Con una missiva spedita ai consiglieri della Fondazione San Raffaele, Don Luigi Verzé, il fondatore dell'ospedale, si autosospende dal consiglio di amministrazione, ma non si dimette
MILANO - "Ho pensato che in questo momento delicato è utile che io non partecipi alle sedute di consiglio al fine di lasciare il più possibile ogni decisione e ogni discussione sugli argomenti utili alla mia Opera, il San Raffaele, non intendendo quindi influenzare in alcun modo il lavoro del consiglio". E' questo il contenuto della stringata missiva scritta a mano che il prete ha consegnato nelle mani dei consiglieri durante l'ultimo cda.
Don Verzé non si è dimesso dalla carica di presidente e nemmeno si è autosospeso. Ha semplicemente deciso di non voler partecipare alle riunioni del consiglio di amministrazione. Rimane quindi al vertice del San Raffaele come presidente. Il resto del consiglio è composto dagli uomini del Vaticano, il vicepresidente Giuseppe Profiti e i consiglieri Giovanni Maria Flick ed Ettore Gotti Tedeschi. Un posto spetta anche all'imprenditore Giuseppe Malacalza che insieme con lo Ior, la banca vaticana, ha presentato un'offerta da 250 milioni di euro per salvare l'ospedale.
E' stato lo stesso Profiti a dimostrare scetticismo sull'atto del patron del San Raffaele: "La scelta di don Verzè di autosospendersi dalla carica di presidente del consiglio di amministrazione del San Raffaele ha un valore simbolico più che di sostanza. Già tre mesi fa al nostro
arrivo si era spogliato volontariamente di tutti i poteri. La sua decisione è dovuta a motivi contingenti derivati dalle notizie diffuse dalla stampa sulla passata gestione del San Raffaele".
Nelle mani dell'Associazione Monte Tabor, infatti, rimane il potere di nominare il consiglio e in passato Don Verzé aveva cercato di far entrare nell'organo di vertice due sue fedelissime, le Sigille Gianna Maria Zoppei e Raffaella Voltolini, senza successo. Ora Don Verzé ha annunciato che cambierà lo statuto della fondazione per renderla indipendente dall'associazione. Ma anche su questo fronte, di atti concreti non ce ne sono stati.
(di Walter Galbiati - www.repubblica.it)
...bei tempi... Don Verzè e Mario Cal nella piscina della villa brasiliana del prete...
Don Luigi Verzé che fa il bagno nella piscina della sua fazenda di Conde, in Brasile, in compagnia di Mario Cal, suicidatosi nel luglio scorso. Le fotografie, del febbraio 2010, sono pubblicate in esclusiva dal settimanale Oggi (www.oggi.it) [...]
Per recarsi nella fazenda brasiliana insieme agli amici, il prete oggi sotto accusa per il buco finanziario del San Raffaele aveva fatto acquistare un jet Challenger da 20 milioni di euro. Don Verzé e i suoi amici spesso arrivavano alla fazenda in elicottero, per evitare le cinque ore in Suv nero cilindrata 3 mila da Salvador de Bahia a Conde. Lì trovavano due piscine (in un’altra fazenda, invece, campi da tennis, pony, gabbie con scimmie). Gli ospiti in Brasile stavano in bungalow. Alle 8 della domenica mattina don Verzé celebrava messa. Prima di mangiare, a tavola, segno della croce per tutti. [Corriere Milano.it]
...insomma, la fede prima di tutto... NdR
SOCIAL
Follow @Tafanus