Spread btp-bund del 5 Dicembre 2011
Mentre la manovra è ancora in fieri, e potrà essere emendata in Parlamento nei punti più controversi, è già iniziato in parlamento il fuoco amico. L'intervento più duro, alla Camera, è stato pronunciato da Donadi, IdV. Sembrava Grillo. Toni accesi, faccia paonazza, critiche feroci su tutto, idee e proposte alternative, zero.
Anche gli opinionisti, i giornalisti, i bloggers e i ggiovani, sono in gran parte impegnati a sparare ad alzo zero addosso a Monti. Perchè non ha fatto in 11 giorni feriali ciò che Berlusconi non ha fatto in 1000 giorni feriali, e perchè ha fatto - in qualche giorno, e non avendo una sua maggioranza in parlamento - ciò che poteva essere ragionevolmente approvato in parlamento, fra gli interventi teoricamente possibili.
Il nuovo idolo di renzi e renzini, Ichino, ad una signora che stamattina, su La7, chiedeva lumi su come fare ad affrontare quattro anni in più prima di andare in pensione senza soldi, senza lavoro, con un mutuo da pagare, e senza nessuno che alla sua età la prenda a lavorare, ha filosofato, spiegando che l'esperienza è un valore, e bla bla bla. Ma l'esperienza non paga il mutuo. Quindi anch'io ho qualcosa da imputare a Monti. Ci ritornerò. Ma oggi vorrei invitare la gente a vedere il bicchiere mezzo pieno.
Oggi è successo qualcosa di davvero molto importante. Diverse cose. La borsa italiana ha chiuso in rialzo di 2,91%, per una volta prima in Europa. Lo spread, il maledetto spread, che era arrivato a toccare 575 punti negli ultimi giorni di Nerone, è sceso sotto i 380 punti. I titoli di Stato a breve termine sono tornati, come è normale che sia, a rendere meno di quelli a medio-lungo termine, scendendo sotto il 6%, da picchi, nei giorni scorsi, di circa l'8%, punto di non ritorno.
Se c'è stata una componente speculativa nella corsa alla svendita dei titoli italiani, e se nei giorni prossimi si avrà la sensazione che l'assalto all'euro è fallito, le truppe ribassiste correranno a ricoprirsi, accelerando il processo di ulteriore restringimento dello spread. Manovra in diversi punti insoddisfacente? Certo, e su questo non abbiamo avuto e non avremo reticenze. Ma oggi no. Oggi prendiamo atto del fatto che l'azione di Monti ha riportato lo spread 200 punti sotto i massimi berlusconiani. E duecento punti di spread in meno valgono, a regime, 38 miliardi di euro. Circa una volta e mezza la manovra di Monti.
Facciamocene una ragione. La corsa al risanamento dei conti italiani sarà lunga, e sarà dura. Dicono gli esperti (e le statistiche) che la tripla A nel rating è quella che genera un abbassamento dello spread sotto i 100 punti, condizione indispensabile per la sostenibilità a lungo termini dei conti. Ma questa medaglietta è appannaggio, statisticamente, di paesi col rapporto debito/PIL non superiore all'80%. Noi navighiamo sopra il 120%, e quindi, ad euro costante, ci tocca una riduzione del debito di 40 punti di PIL, cio' di 160/170 miliardi, da fare al massimo in 5/5 anni. Quindi non sono finite né le lacrime, né il sangue. Se ce la faremo, il paese potrà respirare. Se non ce la faremo, l'Italia scivolerà rapidamente verso il sud del mondo, e potrà consolarsi pensando di essere il paese più settentrionale del Maghreb.
Facciamocene una ragione. Oggi ogni italiano (neonato o vegliardo) ha addosso la sua quota parte di 32.000 euro di debito, e, che lo voglia o no, se vogliamo riportare il debito a livelli da tripla A, dovrà pagare alle casse dello Stato la sua quota di 11.000 euro. E a poco servono gli indignados 'de noantri coi cartelli che proclamano "il debito lo paghi cci lo ha fatto". Il debito lo ha fatto mio padre, ma è già morto. Il debito l'ho fatto anch'io, ma sto facendo la mia parte (e non ho molto tempo davanti), senza mugugnare, per pagare la quota mia, di mia moglie, delle mie figlie. Ma quando io finirò di campare, il debito non pagato resterà a qualcun altro. Stabilire di chi sia la colpa non ripaga il debito. Dire "io non ho colpa, quindi non pago", è una sovrumana sciocchezza. Il debito, che i ggiovani lo vogliano o no, resterà sul groppone di chi sarà costretto ad invecchiare durante questo secolo.
Ciò non toglie che il pagamento del debito vada distrituito in maniera più equa, e differenziata. Chi più ha contribuito a costruire il debito, paghi di più. Chi continua ad alimentare il debito con lavori di discutibile utilità (i sei dirigenti per impiegato della Regione Lazio, tanto per non far nomi, o i consiglieri di CdA di aziende pubbliche o miste inutilmenti pletorici), sia costretto a fare un passo indietro. L'evasione fiscale sia combattuta sul serio, e non con la insufficiente limitazione delle transazioni in contanti a 1000 euro, cifra sufficiente a pagare persino il dentista e il carrozziere).
La Chiesa, anzichè limitarsi a predicare l'equità, faccia la sua parte, e tolga dai suoi lussuosi alberghi la cappelletta con la Madonna, che serve a non pagare l'ICI. Oppure il governo deliberi che un albergo dei preti paghi l'ICI anche se ha la nicchia con la madonna anti-fisco. Si facciano pagare le frequenze residue del digitale, anzichè regalarle. Si mettano in vendita da subito gli immobili inutili. Si incrementino subito le tariffe delle concessioni demaniali, che arricchiscono i proprietari del Bagno Luna Rossa, ma impoveriscono il demanio e la libertà di balneazione dei cittadini. il falso in bilancio ridiventi subito un reato penalmente perseguibile anche senza denuncia di parte. Si investa sulla scuola, sulla ricerca, sulla green economy, sulla manutenzione del territorio anzichè sulle spese ex-post generate dai disastri ambientali. C'è un oceano sconfinato di cose che devono e possono essere fatte
Sui singoli provvedimenti non scriverò più, finchè non ci sarà il decreto definitivo, possibilmente affiancato a delle previsioni dettagliate di gettito per ogni provvedimento. Intanto annoto che in Parlamento si stanno delineando gli schieramenti, distinti non per partiti, ma fra curva-sud e curva-nord. Da una parte chi cerca di fare ciò che va fatto, subito, perchè il 9 dicembre c'è l'Ecofin. Dall'altra c'è chi cerca di approfittare della situazione per gli ennesimi tentativi di OPA ostili sui rispettivi vicini di banco più ricchi. Da una parte la Lega nei confronti del PdL, e dall'altra Di Pietro nei confronti del PD. Due partiti che si rassomigliano. Nei metodi, negli obiettivi, nella vocazione populista. Prendiamo nettamente le distanze da tutti i cazzari di turno. Abbiamo già dato. Ora dobbiamo vincere la battaglia di raggiungere la riva a nuoto, prima di morire per idrocuzione.
Primum vivere, deinde philosophari
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