L'esilarante documento di nuovo tipo, frutto del tentativo di subornazione esercitato dalla Fornero sul resto del governo, con consenso mugolante di Mario Monti, è pronto. Potete scaricarlo nella versione integrale - sia in formato pdf che in formato word, dai seguenti link:
Testo integrale Riforma del Lavoro "Salvo Intese" formato word
Testo integrale pdf "Riforma del Lavoro "Salvo Intese"
Dopo il "Salva Italia", arriva il "Salvo Intese": un mostro giuridico destinato ad essere travolto dalla vita reale, dai tribunali e dalla Corte Costituzionale. Il testo completo del ddl è scaricabile dai link in alto. Ma analizziamo i punti salienti del ddl. L'accanimento terapeutico della Fornero (che ha subornato Monti, che si è lasciato subornare) contro l'innocuo art. 18, che ha fin qui prodotto in media 50/70 reintegri all'anno, ha frantumato, in primis, il governo stesso. Ha risvegliato una conflittualità spontanea (e quindi non controllabile da istituzioni e sindacati), che rischia di diventare estremamente pericolosa. Ha creato fratture all'interno del PD, del PdL e dello stesso governo (in CdM c'è stata rissa fra ministri, con quattro ministri di primo piano - fra cui Giarda e lo stesso Passera - schierati contro l'accoppiata Fornero/Monti). Ora la strada del ddl è in salita. E' un peccato, perchè l'inutile impuntatura sull'art. 18 rallenterà il cammino anche delle poche parti positive che pur esistono, all'interno di un ddl complessivamente da buttare.
Posizione preconcetta? No, semplice analisi dei fatti. Sull'art. 18 contro cui si sono concentrati gli sforzi di Fornero/Monti abbiamo scritto fino alla nausea. Last but not least, abbiamo avuto il conforto di scoprire che persino il nuovo presidente di Confindustria la pensa come noi. Anche ieri, al Forum Ambrosetti - e nella sua nuova veste ufficiale - ha ribadito ciò che aveva a più riprese affermato nei giorni scorsi: "L'art. 18 è l'ultimo dei problemi che ha l'industria italiana".
L'APPRENDISTATO - Diventa una delle forme prevalenti. Previste percentuali minime (50%) di conferma in servizio per continuare ad assumere apprendisti. Innalzato il rapporto tra apprendisti e lavoratori qualificati dall'attuale 1/1 a 3/2. Durata minima di sei mesi, durata massima di tre anni.
Se prima si potevano assumere al massimo tanti apprendisti quanti erano i lavoratori già qualificati, adesso un'azienda potrà avere, paradossalmente, 150 apprendisti per 100 lavoratori inquadrati. Sotto questa forma, Il precariato potrà aumentare del 50%. La percentuale minima per continuare a sfruttare l'apprendistato lungo è semplicissima: se un'azienda vuole assumere - ad esempio - 6 persone già formate, a tempo indeterminato, perchè ne ha bisogno, le assume con un contratto di apprendistato breve (sei mesi) e con questo si guadagna il diritto di assumerne 6 fasulli, con contratto di 3 anni, da buttar via senza problemi un giorno prima della scadenza dei tre anni. Rapporto di cambio: 36 mesi di apprendistato strumentale (6 apprendistati fasulli di sei mesi) valgono 18 anni di apprendistato fasullo (6 apprendistati da tre anni). Semplice, no?
LA PARTITA IVA FASULLA - Norme volte a evitare l'uso improprio della partita Iva in sostituzione di contratti di lavoro subordinato. La prestazione per più di 6 mesi è presuzione del carattere coordinato e continuativo (e anche quella da cui il prestatore ricavi oltre il 75% dei propri corrispettivi)
C'è qualcosa che impedisce all'azienda di interrompere - magari pro-tempore - il rapporto di collaborazione dopo 5 mesi e 29 giorni? E con quella persona il rapporto potrà riprendere di nuovo con la stessa formula, o con una della altre 46 forme di precariato non abrogate? dopo quanto tempo? e se l'azienda passa, con la stessa formula (partita IVA) ad altro disgraziato, vuol dire che per quella mansione aveva bisogno di un collaboratore continuativo, o non significa niente? Esilarante, poi, la storia del 75%: se un disgraziato ricava dal proprio lavoro tramite partita IVA 100 euro, di cui 75 dalla stessa azienda, questo significa che l'azienda deve assumerlo?
CONTRATTO A TERMINE - Aumentano le aliquote contributive (1,4%) per finanziare l'Aspi. Ampliato lo "stop" tra un contratto e l'altro (60 o 90 giorni) in base alla durata (meno o più di 6 mesi) del contratto.
Ma questi ci sono o ci fanno??? Il lavoro precario sotto qualsiasi forma avrebbe dovuto avere - secondo le parole iniziali del governo - costi tali da incentivare le forme di lavoro a tempo indeterminato. Premiando con più elevati guadagni il lavoratore precario, penalizzando l'azienda che usa il precariato. Risultato??? Il precario continua a prendere una miseria, e l'azienda viene "penalizzata" (si fa per dire) con un extra-costo mensile di ben 14 euro su mille. Una tragedia. Una penalizzazione che spingerà migliaia di aziende a trasformare già la settimana prossima milioni di precari in lavoratori a tempo indeterminato. Una norma talmente idiota e paracula che avrebbe dovuto far vergognare sia chi l'ha proposta, sia il governo nel suo complesso, che ci ha messo la faccia.
I CO.CO.PRO - Il «progetto» non può più consistere in una mera riproposizione dell'oggetto sociale dell'impresa. Se manca il progetto scatta il rapporto a tempo indeterminato. Aumenta l'aliquota contributiva e si rafforza la disciplina della presunzione di subordinazione.
Esattamente come prima. Con l'aggravante che la previsione della famosa aliquota contributiva aggravata legalizza, de factu, la liceità della formula. E ancora: che diamine significa "rafforzare la disciplina della presunzione di subordinazione"? E' o non è motivo dirimente per obbligare all'assunzione a tempo indeterminato, magari con valore retroattivo? Infine: una società specializzata in organizzazione e gestione di promozioni e/o dimostrazioni nei centri commerciali è il classico esempio di attività che vive - in maniera lecita - su contratti a durata limitata nel tempo. Ma al tempo stesso, se assume con contratto a progetto delle dimostratrici, compie un atto illecito, visto che il contratto per una dimostrazione non può che riproporre "l'oggetto sociale dell'impresa", che fa di mestiere dimostrazioni sul punto-vendita, e non viti o bulloni.
ASSOCIAZIONI IN PARTECIPAZIONE - L'associazione in partecipazione è un contratto con il quale l'associante assegna all'associato il diritto ad una partecipazione agli utili della propria azienda. Si intende limitarne l'uso ai soli familiari di primo grado. Vale a dire nei rapporti tra genitori e figli.
Quindi? il fondatore l'associante non può associare un fratello, o la moglie, o il nipote prediletto? Ma di che razza di "flessibilità in entrata"stiamo cianciando? Ma la Fornero, vcon tutto il carico dei suoi titoli, ha mai visto un'azienda da dentro?
IL CONGEDO DI PATERNITA' - Il congedo di paternità diventa obbligatorio. Al padre spetteranno tre giorni consecutivi di astensione dal lavoro entro cinque mesi dalla nascita del figlio. La riforma adegua la legislazione italiana a quella europea. L'astensione per il lavoratore che diventa papà era già prevista, ma il congedo era facoltativo.
Si impone anche a chi non lo vuole, non sa cosa farne, non ne ha bisogno? Male non fa, ma in quale momento diventa una norma che facilita l'ingresso nel mondo del lavoro, o combatte il precariato?
RICORSI IN TRIBUNALE - Al fine di consentire la riduzione dei tempi del processo, si propone, attraverso l'azione di concertazione istituzionale con il Ministero della Giustizia, l'introduzione di un rito speciale specificamente dedicato alle controversie sui licenziamenti.
Chi capisce di cosa stiamo parlando e volesse spiegarmelo, avrà tutta la mia gratitudine. Qui non si tratta di creare un rito speciale, ma di completare gli organici, e dare ai tribunali ciò che serve. Personale, PC, e carta per le fotocopie. Tutto il resto è noia.
Nella sua infinita oggettività, la breve sintesi online del Sole24Ore si astiene dal parlare di ciò che è la unica, vera causa del dibattito: l'art. 18, e l'oscena norma che abroga di fatto il diritto al reintegro nei licenziamenti privi di giusta causa. Così come si astiene dallo spiegarci che l'estensione delle norme agli statali è rimandata "ad altra data" (cioè a babbo morto). Oppure alla prima facciata che il governo prenderà al primo ricorso di incostituzionalità. Perchè vivaddio la Fornero non è riuscita (per questa volta) ad abrogare l'art. 3 della Costituzione, che recita:
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."
Ebbene, sembra che tutti i cittadini siano "eguali davanti alla legge", ma che alcuni - gli statali - siano più eguali degli altri.
Nella sua infinita oggettività, il Sole24Ore tace anche sulla licenziabilità per "fondati motivi economici", senza obbligo di reintegra, neanche quando un tribunale della Repubblica dovesse certificare che i "fondati" motivi economici sono infondati. Intanto il lavoratore si becca l'infondato licenziamento, e viene "saldato" con l'obolo dell'indennizzo. Questa parte della legge "salvo intese" è una mostruosità giuridica, perchè fornisce per legge agli "imprenditori" alla Marcello il diritto di fare i padroncini delle ferriere.
P.S.: La nuova categoria "Salvo Intese" è assolutamente innovativa nel campo legislativo. Cosa hanno voluto dire? A chi? e che significa??? Tutto ciò che finisce in parlamento come proposta dell'esecutivo, sotto qualsiasi forma (decreto soggetto a dibattimento, ddl, odg) è per definizione "salvo intese", o meglio, "salvo modifiche" apportate per emendamenti che passano, bocciature di articoli specifici, riletture nella seconda camera, e quant'altro. Se qualche esperto ci aiutasse a capire, gliene saremmo grati. Tafanus.
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