Bar della Camera più caro - Aumenti in vista anche per il ristorante
I listini della buvette sono stati rivisti al rialzo del 10-20 per cento. In alcuni casi si è arrivati al raddoppio del prezzo. I deputati si adeguano così al nuovo regime previsto anche a palazzo Madama, dove i rincari hanno messo in fuga i senatori con il rischio del licenziamento dei lavoratori
Il bar della Camera
Caffè un po' più amaro, per i deputati, nel 2012. I prezzi della buvette - lo storico bar di Montecitorio - sono stati rivisti al rialzo del dieci-venti per cento. In alcuni casi, però, si è arrivati a raddoppiare Il prezzo della fine di dicembre. Gli onorevoli, ancora in vacanza, per ora non se ne sono accorti. Ma al rientro scopriranno che l'espresso è passato da settanta a ottanta centesimi, il cappuccino da un euro a un euro e dieci, il cornetto da ottanta a novanta centesimi.
Più cari anche i panini: la rosetta con prosciutto e mozzarella sale da due euro e cinquanta a tre euro, i tramezzini due euro a due euro e cinquanta, i supplì da un euro a un euro e trenta. PIù dura la vita dei salutisti: la frutta passa da 50 centesimi a 1 euro e pure i succhi di frutta che passano da 1 a 2 euro. Colpiti anche gli amanti dell'aperitivo: gli onorevoli pagheranno 3,50 euro anzichè 1,50 per un analcolico, e addirittura 4,50 e non più 2 per un aperitivo alcolico.
Il ritocco dei listini è stato deciso dall'ufficio di presidenza che sta rivedendo più in generale il prezzo dei servizi offerti ai deputati. E gli aumenti - viene annunciato - riguarderanno presto anche il ristorante di Montecitorio, che riaprirà nei prossimi giorni.
La "svolta" arriva dopo gli analoghi rincari voluti a palazzo Madama. Gli aumenti decisi al Senato, in realtà, nelle scorse settimane provocarono un vero e proprio caso. I senatori - spaventati dal semplice adeguamento dei prezzi al mercato - lasciarono praticamente deserto il ristorante. Risultato: nove lettere di licenziamento per sei camerieri, due cuochi e un tabaccaio da parte della Gemeaz Cusin, la società che ha in gestione il servizio. Per protesta i dipendenti occuparono il locale. Seguì un intervento dei questori che intimarono all'azienda di rinunciare alla mobilità, pena un pesante risarcimento. Presto però il sistema a menù potrebbe essere mandato in soffitta e sostituito con più sobrio servizio a buffet.
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