L’erba cattiva e la memoria fragile
L’aspetto più incredibile, del decreto Licenzia Italia (scusate, ma ora per par condicio con gli altri va chiamato così) è che c’è veramente gente convinta che migliorerà le condizioni di quelli che oggi non sono garantiti.
Come se 150 anni di storia dei sistemi bastati sul libero mercato non ci avessero insegnato che da sempre – sempre – un mutamento dei rapporti di forza in favore dell’una o dell’altra parte ha effetti immediati anche sui soggetti non direttamente coinvolti.
Dal sabato festivo allo Statuto dei lavoratori, nel XX secolo, il miglioramento delle condizioni dei lavoratori a cui queste norme si applicavano ha implicato anche un miglioramento delle condizioni dei lavoratori non coinvolti, sia in termini di orari di lavoro sia più in generale in termini di diritti.
E viceversa, l’abolizione della scala mobile – ad esempio – ha portato dritta filata al fantastico pacchetto Treu.
Si tratta, banalmente, di uno spostamento dei rapporti di forza tra i datori di lavoro e gli addetti.
Quando sento lavoratori precari a cinque euro l’ora fare spallucce o addirittura festeggiare perché i garantiti non saranno più tali – la solita triste guerra tra poveri – mi viene da dirgli: piantala, ragazzo, che tra un anno ne prenderai quattro, di euro all’ora.
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