Confesso che questa panoramica di Valentina Conte sulle retromarce silenziose del governo Monti mette i brividi. Almeno a me. All'epoca delle "lenzuolate" in gran parte abortite di Bersani, ero stato molto critico. Specie sul cedimento alla violenza dei "tascisti" romani. In particolare, avevo ricordato a Bersani un insegnamento che mi aveva trasmesso mio padre: "mai fare minacce che non sei in grado di mantenere". Speravo che la lezione di Bersani fosse servita a Monti. Speravo, sinceramente, che Monti se ne ricordasse, a avesse scientemente deciso di andare allo scontro, e di vincerlo.
Invece, noto con raccapriccio che sta scadendo nelle debolezze tipiche di un governo politico. Con l'aggravante che, al contrario dei governi politici, avrebbe la possibilità si andare allo scontro, con serie probabilità di vincere la partita. Invece, osservo che - lobby dopo lobby - sta calando le braghe, e che sta cercando di recuperare l'immagine decisionista, alquanto appannata, affrontando con inusitata durezza i poveracci dell'articolo 18. Spero di sbagliarmi, ma sembra questa sia l'unica categoria verso la quale Monti & Fornero abbiano adottato la provocatoria durezza del "cerchiamo di riformare l'art. 18 con l'accordo delle parti, altrimenti andremo avanti ugualmente".
No, caro Monti, non ci siamo. Se ha i coglioni, li deve sfoderare con TUTTI, e non solo col la parte più fragile e meno dotata di potere ricattatorio dei lavoratori dipendenti a reddito fisso, in un contesto di bassa occupazione. Troppo facile, troppo becero. E troppo somigliante a ciò che per anni ha irresistibilmente monopolizzato l'attenzione dei Berlusconi dei Sacconi, e - in cauda venenum - della Marcegaglia, e della sua folle ed offensiva uscita sui sindacati "difensori di criminali e fannulloni".
Le abbiamo dato piena ed entusiastica fiducia, ma non abbiamo sposato nessuno. Riportiamo i preoccupanti passi della review fatta da Valentina Cortese su Repubblica:
Sviluppo, dai taxi alle farmacie, l'asse governo-partiti frena le liberalizzazioni. Molti degli emendamenti dei relatori e dei senatori vengono incontro al costante pressing delle lobby. Sui temi forti si rischia il dietrofront completo. Le nuove licenze dei tassisti tornano in capo ai sindaci. L'Ici per la Chiesa non si farà subito ma con un emendamento
Liberalizzazioni a rischio - Il testo del decreto Cresci-Italia, sommerso da migliaia di emendamenti in commissione Industria del Senato, prosegue il suo faticoso percorso tra le pressioni delle lobby e la complicata quadra politica. La versione che arriverà il aula mercoledì prossimo per il voto - blindata in un maxi emendamento su cui il governo potrebbe porre la fiducia - rischia di essere migliorata solo in parte. Sui temi forti, si teme un dietrofront completo. Come per i taxi: la decisione su eventuali nuove licenze da mettere a bando torna in capo ai sindaci, così come l'extraterritorialità del servizio.
Sulle farmacie crescono le resistenze per le nuove aperture, così i malumori su tariffe e preventivi dei professionisti. Intanto alcuni capitoli - Srl dei giovani e tribunale delle imprese (sul punto, ieri la presidente di Confindustria Marcegaglia ha incontrato il ministro della Giustizia) - sembrano privi di copertura finanziaria. Per quanto riguarda l'Ici delle onlus, le nuove norme che dovrebbero estendere il pagamento dell'imposta anche agli immobili della Chiesa usati a fini commerciali, seppur in modo non esclusivo, con tutta probabilità non saranno inserite nel decreto sulle semplificazioni fiscali che il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare venerdì prossimo. Ma verrebbero affidate ad un emendamento ad hoc perché siano condivise anche dal Parlamento, nel successivo iter di conversione del decreto.
TRASPORTI - Indietro tutta sul capitolo "taxi". A decidere eventuali nuove licenze saranno Comuni e Regioni "nell'ambito delle loro competenze". Saltano doppia licenza, licenze part-time, taxi stagionali. L'Autorità dei trasporti, che avrebbe dovuto "adeguare i livelli di offerta" e aumentare le licenze "sentiti i sindaci", viene limitata ad esprimere "un parere obbligatorio, non vincolante", a "monitorare e verificare" il servizio, le tariffe, la qualità, le esigenze delle città, fornendo una semplice analisi costi-benefici in base alla quale i sindaci possono adeguare il numero delle auto, bandendo concorsi straordinari. Qualora non lo facessero senza valide motivazioni, l'Autorità ricorrerà al Tar. Confermato il taxi ad uso collettivo e il servizio fuori città ma solo in base ad accordi sottoscritti dal sindaco con i Comuni interessati. Maggiore libertà nel fissare le tariffe, a partire da quelle predeterminate dal Comune. Sarà possibile usare la stessa vettura per più turni. L'Autorità dei trasporti avrà una dotazione di 5 milioni per il 2012, potrà erogare sanzioni amministrative e partire prima, entro il 31 maggio, senza interim con l'Authority per l'energia.
CLASS ACTION - Rafforzata la class action e definite multe corpose contro le clausole vessatorie a danno dei consumatori. "L'azione di classe ha per oggetto l'accertamento della responsabilità e la condanna al risarcimento del danno e alle restituzioni in favore degli utenti consumatori", definisce nero su bianco l'emendamento approvato. Il professionista o imprenditore che inserisce clausole vessatorie nei contratti e che poi, una volta scoperto, non si attiene alle disposizioni dell'Antitrust sarà multato: tra i 2 e i 20 mila euro per chi non rispetta le decisioni, da 4 a 40 mila euro per chi fornisce informazioni o documentazioni non veritiere, da 5 a 50 mila euro per chi non pubblica online e non diffonde i provvedimenti che certificano la vessatorietà.
BANCHE - Il capitolo banche, tra i più scarni e meno liberalizzati dal Cresci-Italia, è ritoccato solo in minima parte. Le banche potranno continuare a condizionare il mutuo o il credito al consumo (novità dell'ultima ora) alla sottoscrizione di una polizza sulla vita. Se lo fanno, hanno però l'obbligo di accettare la polizza scelta dal cliente, tra quella reperita da lui stesso sul mercato e la doppia opzione presentata dalla banca (di compagnie a lei non riconducibili). La banca non potrà poi vincolare mutuo e apertura di conto corrente. L'obbligo sarà considerato una pratica commerciale scorretta, come quello di sottoscrivere una polizza erogata dalla stessa banca. Sarà infine gratuito il conto aperto per accreditare la pensione fino ai 1.500 euro.
FARMACIE - Ancora non sciolto lo spinoso nodo delle farmacie. Se ne è discusso a lungo, ieri notte in commissione Industria. Ma la quadra politica non è stata ancora trovata. Lo scoglio maggiore riguarda le nuove aperture (se ne prevedono 5 mila in più con un ampliamento del 25% della pianta organica), considerate dannose dalla categoria. Il Pdl punta ad abbassare il quorum del decreto (una nuova farmacia ogni 3 mila abitanti) ad una ogni 3.800, in linea con quanto auspicato da Federfarma che sul punto fa notare che il quorum reale è una a 2.200, considerati i nuovi punti che, grazie al decreto, sorgeranno in stazioni, aeroporti, autostrade. I consumatori temono una retromarcia, su questo punto e sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C.
IMPRESE - I tribunali delle imprese e Srl ad un euro per gli under 35. Entrambi i capitoli rimangono per ora sospesi. Gli emendamenti dei relatori sono stati accantonati, in attesa di un parere della commissione Bilancio sull'effettiva copertura delle norme. La proposta è di portare da 12 a 20 i tribunali (uno in ogni capoluogo, tranne la Valle d'Aosta), a cui verrebbero sottratti almeno due competenze (class action e appalti pubblici). Mentre si pensa a un passaggio gratuito dal notaio per la Srl (ora ne è esentato, con rischi infiltrazioni) e il vincolo di destinazione del 25% dei ricavi annuali ad aumento del capitale. In entrambi i casi, il problema sono i soldi. Le misure costano: più giudici e bolli per la registrazione della Società (6-700 euro).
RETE GAS - Discussione ancora aperta sulla separazione tra Eni e Snam. Il governo punterebbe ad uno scorporo totale (ora Eni possiede il 52% di Snam), di reti, stoccaggio e rigassificatore di Panigaglia. Almeno secondo quanto riferito ieri dal sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, dopo una giornata di confusione e smentite con voci di un possibile freno dell'esecutivo sugli stoccaggi. Sui tempi, alcuni emendamenti (molti a firma Pd) chiedono un'accelerazione. Altre posizioni convergono su un orizzonte più lungo. De Vincenti ha confermato la tabella di marcia prevista nel decreto: sei mesi per il decreto del presidente del Consiglio che fissi le modalità della procedura. "Due anni è il tempo giusto per arrivare alla dismissione", ha però frenato la senatrice Vicari (Pdl), relatrice del provvedimento. Per quanto riguarda la quota residuale di Eni in Snam, quella prevista dal Cresci-Italia è il 20%, ma una direttiva europea consentirebbe di scendere al 5% sul modello Enel-Terna. "Siamo pronti a fare riferimento alla direttiva europea", ha aperto De Vincenti.
ASSICURAZIONI - Molte novità in tema di Rc auto. A partire dalla stretta sulle frodi alle assicurazioni e sui risarcimenti facili ai furbetti del "colpo di frusta". Misure inserite con tutta evidenza per calmierare le tariffe dell'Rc auto, tenute alte proprio dai frequenti raggiri, dicono le compagnie. E dunque i danni di lievi entità causati da incidenti stradali non saranno più rimborsati, a meno che non siano certificati da esami medici obiettivi. Chi simula il danno - fisico e all'auto - rischierà il carcere da 1 a 5 anni (oggi è da 6 mesi a 4 anni). Circolare senza Rc auto sarà ancora più rischioso: il nominativo passa alla polizia e al prefetto, se non si paga entro 15 giorni dall'inserimento dell'elenco di veicoli non coperti (...fatemi capire... con quelli che girano senza assicurazione, chiudiamo la stalla DOPO che sono scappati i buoi, e solo se li becchiamo per caso??? ma cosa c... ci vuole ad incrociare i dati del PRA con quelli dell'ANIA e/o dell'ISVAP, e andare a sequestrare le auto prive di assicurazione? NdR)
Nascono due nuove banche dati, accanto a quella dei sinistri presso l'Isvap: l'anagrafe testimoni e quella danneggiati. Tra le buone notizie, il certificato di rischio sarà inviato solo online (più veloce). Cancellato il taglio del 30% della somma risarcita, se l'auto è riparata da officine di fiducia (non convenzionate con le compagnie). Pagare il pieno con la carta, di credito o debito, sarà gratuito per benzinaio e cliente, fino a 100 euro.
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