell'Ateneo era già stata licenziata Una materia costava anche tremila euro
PALERMO - Un esame di Economia costava anche tremila euro. Per Scienze Politiche, c'erano prezzi più popolari, meno di mille euro. Per gli esami di Ingegneria si poteva pure pagare a rate. E così, all'università del capoluogo siciliano, la laurea era quasi un gioco da ragazzi, ragazzi benestanti s'intende. Bastava pagare, naturalmente in contanti, e l'agognato esame appariva d'incanto nel sistema informatico dell'Università: a tutto provvedeva un'impiegata infedele della segreteria di Economia, che aveva accesso ai registri informatici di molte facoltà.
C'è anche Alessandro Alfano, fratello di Angelino, il segretario del Pdl, fra i trenta ex studenti che avrebbero conseguito facilmente alcuni esami universitari: la Procura di Palermo gli ha notificato un avviso di proroga delle indagini. Il fratello dell'ex ministro della Giustizia è indagato per concorso in frode informatica: si è laureato nel 2009, a 34 anni, in Economia, e adesso il suo titolo di studi è traballante. Alfano junior è dall'anno scorso segretario generale della Camera di Commercio di Trapani. Nel 2006, quando ancora studiava alla facoltà di Economia, era già stato nominato segretario generale di Unioncamere Sicilia. "Il nostro assistito ha effettuato regolarmente tutti gli esami, lo dimostreremo", replicano i legali di Alessandro Alfano, gli avvocati Grazia Volo e Nino Caleca. "Confidiamo in un rapido accertamento della verità da parte della magistratura" [...] (continua su Repubblica-Palermo - Salvo Palazzolo)
...che dire? sarà un caso, ma oggi i giornali riportano tre episodi di pagamenti di mazzettume, e in tutti questi casi lo strumento finanziario sofisticato è il contante, e in particolare le banconote (che io non ho mai visto) da 500 euro. Niente sofisticati strumenti bancari o parabancari, niente paradisi fiscali, niente sovrafatturazzioni, niente "estero su estero"... Mazzette. Legate con l'elastico. Chiamate con nomi affettuosi (big babols) come nella miglior tradizione della malavita.
Sembra che le banconote da 500 euro (che nessuna persona normale usa), rappresentino, in valore, il 30% dell'intera circolazione monetaria dell'area euro. Sembra che queste banconote abbiano trovato la loro forma d'impiego prevalente nelle transazioni fra Russia e Europa. Sembra che nolti di noi - persone di banale normalità - abbia mai maneggiato una banconota da 500 euro.
In questi giorni di discute a quale livello fissare il limite per le transazioni in contanti, non tracciabili. Si riparla di 500 euro. Se così fosse, tanto varrebbe non fissare alcun limite. Un miliardo del vecchio conio in "mazzette" fatte con banconote da 500 euro occupa il volume di un bel libro di testo universitario. Niente di più. Il governo riceverebbe la gratitudine imperitura di tutti i Nicoli Cristiani, i don Verzé e gli Alfano d'Italia.
P.S.: Alessandro Alfano, pur col concorso di 6 banconote non tracciabili per un esame, si è laureato alla tenera età di 34 anni. Fa una certa impressione, pensare all'11° anno fuori corso! Eppure a 31 anni, quando era all'8° anno fuori corso, era già "Segretario Generale della Unioncamere Sicilia. Cosa non si può fare, con delle banconote da 500 euri... Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus