Caro Monti, lei, dopo la fase emergenziale, sta sbagliando TUTTO. Fossi in lei, sarei molto preoccupato. Sta sposando tutto ciò che viene da destra, e bocciando tutto ciò che viene da sinistra. Non già per convinzione, ma perchè - come ha ormai ampiamente dimostrato - MAI farà qualcosa sulla quale ci sia il veto della destra. Fossi in lei, ascolterei con molta preoccupazione la frase telegrafica di Bersani: "se Monti accetta veti dalla destra, vuol dire che i veti possono essere posti. Ne trarremo le conseguenze". Traduciamo? "Adesso i veti inizieremo a porli anche noi.
Ed ora dedichiamoci all'analisi di quanto è emerso ieri, alternando notizie, commenti, valutazioni, domande... Tafanus
Un pacchetto di 16 ore di sciopero, di cui 8 per uno sciopero generale con manifestazioni territoriali e 8 per assemblee. E’ questa la proposta della segreteria della Cgil al direttivo del sindacati contro la riforma del mercato del lavoro e le modifiche all’articolo 18. La linea dura dell’unione guidata da Susanna Camusso ha subito raccolto il sostegno di alcuni partiti del centrosinistra.
Domani, intanto, è stato convocato l’incontro conclusivo al ministero del lavoro sulla riforma del mercato del lavoro con le imprese e i sindacati per la messa a punto definitiva del testo sulla riforma. Un progetto di modifica del mercato del lavoro che ha incassato l’apprezzamento dell’Unione Europea. “Ha intenzione di dinamizzare il mercato del lavoro, corrisponde al nostro obiettivo di creare un mercato più dinamico e la sua direzione è degna di sostegno” ha dichiarato il commissario Ue all’occupazione Lazlo Andor, precisando come la riforma abbia un’“ambizione notevole”.
La Cgil: “Ci saranno espulsioni di massa”. Come annunciato, la reazione del sindacato non si è fatta attendere. Sulla stessa linea le tute blu della Cgil guidate da Maurizio Landini: “La riforma non riduce la precarietà, non estende gli ammortizzatori ma rende più facili i licenziamenti”. Il segretario generale della Fiom ha poi sottolineato che la normativa “sarà contrastata con ogni mezzo e con ogni forma di protesta democratica nelle fabbriche e nel Paese”. Una riforma che è una “follia”, ha aggiunto il leader della Fiom. Toni confermati dal segretario confederale Fulvio Fammoni: ”Abbiamo il dovere di portare a casa dei risultati prima che si avvii un biennio di espulsioni di massa nelle aziende”.
Cisl: “Compromesso onorevole”. Se la Cgil annuncia battaglia, la Cisl di Raffaele Bonanni parla di “compromesso onorevole”. Per il segretario, la normativa “rafforza la protezione anche per i lavoratori” anche nelle aziende con meno di quindici dipendenti (per le quali attualmente non vige l’articolo 18) (...inutile ricordare ai distratti chi sia Bonanni: quello che ha appoggiato Berlusconi nel far fallire l'accordo AirFrance - Alitalia; quello che andava a cena di nascosto in via Grazioni con Angeletti, passando dalla porta di servizio come un ladro; quello del mitico "Patto per l'Italia" mai realizzato, e della cui mancata realizzazione mai Bonanni e Angeletti hanno chieto sonto a Berlusconi. Insomma, il prototipo esemplare di sindacalista giallo. NdR)
La sinistra: “Cambiare”. Tensione anche nel mondo della politica con l’Italia dei Valori ha promesso “il Vietnam” in Parlamento. “Diciamo al presidente del Consiglio che il partito non starà a guardare e che farà tutto quanto è in suo potere per evitare questo scempio dei diritti. Siamo pronti ad un Vietnam parlamentare e a scendere in piazza con i lavoratori e i disoccupati”, ha attaccato Leoluca Orlando.
Da sinistra interviene anche il leader di Sinistra e Libertà Nichi Vendola: ”E’ davvero imbarazzante l’atteggiamento del governo Monti, a fronte di un’Italia che sta vivendo una sofferenza, un disagio straordinario. Di fronte a notizie di suicidi di chi non riesce a trovare lavoro, di fronte alla disperazione di un’intera generazione di ragazzi e ragazze, assediata dalla precarietà. L’unica ossessione del governo Monti è quella di recidere il legame con la nostra cultura democratica. Cancellare l’articolo 18, manipolarlo, deformarlo, significa semplicemente portare lo scalpo della civiltà del lavoro presso i potentati della finanza internazionale”. ”Credo che a decidere non sia il governo ma il parlamento” dichiara il sindaco di Milano Giuliano Pisapia (Pisapia ha ragione, fermo restando che ormai il Parlamento - peggio che ai tempi di Berlusconi - non conta più un cazzo. Dodici voti di fiducia in dodici settimane. Chiaro iol concetto, no? Monti decide, poi va in Parlamento a chiedere la fiducia. Nessuna discussione, nessuna modifica. Prendere o lasciare. Col ricatto dello spread e del downgrading. Abbiamo conosciuto di peggio, ma anche di meglio. NdR)
I dubbi del Pd. Ma gli occhi sono puntati sul Partito democratico che sull’argomento si è spaccato e che avrà un compito non facile una volta che il provvedimento sarà all’esame dell’Aula. Se Stefano Fassina, responsabile Economia del Pd, paragona Monti a Sacconi, il vicesegretario Enrico Letta esclude che in aula i democratici voteranno contro il provvedimento. In realtà le voci nel Pd contrarie in particolare alle riforme dell’articolo 18 si moltiplicano: “Il punto caldo dell’articolo 18 che non va bene perché è profondamente sbagliato aumentare la possibilità di licenziamento per motivi economici” dice l’ex ministro del lavoro Cesare Damiano. “Sull’articolo 18 penso che la Cgil abbia ragione” sostiene Giovanna Melandri (per piacere, Enrico Letta smetta di fare il nipote di Gianni Letta, o vada dove lo porta il cuore. NdR)
L’eccezione è solo quella del giuslavorista Pietro Ichino: “Vivere questo progetto di riforma dell’articolo 18 come una medicina amara e indigesta da ingerire con il naso tappato da parte del Pd a me sembra molto fuori luogo”. Secondo il giuslavorista “questa battaglia è il cuore di questo progetto del governo Monti che attinge in larga parte a materiale programmatico elaborato in questi anni all’interno del Pd” (...no, non all'interno del PD, ma all'interno della cricca Morando - Veltroni - Ichino. E' diversa, la cosa. NdR)
Sull’argomento, il segretario Pierluigi Bersani decide per il momento di non prendere posizione: “Non parlo di lavoro e articolo 18 perché ne parlerò questa sera a Porta a Porta”. Insomma, il leader del Pd sceglie il salotto televisivo di Bruno Vespa per spiegare la posizione del suo partito sulla riforma targata Monti-Fornero concedendo solo un “non so se si può parlare di accordo”. Però la base del partito non ha nessuna voglia di aspettare Porta a Porta per capire la linea del Pd. Al contrario, attraverso la Rete, chiede ai propri leader di prendere una posizione netta: “Votare contro la riforma e staccare la spina al governo Monti”. O quantomeno organizzare un referendum interno fra gli iscritti al partito. (Caro Monti, io prenderei molto sul serio i segnali che arrivano dalla rete... C'è stato un tempo in cui la rete prendeva gli input dalla grande stampa... si è accorto che da due anni è la stampa a misurare la temperatura del paese attraverso la rete? NdR)
No dal sindacato dei funzionari di polizia. In attesa del talk condotto da Vespa una singolare presa di posizione contro la riforma del governo arriva dall’Associazione Nazionale dei Funzionari di Polizia. “Varare una norma che in tema di licenziamento illegittimo non preveda la possibilità di reintegro del lavoratore avrà effetti negativi sull’ordine pubblico”, ha detto in una nota il segretario nazionale Enzo Marco Letizia aggiungendo che “con il solo indennizzo per il lavoratore licenziato ingiustamente passerebbe un messaggio assai negativo, quello che con un po’ di denaro si ha la libertà di togliere illegittimamente il futuro alle persone”.
...e questo l'elenco degli entusiasti...
Il Pdl: “Avanti così”. Una decisa adesione alla riforma arriva invece da destra. “La Cgil non ha diritto di veto ed è un bene che ciò sia emerso. Il confronto con le parti sociali è un dovere. Ma ora è il tempo delle decisioni” dichiara il capogruppo del Pdl in Senato Maurizio Gasparri. “A fronte di questa mediazione i cui riflessi saranno attentamente esaminati, ci sembra una forzatura in larga parte di natura ideologica il dissenso e la radicalizzazione che stanno dando alla questione la Cgil e alcune forze politiche di sinistra e dell’estrema sinistra” rincara il collega alla Camera Fabrizio Cicchitto. “Con questa riforma l’Italia va avanti ed era giusto che andasse avanti perchè si trovava indietro in tutte le classifiche europee e internazionali – ha sottolineato il segretario del partito Angelino Alfano – L’Italia, infatti, stazionava in posti bassi delle classifiche relative all’occupazione giovanile e femminile. Noi difenderemo questa riforma e siamo contenti del fatto che il conto non lo paghino le piccole e medie imprese con l’aumento del costo del lavoro”.
Qui, caro Monti, non c'è spazio per profonde analisi sociologiche. Ciò che è giusto per i Gasparri, i Cicchitto, gli angelini, è - per definizione - sbagliato per l'Italia. Si fermi, se e finchè è in tempo, e non costringa gli italiani a rispedirla a casa a furor di piazza. Tafanus
Le perle, e le domande alle quali non avremo risposte
Mario Monti: "Nessuno ha il diritto di veto". Le proposte del governo: "L'articolo 18 resta solo per i licenziamenti discriminatori".
Felici per il decisionismo di Mario Monti. Resta da capire - se nessuno ha il diritto di veto - come mai Monti si sia appecoronato a tutti i veti della destra su temi come tassisti, farmacisti, notai, avvocati, RAI, giustizia, frequenza TV. Ci spiega?
"Licenziamenti discriminatori"??? Monti, cosa pensa, che ci sarà un solo idiota in Italia che licenzierà qualcuno accampando ragioni discriminatorie???? Ci saranno sempre e solo ragioni oggettive, di carattere economico. La destra metterà al bavero il distintivo della vittoria, l'Italia sarà finalmente monda dai settanta reintegri all'anno, e lei avrà buttato nel cesso tre quarti della sua credibilità.
Mario Monti: “Pensavo se ci sia una sfida imminente nel campo della politica economica difficile come quella della riforma del mercato del lavoro: probabilmente no, non ci sono cose così irte di difficoltà sociali e tecniche, che solo una forte e femminile determinazione come quella del ministro Fornero poteva affrontare con successo”. Prossimo obiettivo, per il governo, è la spending review, cioè i tagli agli sprechi, “perchè non basta ridurre i voli di Stato o le auto blu, c’è molto altro da fare”.
Caro Monti, guardi che anche la Camusso possiede una "forte e femminile determinazione", come la Fornero. In più, la Camusso ha il seguito di 5 milioni di iscritti, la Fornero ha il seguito suo, dei suoi cari, e del Ministro Passera. Caro Monti, ci occuperemo DOPO della spending review??? E perchè non è stato fatto prima? Non sarebbe stato più logico prima occuparsi di sprechi, e poi dei settanta reintegri? Ci fa capire?
Il Fornero-Pensiero (?) -“Vogliamo che un contratto diventi dominante, migliore rispetto agli altri ed è il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato”.
Vogliamo???? e che diamine significa, VOGLIAMO? O ci sono, o non ci sono vincoli di legge. Predominante??? QUANTO predominante? il 51% dsei contratti? o il 99%???
Il contratto a tempo determinato costerà l’1,4% in più e finanzierà l’indennità di disoccupazione. Oltre a ciò ci sarà un premio per la stabilizzazione. Non solo: dopo 36 mesi di rapporto di lavoro dovrà necessariamente diventare un contratto a tempo indeterminato. “Non vogliamo smantellare tutele, ma rendere meno blindato il contratto subordinato a tempo indeterminato – ha aggiunto – Il contratto a tempo determinato è il contratto dominante, ma gli altri non li buttiamo via”. Insomma il senso è: “Tenere la flessibilità buona e contrastare quella cattiva”.
L'1,4% in più! Che spaventoso deterrente, per le aziende! Dunque, un contratto da 1000 euro al mese se precario, diventerà unb contratto da 1014 euro al mese. Nessuna azienda oserà affrontare un costo simile!
Dopo 36 mesi il contratto DOVRA' diventare a tempo indeterminato? e se dopo 35 mesi e 29 giorni l'azienda lo interrompe, e ricomincia con un nuovo "apprendista"?
Il contratto a tempo indeterminato dovrà diventare predominante, ma gli altri non li buttiamo via? Si era capito, signora Fornero. Precisazione superflua.
“Eliminare gli stage gratuiti”. A proposito di flessibilità cattiva il governo intende eliminare gli stage gratuiti: “Dopo la laurea o dopo un master vai in azienda ma non fai più uno stage gratuito, magari sarà una collaborazione, magari un lavoro a tempo determinato ma è un lavoro e l’azienda lo deve pagare”.
Quanto? per quanto tempo? con quali tutele? La Fornero, per ora non dice. No, Caro Monti. No, cara Fornero. Siamo adulti me vaccinati, e certi trucchetti puzzano di losco lontano un miglio. Non per niente questa "riforma" piace molto a Gasparri, Cicchitto e Alfano, piace a Bonanni, non dispiace ad Angeletti, e trova debolissime reazioni da parte della Marcegaglia, in puro stile "chiagne 'e fotte".
Con questi sistemi, con questa riforma, non si va da nessuna parte. Il PD metta anche lui i suoi veti: Niente voto di fiducia. Discussione piena in parlamento, totale apertura alla presentazione e alla discussione di emendamenti. Oppure che lorsignori vadano a casa, e si ricandidino con il PdL, o con l'UdC. Tafanus.
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