Prima il Giornale di Littorio Feltri e Rigor Mortis Sallusti che definisce Luca Abbà un "cretinetti", poi - per non restare indietro - parte all'inseguimento Belpietro, un altro elemento da consegnare agli studi di psichiatria. Qulora dovesse succedere qualcosa ad uno di questi "giornalisti", stapperemo lo champagne? Tafanus
Ma secondo voi Luca Abbà se l’è meritata? A nessuno sarebbe venuta in mente una domanda così ignobile davanti al dramma di un uomo che lotta contro la morte. Al giornale Libero invece sì. Sul sito del quotidiano diretto da Belpietro, sotto il titolo «No tav, il leader è grave», una manina ha piazzato un sondaggio con questa sconcertante domanda. La risposta è all’inizio un sì convinto che poi, dopo le polemiche sui social network, si ridimensiona e spinge il giornale a correggere il verbo: non più «meritata» ma «cercata». Stesso verbo usato dal direttore del Giornale Sallusti nel suo editoriale sotto un titolo altrettanto vergognoso: “Solo un cretinetti”
Quando si arriva a questi livelli vuol dire che si è perduto persino il minimo senso di umanità che vale anche davanti al peggior nemico. Ma è ancora più grave che, in questo modo, si diffonda una cultura della vendetta che in Italia ha già fatto molti danni. Seguendo la scia del cinismo e della spregiudicatezza ,di cui Libero è tra i leader, si sa da dove si parte ma non si sa mai dove si può arrivare. E spesso si arriva in posti pericolosi dove diventa labile non solo il confine tra la verità e la menzogna ma anche quello tra la vita e la morte.
Non c’è dubbio che sui No Tav gravi negli ultimi tempi il pesante rischio di una deriva pericolosa. A una prima fase di contestazione che ha prodotto numerosi confronti tra istituzioni e cittadini con significative correzioni al tracciato, ora se ne è aperta un’altra. Nella quale l’area più irriducibile sta prendendo il sopravvento su quella più pacifica, imponendo spesso l’arma dello scontro fisico e tattiche da guerriglia urbana. Gli attacchi al giudice Caselli sono l’ultima dimostrazione di questa preoccupante involuzione.
Ma non c’è dubbio però che, nonostante ciò, di fronte a quell’uomo che vola giù da un traliccio e che ora è in coma l’unica reazione civile è un umano rispetto e l’auspicio che possa riafferrare la propria vita. Per questo il sondaggio di Libero è, nel suo indecente cinismo, un’altra forma di violenza. Che non riduce di un millimetro l’estrema gravità del violento assalto alla redazione del giornale compiuto ieri sera da un gruppo No Tav che si è staccato dal corteo. E che è l’ennesimo episodio di un crescendo preoccupante.
di Pietro Spataro
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