L’aria di «Giulio Cesare in Egitto», opera musicale Georg Friedrich Haendel (1685 – 1759) è quanto mai adeguata come canto del cigno del PD. Personalmente penso che il Pd si squaglierà al sole, ma anche all’ombra, dopo la sobria ubriacatura di Monti-Passera. Bisogna però, ad onore di onestà e di verità, fare una premessa. Il Pd di Bersani aveva tutto il diritto di chiedere e fare andare l’Italia alle urne, avendo la certezza di vincere le elezioni, allo «statu quo» di un mese fa. Invece di fare il suo interesse, alla luce della propria visione politica, Bersani ha scelto quello che secondo lui era «il bene comune» della nazione: il governo Monti. Di fronte a questo ragionamento (per me sbagliato), mi levo tanto di cappello e m’inchino senza prostrarmi. Berlusconi al suo posto sarebbe andato di corsa a votare, fottendonsene (espressione idiomatica liturgica per dire disinteresse totale) dell’Italia e del bene comune. Quando si dice la differenza e lo stile!
Non si è accorto Bersani e i suoi accoliti concorrenti che così facendo ha messo in atto la premessa della sua prossima estinzione. Appoggiare il governo Monti-Passera è l’inizio della fine del Pd. Appoggia un governo, voluto, preteso e appoggiato da Casini-Fini-Rutelli (dc a tutto spiano, fascista e radicalchicattolico); appoggia insieme al Pdl, cioè la cloaca di Berlusconi, diventando uno del miscuglio, della spazzatura indifferenziata, senza più una sua identità e anima. Lo scopo del governo Monti-Passera è smembrare il Pd e costruire un nuovo assembramento, moderato, of course! e liberale, cioè in grado di lasciare liberi i ricchi di fare quello che vogliono, ma tenendo al guinzaglio lavoratori e pensionati, ridotti a schiavi che devono pagare la crisi e sostenere la ricchezza dei pochi. Si dicono anche cattolici, questi lupi rapaci travestiti da agnelli.
Dopo un anno e mezzo di cura Passera-Monti, si comincia alla napoletana: «chi ha dato, ha dato; chi ha avuto, ha avuto. Scurdammoce ‘o passato». Avanti c’è posto! Le elezioni si avvinano, e contemporaneamente scade il settennato di Napolitano al Quirinale. Chi andrà alle due cariche della cuccagna? A mio parere Monti salirà al Quirinale come salvatore della patria, mentre Passera che sarà eletto nelle scuderie di Casini&C. diventerà l’uomo nuovo del riformismo italiota. Operazione conclusa: le banche direttamente al potere, anzi al governo. Casini retrocederà, Fini resterà una mera escrescenza, Rutelli raccatterà palle e Berlusconi perderà pezzi perché ormai il mondo della finanza allegra lo ha scaricato. Costui farà ancora dei danni perché non accetta la sconfitta, per cui si dimenerà come un ossesso insieme ai delinquenti cretini che si sono lasciati beccare, mentre i delinquenti furbi salteranno sul nuovo carro dei «moderati sobri» così stiamo freschi tutti e quanti. Passera sarà il leader del nuovo corso con destinazione governo.
Il Pd resterà a piangere la sorte rìa per essere stato in grado (né poteva) di fare opposizione al governo e tanto meno di aspirare a governare il paese. Si frantumerà in diversi pezzi come il capitano della compagnia degli alpini: il primo e consistente pezzo andrà con Passera-Casini (il ritorno alle radici della ex dc, mai scomparsa e ora Dc a tutto petto, pronta ad allattare i figli tornati a casa); il secondo pezzo se ne andrà con Vendola che non sa ancora cosa farà da grande perché si è smarrito nei meandri dell’affabulazione e del parlarsi addosso; il terzo pezzo ritroverà la vocazione eroica del generale George Armstrong Custer che si fece scannare a Little Bighorn (1876). Sorte crudele! Il partito che avrebbe dovuto governare perché l’unico che aveva una visione complessiva del paese, mettendo in primo piano i lavoratori, i precari e i pensionati, è stato solo capace di distruggere un patrimonio di consensi esaltanti fin dalla prime primarie volute da Prodi.
Poteva cambiare l’Italia, l’ha consegnata a Berlusconi. Potevano cambiare radicalmente il Paese, si sono lasciati cambiare dal berlusconismo corrotto e dal capitalismo perverso. Poteva evitare la crisi, invece l’ha aggravata non facendo una opposizione seria, morale e politica. Poteva! Si è frantumato in se stesso perché ormai aveva perso l’anima del suo ideale: il popolo. Letta Enrico, nipote di cotanto zio, Nobil Uomo Gianni, sfregola per andare con Monti e Passera e magari con un posto in evidenza e di rendita. Fioroni sta pomiciando con Pisanu che sono spinti da Pomicino che a sua volta si consulta con De Mita. Ricordate questi nomi, indicatori orrendi di quelle facce? Beh! Gira a destra, gira a sinistra, siamo finiti al principio, al marchio d’origine controllata, alla Dc che come l’Ici mantiene la natura, ma cambia il nome in Imu, cioè Terzo Polo, Moderati, Riformisti. Con la benedizione di Oltre Tevere che gongola e si sfrega le mani.
Il Pd disorientato dalle tante animelle perdute si è smarrito nei meandri del personalismo, specialmente del dalemismo, fatuo contraltare al berlusconismo da cui si è lasciato corrompere senza scalfirlo minimamente. Ora è in mezzo al guado dove sta e resta e più si agita più il guado si trasforma in sabbie mobili fagocitanti. Peccato, poteva essere la chiave del rinnovamento epocale dell’Italia, è stato solo un complice della rovina della Nazione. Un vuoto a perdere. Non ci resta che prenderne atto. Requiem! Una prece.
PS. A Genova il PD ce la sta mettendo tutta per perdere la città «Medaglia d’oro della Resistenza» che è sempre stata a sinistra. Il Pd è impegnato a volerla perdere perché ancora una volta non ha scelto su un progetto di Città a cui abbinare il volto e un nome adeguato e capace di rappresentare quel progetto, ma dentro al partito si sono scannati per difendere scampoli di personalismi senza senso, candidando mezze misure e perdenti preventivi. Ancora una volta il berlusconismo ha colpito: l’interesse privato, anzi personale, über alles, soprattutto e tutti. La città, il suo futuro e la sua sorte … all’inferno senza ritorno!
Paolo Farinella
Questa volta condivido solo in parte l'analisi e le previsioni di Paolo, ma, come molti sanno (e come alcuni si ostinano a non capire) nella scelta se pubblicare o meno alcuni contenuti il Tafanus è assolutamente voltairiano. Quindi pubblico senza tagli lo scritto di Paolo Farinella, augurandomi che sia di stimolo ad un dibattito come al solito aperto, e senza tesi precostituite. Ed augurandomi che contenga qualche errore di previsione. Auguro a Paolo un felice Natale. Tafanus
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