Forse è giunto il momento di far capire persino a Monti (ma lo sa, lo sa...), alla Fornero coi suoi quattro stipendi fissi in una famiglia da tre persone, e a quel Marchionne che guadagna quanto tutte le maestranze di Termini Imerese (forse per questo ha chiuso quella fabbrica, per potersi pagare lo stipendio), che il problema dell'industria italiana in generale, e della Fiat in particolare, non è quel bastardo del Pautasso, 35 anni alla catena di montaggio, 1.500 euro al mese quando non è in cassa integrazione, che pretenderebbe addirittura di essere licenziato solo se c'è una buona ragione per farlo.
Pautasso è alla catena (in tutti i sensi) da quando aveva vent'anni. Ora ne ha 55. Fra 5 anni ne avrà 60, e si dirà fortunato se riuscirà ad essre ancora alla catena nel 2017. Però per la pensione dovrebbe aspettare fino al 2024 (se ci arriverà). Pautasso una volta era orgoglioso di indossare la tuta blu col marchietto FIAT. Fabbrica Italiana Automobili Torino.
Ora, improvvisamente, ha paura di diventare, da un giorno all'altro, un "esubero". Un peso per la Fornero, e per la società. Troppo vecchio per trovare un altro lavoro, troppo giovane per andare in pensione, troppo povero per potersi mantenere per anni persino a pane e cipolla.
Oggi il Pautasso ha scoperto - dalle parole della Fornero, non contraddette da Monti, che gli vogliono ridurre anche la coperta di Linus. Quella cassa integrazione con la quale si viveva - male - per due settimane al mese, la Fornero vuole tagliarla: meno soldi, per meno tempo. Persino il sindacalista giallo Bonanni oggi ha tentato di ruggire. Il Ruggito del Coniglio.
Oggi qualcuno ha spiegato al Pautasso che i guai della Fiat, dell'industria metalmeccanica, dell'universo mondo, sono tutti da attribuire ai suoi 1500 euro, ai 10 "reintegrati" all'anno, e a quella misera cassa integrazione che in gran parte si paga di tasca sua.
Ma oggi il Pautasso ha cominciato a dubitare. Perchè ha letto anche lui che in Germania, dove la difficoltà di licenziare è ben più alta che in Italia, e i salari sono il doppio, le cose in VW non vanno malissimo, se l'azienda ha deciso di ragalare agli operai un bonus di 7.500 euro (per i pignoli: 14.522.000 lire, pari a 1.210.000 lire al mese). Pautasso si è stropicciato gli occhi, ha cambiato la pila alla calcolatrice, ha rifatto i conti, poi li ha rifatti anche a mano, e il risultato continuava ad essere, testardamente, di 1.210.000 lire al mese di regalo).
Il Pautasso sentiva, a pelle, che la VW fa macchine migliori delle nostre, più belle, e sapeva pure che sforna decine di modelli nuovi all'anno. Anche Marchionne, che guadagna quanto la linea due di Mirafiori, doveva invadere il mondo di modelli nuovi. Lo farà, ma per il momento siamo fermi al suo maglioncino, al restyling della Panda di Glisenti (che ora si chiama "Nuova Panda), e alla Punto (che ora si chiama "Grande Punto": insomma, un Punt e Mes). Dimenticavo: c'è anche la "Bravo".
Ma, leggendo i giornali (e persino la Stampa, che fa rima con Fiat), il Pautasso ha dovuto farsene una ragione. Nell'anno appena terminato, la Fiat ha perso il 20% di vendite, la VW è cresciuta del 25%). Ma la VW è cresciuta persino in Italia (del 2%). In un paese in cui il mercato è crollato del 25%. E' cresciuta del 5% nell'ex-povero Sud-America, del 9% in quell'Europa Occidentale sull'orso del collasso, del 17% nella cina da un miliardo e mezzo di abitanti, del 21% negli USA di Fiat-Chrysler, del 30% nell'Europa centro-orientale, del 109% in India. Altro? Ha superato di slancio la Toyota, e adesso ha nel mirino il gruppo General Motors, n° 1 nel mondo.
L'AD di VW, Martin Winterkorn, ha guadagnato, fra stipendio e bonus, 17 milioni di euro. E' tanto? dipende... Se ha portato in un anno gli utili (non le vendite, gli utili) da 7 a 15 miliardi, il suo stipendio è uguale a poco più dell'uno per mille degli utili. O, se preferite, è pari a 0,48 € per ognuna dell 8.300.000 auto vendute. Mezzo caffè al banco.
Il Pautasso per un attimo ha pensato a quale potesse essere il segreto. L'art. 18 no di certo. E' un problema solo per la Fornero, non per le persone serie. I salari men che meno. Il buon Martin, non contento di pagare i suoi operai il doppio di quelli italiani (e di mandarli in pensione prima e meglio), regala loro, a sorpresa, 15 milioni di lire. Anche nei periodi di crisi, la VW non ha mandato a casa nessuno. Semplicemente, col consenso degli operai, ha distribuito il lavoro calato su TUTTI gli operai, pagandoli un po' di meno. Col consenso degli operai, che hanno visto questa soluzione come una specie di società di mutuo soccorso. Nessuno alla fame, e un capitale umano che non è andato disperso.
Poi il Pautasso, da vero innamorato del suo mestiere, ha iniziato a cercare risposte nelle sue raccolte di "Quattroruote". Ed ha scoperto una cosa allucinante: che da due anni la Fiat aspetta i cinque nuovi modelli strombazzati dall'uomo col maglioncino, ma che siamo sempre fermi al flop della Nuova 500 negli USA, e in Italia siamo fermi alla Bravo, alla Grande Punto che non vuole nessuno, ed alla Nuova Panda che costa quattro soldi, e rende quattro soldi.
Ancora un paio di mesi di Marchionne, e torneranno la Duna Rustica, l'Argenta e la Nuova 124 L. Nel frattempo, il Pautasso, carta e matita, ha scoperto che in un anno la VW ha messo sul mercato una quarantina fra nuovi modelli e nuove versioni. La qualità il Pautasso la conosce, da "uomo della catena", e non prova neppure a fare paragoni... Ma allora, vuoi vedere, pensa il Pautasso, che i problemi della Fiat, così ben individuati da Marchionne e dalla Fornero, siano tutti in quei suoi 1500 euri al mese? Ma il Pautasso è uno di quegli operai che leggono. Sa, per esempio, che in Italia (paese a bassa produttività, e di macchine di fascia bassa) il costo del lavoro incide sul prezzo di un'auto per il 5% circa. Sa che in Germania i lavoratori guadagnano (e costano) il doppio, ma hanno anche una produttività quasi doppia, e - grazie agli impianti più moderni e all'accentramento del mercato sulla fascia medio-alta - un'incidenza del costo del lavoro sul prezzo di vendita che sarà si e no il 6/7%, rispetto al 5% italiano.
Ma allora, è mai possibile che un paese anneghi, e un altro faccia scintille, perchè una VW costa 20.200 euro anzichè i 20.000 euro di un modello simil-equivalente italiano? No, una sciocchezza così non se la beve neanche il Pautasso, una vita in Fiat, una vita per la Fiat. No, la ragione dev'essere altrove. Dev'essere nella qualità del prodotto, nella ricerca, nell'innovazione continua, nella capacità commerciale di essere "where the market is". Noi ci arriviamo sempre tardi, male, e col prodotto sbagliato. Inoltre, con o senza maglioncino, abbiamo pensato che le macchine possano vendersi da sole. Senza rete commerciale, senza rete di assistenza. Lo abbiamo pensato quando abbiamo fallito l'assalto agli USA con l'Alfa Romeo, che pure una sua immagine l'aveva, prima di diventare Fiat, e lo abbiamo pensato quando abbiamo messo in vendita la "Nuova 500", che per gli americani è poco più che un giocattolo, ancora una volta senza una rete di vendita e di assistenza.
Ma ormai siamo alla svolta, il Pautasso lo sente: entro 9 giorni la Fornero, Marchionne-col-maglioncino e la matriarca Marcegaglia si riuniranno, e decideranno che se riusciranno in un modo o nell'altro a portar via 300 euro al mese al Pautasso, la Fiat risorgerà a nuova vita, e l'anno prossimo, anzichè calare del 20%, scenderà solo del 15%.
...formidabili, questi anni... Tafanus.
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