Chi ci tutela? - Mio caro "Signor Tafanus", sono ancora qua a scriverle da Francoforte per arricchire la sua conoscenza in materia INPS. Come le dissi la volta scorsa l´INPS ha deciso di cambiare l´Ufficiale pagatore e per questo intima ai pensionati italiani residenti all´estero che hanno conto cointestato di restituire un formulario con i propri dati anagrafici, gli estremi completi del conto corrente, i dati del cointestatario del conto e le due firme. Ma.....la restituzione va fatta a una Casella Postale di Londra. Lei mi disse che sicuramente c´era di che preoccuparsi. Cosa c´entra mai l´Inghilterra che non è neppure in Eurozona? Ebbene, posso adesso dirle che l´INPS ha passato l´incarico a Citibank N.A. e che la PO Box 69957 - London - E14 1NJ - United Kingdom appartiene a Citi, come mi conferma la Pubblic Affair Officer di Milano, Dr. Silvia Boschetti.
Ha capito mio caro amico? E ho scritto ripetutamente e telefonato alla Citibank dicendo che è insensato mettere in una busta dati anagrafici, estremi dettagliati del conto corrente, apporre la firma e inviare per posta normale a una casella postale. Loro mi rispondono parlandomi del CERTIFICATO DI ESISTENZA IN VITA, che pure dovrò spedire alla medesima casella postale. (Si finge di non capire pur di non ammettere la mostruosità della richiesta.) Come possiamo fare in modo di rendere il caso NAZIONALE, PUBBLICO? A chi mi posso rivolgere per denunciare la cosa, per denunciare la Citibank di comportamento incauto? Qua si tratta di gente indegna di occupare posti di responsabilità. Manco un bambino penserebbe di obbligare persone a mettere i propri dati in balia di chiunque.
Non so se sono riuscita a spiegare bene, ma la cosa è gravissima e non riguarda solo me ma migliaia di persone nel mondo, immagino. Riguarda in generale il modo "svaccato" di agire del nostro Stato. Nella fattispecie la richiesta inoltratami dall´INPS è a firma (fotocopiata ovviamente) del Direttore Generale INPS, Mauro Nori e del Managing Director Citibank Global Transaction Services, Filippo Sabatini. Amico Mio, è un peccato che non si possa stare in mare anche durante l´inverno.....e che si debba tornare a terra per confrontarsi ogni giorno con le miserie dei tempi nostri. Un abbraccio e...perdono per il disturbo
Paola Bovone-Helberger
Io un po’ lo capisco il Cavaliere - Non vuole andare dai giudici, perché è uomo sincero, non abituato a dire bugie. E questo possono testimoniarlo Giuliano Ferrara, Sallusti, Belpietro, e tanti altri. Però non può dire la verità, perché come lo ricattavano prima, gli amici, per farsi regalare soldini, adesso lo ricattano per non farlo parlare. Se lui parla, parlano anche loro, e sono guai per tutti. Insomma, non va dai giudici, perché lo costringono a non andare. Che colpa ne ha il Cavaliere? Io un po' lo capisco.
Veronica Tussi
Occhio per occhio, sentimenti e ragione - Nella rubrica lettere del Corriere della Sera del 17 maggio, leggo: "In Iran un criminale getta l'acido sul volto di una ragazza, deturpandola e accecandola; la sentenza ha stabilito che anche lui subisca la stessa sorte. Le belle anime di Amnesty si indignano, ma in certi casi la norma «occhio per occhio» rappresenta l'unica riparazione per un gran torto subito; le rieducazione viene dopo". Se ascoltassi i miei sentimenti, per me quell'uomo meriterebbe non solo di subire la stessa sorte, ma anche d'essere torturato e magari fatto a pezzettini. Ma la ragione mi dice altro. Uno stato non può basare le sue leggi sui sentimenti. Se riteniamo orribile un'azione, non possiamo commettere la stessa azione. Lo stato non può comportarsi da criminale con i criminali. In qualche modo si rende l'azione nefanda meno nefanda, giacché qualcuno può ripeterla, sebbene con uno scopo diverso. Lo stesso discorso vale per la pena di morte. Lo stato non può comportarsi da assassino con gli assassini, anche se diverse sono le ragioni del suo omicidio.
Elisa Merlo
Può essere più vicino a Dio un non credente, che un credente - "Non lasciatevi intimorire da un ambiente nel quale si pretende di escludere Dio e nel quale il potere, il possedere o il piacere sono spesso i principali criteri sui quali si basa l'esistenza". Così, Benedetto XVI ai giovani in Spagna. Discorso ingannevole, anche se fatto in buona fede (potrebbe essere altrimenti?). Si potrebbe pensare che gli uomini si dividano in coloro che escludono Dio e quindi reggono la loro esistenza sui criteri menzionati dal Papa, e gli uomini che non escludono Dio e quindi non reggono la loro esistenza sul desiderio del potere, del possedere, del piacere. In realtà, si può anche non escludere Dio e basare la propria esistenza sui criteri del potere, del possedere e del piacere (un esempio è il nostro presidente del Consiglio). E si può escludere Dio e non basare la propria esistenza sui criteri del potere e via di seguito. La distinzione non ingannevole e rispondente al Vangelo non è tra chi esclude Dio e chi non lo esclude, ma tra giusti e ingiusti. Paradossalmente, può essere più vicino a Dio un non credente, che un credente.
Miriam Della Croce
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