Formigoni, spuntano i viaggi regalati: "Ma nessuno mi ha mai dato un euro" - La giunta regionale lombarda perde i pezzi, e ora l'inchiesta investe direttamente anche il governatore. Che avrebbe ricevuto una serie di omaggi dal faccendiere Daccò, attualmente galeotto.
La giunta di Roberto Formigoni perde i pezzi - a cominciare dall'assessore leghista dimissionaria Monica Rizzi - scossa dalla bufera dello scandalo Lega e dalle inchieste giudiziarie che scuotono la sanità lombarda, e ora investono direttamente anche il presidente della Regione Lombardia. E' di stamane la notizia, pubblicata dal Corriere della Sera, secondo cui in uno dei verbali dei suoi numerosi interrogatori Giancarlo Grenci, il fiduciario svizzero del faccendiere Pierangelo Daccò, avrebbe parlato (e documentato) di somme destinate al pagamento di viaggi aerei per Formigoni, un suo collaboratore, suo fratello Carlo e una quarta persona.
Ottomila euro per il volo Milano-Parigi di Formigoni e del suo collaboratore, altrettanti per un volo analogo intestato a Carlo Formigoni e Anna Martelli, forse la sua compagna. Pagati da Daccò, il faccendiere ciellino che, insieme all'ex assessore pure ciellino Antonio Simone, avrebbe distratto dal patrimonio della Fondazione Maugeri circa 70 milioni di euro sotto forma di consulenze e appalti fittizi, finalizzati, secondo l'accusa della Procura, alla creazione di fondi neri all'estero. "Nessun problema, nessuna irregolarità ma soprattutto nessuna regalia: non ho mai ricevuto regalie e neppure un euro da nessuno", è la replica di Formigoni. Secondo il quale si è trattato "di una vacanza di gruppo come fanno tanti italiani" (...come fanno "tanti italiani" ??? Non io, caro ciellino. Pur essendo stato responsabile, in aziende varie, dell'acquisto di pubblicità per decine di miliardi di lire, nessuno mi ha mai offerto neanche un biglietto di seconda classe Milano - Gorgonzola... Forse perchè "intuivano" che li avrei mandati affanculo? NdR)
"Dov'è il problema? Anzitutto - ha spiegato il presidente della Lombardia - verificherò se quel viaggio davvero l'ho svolto" (...oppure, in alternativa, se lo ha svolto "a sua insaputa" - NdR). Formigoni ha raccontato di essere solito viaggiare in gruppo, occasione in cui "a fine vacanza si fanno i conti", di quanto speso durante soggiorno. "Io, come tutti gli italiani, faccio vacanze di gruppo", ha aggiunto il governatore, che poi ha parlato di "giornalista triste, sfigato e malinconico" riferendosi a chi ha firmato il servizio sul viaggio. "Quello che è grave - ha quindi allargato il discorso - è la speculazione politica, il fango, l'attacco mediatico contro Roberto Formigoni e la Regione Lombardia, da cui mi difenderò". A giudizio di Formigoni, il "nostro buon governo dà fastidio a molti e in questo momento di crisi della politica a livello nazionale evidentemente c'è chi ha interesse a indebolire e denigrare l'amministrazione italiana più forte dopo il governo" (...azz... 140 miliardi di lire fatti sparire dai suoi amici del cuore a sua insaputa, e questo str... ano personaggio continua a parlare di "buonvogerno"... Già dimenticate le porcherie che qualcuno ha combinato con la discarica di Cerro in conbutta con Paolino Berlusconi... NdR)
E per oggi sono in programma una serie di incontri (il più importante, con i vertici della Lega) da cui dovrebbe scaturire un nuovo rimpasto della giunta regionale. La leghista Monica Rizzi, come si accennava, si è dimessa. "Nonostante siano chiuse le inchieste in cui ero coinvolta e addirittura vi è stata la remissione della denuncia per dossieraggio nei miei confronti - spiega Rizzi - alla richiesta del mio partito di fare un passo indietro rispondo obbedisco, come ho fatto nel 2010 per candidare Renzo Bossi e in tutti questi 24 anni di Lega Nord. Per questo ho firmato le mie dimissioni rimettendo le mie deleghe nelle mani di Roberto Maroni e Roberto Calderoli. Ringrazio infinitamente Umberto Bossi per la splendida esperienza che mi ha permesso di fare in questi due ultimi anni". Ma Formigoni vorrebbe un rimpasto più ampio, che secondo le ultime indiscrezioni prevederebbe l'uscita anche dell'assessore pdl Stefano Maullu, pronto alle dimissioni 'forzate'. (Repubblica.it - 16/04/2012)
San Raffaele, lo yacht e Formigoni (l'Espresso del 16/11/2011)
Piero Daccò, appena arrestato nell'indagine sul crac di don Verzè, è uomo vicino a Comunione e Liberazione. E su uno dei suoi panfili (perquisiti martedì) è stato ospite anche il governatore della Lombardia
Arriva la prima svolta nell'inchiesta giudiziaria sul crac del San Raffaele, l'ospedale milanese fondato da don Luigi Verzè, travolto da un buco di un miliardo e mezzo di euro. Ieri a Milano è stato arrestato Piero Daccò, nato in Italia, con uffici a Lugano e residente a Londra, legato a rapporti di consulenza con il San Raffalele. Secondo l'accusa avrebbe avuto un ruolo nella movimentazione di alcuni dei fondi neri che sarebbero stati creati dall'ospedale.
Nelle prossime ore il giudice per le indagine preliminari dovrà decidere se convalidare l'arresto. Perquisizioni sono già partite, sia nell'ospedale milanese che altrove. Daccò è considerato da sempre vicino al movimento di Comunione e Liberazione.
Le perquisizioni effettuate dalla Guardia di Finanza hanno riguardato anche due yacht che risultano nella disponibilità dell'uomo d'affari, chiamati rispettivamente "Amerika-London" e "Ad Maiora". Quest'ultimo era già salito in passato agli onori delle cronache per aver ospitato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni (guarda tutte le foto).
Formigoni sullo "Ad Maiora" di Daccò
Sempre ieri, i magistrati di Milano hanno interrogato fino a tarda notte due costruttori, Pierino Zammarchi e il figlio Giovanni, tra gli indagati per concorso in bancarotta assieme a don Verzè. Pierino Zammarchi era il proprietario di un'azienda di costruzioni, la Diodoro, che lavorava assiduamente nelle tante operazioni edilizie promosse dal San Raffaele [...]
La Diodoro, che grazie alle commesse del San Raffaele aveva visto il proprio fatturato schizzare da zero a 66 milioni di euro tra il 2001 e il 2006, in seguito alle vicende giudiziarie di Zammarchi era stata messa in liquidazione. Ma il San Raffaele aveva passato i suoi lavori alla Metodo, un'impresa di proprietà di Giovanni Zammarchi, coinvolta fra l'altro nella realizzazione del nuovo San Raffaele di Olbia. Proprio nei giorni scorsi, tuttavia, la procura di Milano ha chiesto il fallimento sia della Diodoro che della Metodo. Il gruppo Zammarchi è accusato di aver emesso «fatture per operazioni inesistenti per oltre 48 milioni di euro, e questo solo fra il 2005 e il 2006.
L'inchiesta della magistratura milanese che ha portato alle perquisizoni della notte e al fermo di Daccò è guidata dal pm Luigi Orsi con i colleghi Gaetano Ruta e Laura Pedio.
di Paolo Biondani e Luca Piana.
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