Alla ricerca della materia strana
L'anomalia registrata dall'esperimento opera nella velocità del fascio di neutrini tra il CERN e il Gran Sasso sarebbe dovuta a problemi strumentali. Il comunicato ufficiale (red)
Secondo quanto riferisce l'edizione online di Science, e viene confermato - sia pure in forma ancora non ufficiale - da fonti vicine all'esperimento, la differenza di velocità registrata nei neutrini in viaggio tra il CERN e il Gran Sasso sarebbe stata dovuta in realtà a problemi di tipo strumentale che avrebbero influenzato la misura della velocità del neutrino rendendola apparentemente superiore a quella della luce.
In particolare, come si legge sul blog di Roberto Battiston, si tratterebbe di "due aspetti legati alla temporizzazione dei segnali, un connettore di una fibra ottica non completamente avvitato (e questo porterebbe ad una misura in cui il neutrino viaggia più veloce della luce) e un effetto legato all’orologio del computer che acquisisce i dati".
Com'è noto, il 23 settembre scorso un gruppo di ricercatori dell'esperimento OPERA, il cui portavoce è Antonio Ereditato, direttore del Laboratorio di alte energie all'Albert Einstein Center for Fundamental Physics dell'Università di Berna, aveva annunciato di aver rilevato che il fascio di neutrini inviato attraverso la crosta terrestre che separa il CERN di Ginevra dai Laboratori dell'INFN al Gran Sasso sarebbe arrivato a destinazione, secondo le stime, circa 60 nanosecondi prima del previsto.
Questa differenza tra il valore atteso e quello misurato implicava che nei 732 chilometri percorsi tra la Svizzera e l'Abruzzo i neutrini avrebbero viaggiato a una velocità superiore quella della luce nel vuoto, in apparente contrasto con quanto previsto dalla teoria della relatività ristretta formulata da Albert Einstein nel 1905 e della quale esistono decine di conferme sperimentali. Leggi il comunicato ufficiale
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