Raccomandazioni per le assunzioni, appalti agli amici, affitti di favore. Vent'anni dopo Mario Chiesa, nel Pio Albergo Trivulzio regna ancora il malaffare. E in tutta la Lombardia le inchieste si moltiplicano
(Inchiesta di Fabrizio Gatti - l'Espresso)
Il cuore di Milano batte giusto a metà strada tra il Duomo e la periferia. Via Marostica 8, una palazzina nascosta dagli alberi, cinque piani di scartoffie e vetrate. Da quassù, dietro le grandi finestre della direzione, amministrano l'assistenza ai nonni della città. E che gran cuore hanno. Nella sede dell'istituto Pio Albergo Trivulzio non si occupano più soltanto di anziani da ricoverare o curare a domicilio. Vent'anni dopo Mani Pulite, lo scandalo dilagato proprio da questi uffici, un posto lo trovano pure ai giovani. Inutile sperarci, però. Perché non capita a tutti. C'è ad esempio il laureato in legge ingaggiato per 17.280 euro dall'istituto come "supporto alla consulenza e ricerca in materia legale". Insomma, un consulente alla consulenza. Scaduto il primo contratto, l'hanno arruolato una seconda volta per altri 51.840 euro come esperto di "diritto informatico, processo civile e telematico". Combinazione, è anche un candidato del Pdl trombato alle comunali del 2011. Ed è amico di Stefano Pillitteri, assessore nella giunta di Letizia Moratti, nipote di Bettino Craxi e figlio di Paolo Pillitteri, lo storico sindaco mandato a casa vent'anni fa proprio dallo scandalo di Tangentopoli. Ma queste ovviamente sono soltanto coincidenze.
Come è una casualità il legame con la famiglia La Russa. Ignazio, il potente ras della destra milanese, nonché ministro della Difesa uscente, nella casa di riposo ha un cognato primario e un nipote medico. E può decisamente contare sulla simpatia di un altro giovane cresciuto nel vivaio: il direttore del dipartimento tecnico, l'ufficio che gestisce l'immenso patrimonio di appartamenti e affitti. Un manager che al Trivulzio ricorderanno a lungo. Perché insieme con il direttore generale ha gestito il bando e la vendita di uno dei gioielli più prestigiosi. "L'Espresso" ha scoperto che due interi palazzi di proprietà pubblica sono così finiti a una società di Andrea Bezziccheri, 44 anni, l'imprenditore fedele a don Luigi Verzé, indagato con l'accusa di avere svuotato le casse dell'ospedale San Raffaele e della sua fondazione. Raccontano che il giorno del rogito, il direttore generale del Trivulzio, Fabio Nitti, 60 anni, e il manager che non dispiace a La Russa, Alessandro Lombardo, 37 anni, sono tornati in ufficio e hanno brindato all'affare. Non si sa ancora chi abbia fatto l'affare, però. Il Trivulzio o la banda del San Raffaele? La Procura ha aperto una nuova inchiesta [...]
La cricca alla milanese è un modo di vivere che arraffa ciò che può. Non appena può. Un posto di lavoro. Una promozione. Un contratto. Come a Reggio Calabria. Come a Napoli. E il Pio Albergo Trivulzio, di tutto questo, continua a essere un modello. Nonostante la presunzione leghista al grido di Roma ladrona. Nonostante il cambio del consiglio di amministrazione, rinominato lo scorso anno dopo lo scandalo di Affittopoli. Nonostante l'aria nuova portata dalla vittoria in Comune di Giuliano Pisapia. Nonostante le inchieste della procura. Cambiano le bandiere. Ma i dirigenti restano. Gli stessi nomi con cui l'attuale presidente, Laura Iris Ferrero si prepara a coprire il buco di 14,8 milioni del bilancio 2011. E qualche speculatore già si frega le mani. Perché il piano deliberato prevede la vendita entro cinque anni di immobili per altri 68 milioni. Ecco allora cosa si incontra nella tana della parentopoli lombarda. Porta dopo porta. Ufficio dopo ufficio. Coincidenza dopo coincidenza.
Si può cominciare dall'avvocato Alessandro Nicotra, 41 anni, l'amico di Pillitteri jr. Nella primavera 2011 Nicotra è tra i candidati del Pdl al consiglio di zona Romana. Ma non è più l'anno buono di Silvio Berlusconi. L'avvocato prende appena 62 voti. E resta disoccupato. Che combinazione, però. Il 5 settembre, poco tempo dopo la delusione elettorale, Rossana Coladonato, direttrice del personale del Trivulzio, firma un bando per un "incarico libero professionale" con "procedura comparativa". Cioè niente concorso. Si valutano semplicemente i curricula presentati. Questa volta non cercano un semplice laureato in giurisprudenza, come nel 2009 quando Nicotra ottiene il contratto di "assistente alla consulenza". Vogliono un esperto di "diritto informatico, processo civile e telematico". Una figura così singolare che evidentemente non si riesce a trovare tra i 1.457 dipendenti dell'istituto. Il bando scade a mezzogiorno il 16 settembre. Dalla firma alla chiusura sono meno di dieci giorni di pubblicazione. Alessandro Nicotra non solo riesce a saperlo in tempo. Il suo curriculum, inutile dirlo, è l'unico che soddisfa i desideri del capo del personale. Preso. Anche se per il momento non ha modo di sfoggiare pubblicamente la sua preparazione in informatica. Nei convegni organizzati dal Trivulzio, gli hanno chiesto di parlare di questioni un po' più vicine all'esperienza degli anziani. Temi come questo: "L'evento caduta: profili definitori, dimensioni e impatto del fenomeno".
Soltanto i bene informati partecipano ai concorsi. Il sito Internet dell'istituto pubblica tutto, certo. Ma a volte con qualche errore che esclude gran parte dei concorrenti. Come succede nel luglio scorso: per tutto il mese il bando per un addetto alla gestione del patrimonio rurale risulta scaduto il 27 giugno 2011. E in agosto, quando è ormai trascorso il termine, la data viene corretta: le domande andavano presentate entro il 27 luglio 2011. "Un errore, certo. Ma in questo modo", osserva l'avvocato del lavoro Domenico Tambasco, "tutti quelli che avrebbero potuto partecipare al bando in luglio non si sono presentati perché ritenevano fosse già sorpassato. Quante altre volte è successo?". Sui numerosi contratti da liberi professionisti al Trivulzio, l'avvocato Tambasco ha presentato un esposto all'Ispettorato del lavoro. "Abbiamo documentato il caso di un dipendente qualificato come lavoratore autonomo con l'obbligo di rispettare il codice deontologico del proprio ordine professionale senza che lo stesso sia mai stato iscritto a un albo, abbia mai aperto una partita Iva o emesso una sola fattura. E tuttavia con il compenso mensile erogato attraverso una busta paga nella quale veniva configurato ora come co.co.co, ora come lavoratore a termine".
L'elenco dei consulenti riempie 14 pagine. Una finestra sulla grande famiglia del Pio Albergo Trivulzio. Ennio La Russa, il nipote, fa il medico con un contratto a ore per 33.840 euro l'anno lordi. Il direttore del servizio di Odontoiatria, Domenico Virgillito, 61 anni, è il cognato dell'ex ministro della Difesa. Il responsabile economico finanziario, Battista Laselva, 285 mila euro spalmati su cinque anni, praticamente paga lo stipendio alla figlia, Valentina Laselva, fisioterapista, 24.224 euro l'anno. Un altro bando se l'è aggiudicato Alessandra De Nicola, figlia dell'assessore provinciale alle Infrastrutture e leader delle campagne contro gli immigrati senza casa, Giovanni De Nicola. Altri invece la famiglia se la sono portata tutta dentro. Come il consigliere di zona Pdl in servizio nel settore sanitario e la figlia impiegata all'ufficio timbrature. L'addetto ai sistemi informatici, la moglie assunta in ragioneria e il fratello in amministrazione. Il rappresentante sindacale impiegato all'ufficio presenze, la moglie in corsia e la compagna del figlio al museo dell'istituto. C'era anche il figlio fino a qualche tempo fa, ma ha chiesto il trasferimento in un altro ente. E ancora. L'mpiegato dell'ufficio contratti e il padre primario ora in pensione. I due geometri, fratello e sorella, che si occupano delle manutenzioni. Il loro collega del dipartimento tecnico sotto lo stesso tetto con la ex moglie e la nuova compagna. La portinaia con il marito infermiere. L'addetto alla sicurezza e la sorella impiegata in accettazione. La segretaria della direzione e la mamma agli affari generali. Più che un'azienda, è un condominio. Forse è per questo che quando l'ambulatorio per i servizi esterni è lievitato verso i 140 dipendenti, nessuno se n'è accorto. Il 10 per cento del personale. Tutti in ambulatorio [...]
Altro buco nel bilancio del Trivulzio, gli inquilini che non pagano l'affitto. Ci sono i pensionati e le famiglie che non arrivano a fine mese con lo stipendio. Ma c'è anche qualche vip. L'elenco consegnato lo scorso anno al Comune dopo la denuncia di affittopoli è infatti incompleto. Mancano le note sui crediti che a dicembre 2010 raggiungono un totale di 5 milioni 659 mila euro. Uno scandalo nello scandalo. "l'Espresso" ha potuto leggere la lista completa aggiornata a settembre 2011. Ecco il caso di Chiara Dell'Utri, figlia del senatore Marcello, che abita con il fidanzato Simone Ferrari in un bel palazzo di piazza Mirabello 5: 83 metri quadri, 12.951 euro di affitto all'anno, 2.418 di spese e 15.472 euro di arretrati. È scritto nelle note: "18.01.2011 contattato Ferrari Simone convivente con la Dell'Utri perché a oggi risultano non pagati 2, 3 e 4 trimestre 2010 più conguaglio 2009... Ha detto che controlla e paga nelle prossime settimane. 02.02.2011 a oggi non risulta nessun pagamento, su sullecitazioni ricevute risollecitare telefonicamente. 02.03.2011 ha pagato parzialmente. 18.04.2011 altro pagamento parziale. 08.06.2011 Ferrari ha mandato una mail per conoscere il debito totale che salderà nei prossimi giorni. Monitorare".
Altro caso, altra nota: "Ha chiamato il segretario dell'assessore al Bilancio del Comune Beretta chiedendo delucidazioni", è scritto riferendosi all'assessore della giunta Moratti. Perché l'inquilino "si è rivolto all'assessore per chiedere una mano". Almeno c'è chi come Simone Ferrari gli arretrati li salda a rate. Ma c'è anche chi per non pagare se ne va in Svizzera. Come gli amministratori della società Angel Medical. Al Trivulzio arrivano ben accolti dall'allora presidente, il chirurgo Emilio Trabucchi. Organizzano corsi di aggiornamento proprio in alta chirurgia. Se ne sono andati a Lugano lasciando 145 mila 723 euro di affitto da saldare. A fine 2011 il procedimento è ancora aperto. Come risarcimento la direzione generale conta di comprare le apparecchiature abbandonate nelle aule. Altri 18 mila euro da sborsare. Quegli strumenti, secondo la società di leasing proprietaria, non valgono di più.
Le procedure di sfratto in vista della vendita dei palazzi del Trivulzio sono già cominciate. Ogni mattina nel quartiere Ponte Nuovo, via Gherini 5, Anna, dipendente di una mensa scolastica, 700 euro al mese, due figli minorenni, si sveglia con il terrore che tocchi a lei uscire di casa. Gliel'hanno già annunciato. Sentenza esecutiva. Qualcuno deve pur pagare per tutti.
Da Tangentopoli ad Affittopoli - Le pietre miliari
IL MARIUOLO. In principio è stato Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, e primo arrestato di Mani Pulite il 17 febbraio 1992. Ha ammesso che si pagavano tangenti su tutte le forniture e gli appalti della cosiddetta "Baggina", l'istituzione pubblica milanese che assiste gli anziani, soldi in parti girati al Psi. Chiesa è stato condannato a 5 anni e 7 mesi di reclusione per corruzione, concussione e turbativa d'asta, pena che ha finito di scontare con i servizi sociali. Ha restituito 6 miliardi di lire. Un filone delle indagini riguardò la svendita degli immobili - appartamenti spesso in zone centralissime, frutto soprattutto di donazioni - a prezzi di favore in cambio di mazzette.
AFFITTOPOLI. Subito dopo l'arresto di Mario Chiesa cominciarono a trapelare i nomi degli inquilini che avevano affittato case del Pio Albergo Trivulzio a equo canone, con prezzi irrisori rispetto al mercato. Appartamenti di 200 metri quadrati come quello di Antonio Simone, democristiano di area ciellina, assessore alla Regione Lombardia. Tre anni dopo si scopre l'elenco di cinquemila inquilini nelle case di proprietà del Comune di Milano, del Pio Albergo Trivulzio e delle Istituzioni di assistenza e beneficenza (Ipab). Moltissimi pagavano addirittura meno della tariffa equo canone per abitare di fronte al Duomo. O non pagavano proprio e ai raccomandati non veniva contestata la morosità.
IL VIZIO CONTINUA. L'ultima affittopoli scoppia a febbraio 2011 con la pubblicazione dell'elenco degli appartamenti a canoni stracciati. Sono 1.064 gli alloggi del Pat in affitto per un guadagno annuo di 7,3 milioni di euro. Tra gli inquilini ci sono ex segretari di partito, onorevoli, consiglieri comunali, giornalisti, parenti e amici dei potenti: l'ex etoile Carla Fracci; il direttore del Milan Braida; Piero Testoni, parlamentare Pdl e nipote di Francesco Cossiga. La figlia di Salvatore Ligresti, Giulia che occupa con il suo marchio di moda Gilli tre locali nella centralissima via della Spiga. Nella lista anche Cinzia Sasso, moglie dell'allora candidato sindaco Giuliano Pisapia, che da tempo aveva disdetto il contratto con il Pat.
(di Fabrizio Gatti - l'Espresso)
SOCIAL
Follow @Tafanus