“Con le tue finestre aperte sulla strada e gli occhi chiusi sulla gente, con la tua tranquillità, lucidità, soddisfazione permanente”, cantava il grande Fabrizio, e pare adattarsi mirabilmente alla descrizione di un presidente del consiglio che pare ignorare bellamente i segnali che gli arrivano da un numero, lo spread, che non fa riferimento alla Spagna (che del resto ha problemi assai maggiori) ma alla politica “tecnica” genuflessa davanti ai poteri forti che tengono in scacco anche questo governo.
Con la banca europea che ha garantito in effetti la sopravvivenza delle banche tramite un’erogazione di denaro fresco a costo risibile il governo Monti ha assicurato la sopravvivenza degli istituti, e con una bella strizzata a pensioni e servizi ha identicamente abbattuto il fabbisogno della macchina statale, senza peraltro toccare rendite di posizione indecenti, quali la possibilità di cumulare pensioni e consulenze per i boiardi di stato, di disporre di capitoli di spesa allucinanti per senatori e parlamentari, oltre che per la presidenza della Repubblica, del Senato e della Camera.
Non parliamo poi della incredibile storia legata al famigerato “rimborso elettorale” ai partiti, il cui utilizzo è ben documentato dagli scandali che stanno emergendo da UDC (dove questo signor Lusi si è appropriato della sciocchezza di 26 milioni di euro pubblici, e dove il resto dei soldi nessuna sa bene dove sia finito) e dalla Lega, dove tre bifolchi hanno saccheggiato il denaro pubblico ad uso e consumo del “cerchio magico” in Lauree e diplomi falsi, beni immobili intestati alla moglie dello scemo del villaggio (Umberto Bossi, e chi se no ?), investimenti in Tanzania che oggi si scopre sono di fatto a fondo perduto, gioielli e macchine per i figli dello scemo.
Quel grande ed attento politico di Bersani, in luogo di sganciarsi dalla giusta arrabbiatura degli Italiani che vedono questi “finanziamenti” come il fumo negli occhi, decide bene di affermare “il mancato finanziamento pubblico ai partiti è antidemocratico”, dimenticandosi che nel 1993 un referendum ha affossato di fatto qualunque erogazione di denaro pubblico alle organizzazioni a delinquere che sono oggi i partiti.
Tutti uguali? ma certamente no, resta il fatto che il cosiddetto “rimborso elettorale” che non deve essere in alcun modo giustificato è stato votato sostanzialmente all’unanimità con l’esclusione dei Radicali: non sarete tutti uguali, ma votare una schifezza del genere non vi fa particolare onore, cari signori del PD.
Il carico da undici ce lo mette un signore che è stato beccato dalla TV tedesca a volare low cost, per poi prendersi il rimborso pieno da eurodeputato: egregio Presidente (la maiuscola è solo per la funzione, non certo per la persona), lo vogliamo dire che sono stati dati una montagna di soldi a partiti e partitini che hanno mangiato a sazietà alimentando la corruzione, primo problema Italiano (ben più grande dell’evasione fiscale, fra l’altro, come attesta la Corte dei Conti, che oggi dobbiamo ripianare caricando di costi i cittadini onesti?
Arriviamo quindi al nostro presidente del consiglio: vede, professor Monti, oggi il suo governo ha bisogno di azioni coraggiose, non idiote. Quindi frasi come quella del “ministro” Fornero che afferma che “o passa il decreto sul lavoro o andiamo a casa”, ben consapevole che si sta parlando della fantasmagorica cifra di 70-80 reintegri l’anno, andrebbero stigmatizzate ferocemente, in quanto (e glielo dice un imprenditore) il problema delle assunzioni non è certo quello del licenziamento per giusta causa, ma il costo complessivo del dipendente, oggi tale per cui chiunque ci pensa tre volte prima di aprire una nuova società.
Vede, benché sia certamente a sua conoscenza, le segnalo lo stesso che in Germania il dipendente costa molto di più che in Italia, ma il carico fiscale sull’assunzione è nettamente più basso: in altri termini il lavoratore prende di più perché lo stato è meno vorace. Magari anche grazie al fatto che i politici presi con le mani nella marmellata prima si dimettono e poi, se colpevoli, vanno anche in galera.
Invece noi cosa abbiamo? Un parlamento che dopo tangentopoli cambia le leggi sul finanziamento pubblico ai partiti il 5 marzo 1993, quando il governo varò un decreto legge (il decreto Conso, da Giovanni Conso, il Ministro della Giustizia che lo propose) che depenalizzava il finanziamento illecito ai partiti e definito per questo il colpo di spugna.
Il decreto, che recepiva un testo già discusso e approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato, conteneva un controverso articolo che dava alla legge un valore retroattivo, e che quindi ha compreso anche gli inquisiti di Mani Pulite, di fatto disinnescando i rischi politici di tale indagine (mica per niente D’Alema aveva ai tempi richiesto la famosa “soluzione politica”).
Conclusioni ? Sì. La politica di oggi è il vero cancro Italiano, che pesa in termini di circa 75 miliardi l’anno in costi diretti ed indiretti sul bilancio dello stato. Oggi o la politica si riforma, magari grazie ad azioni davvero coraggiose da parte sua, egregio professor Monti, oppure l’autorevolezza che Le è stata conferita è mal riposta. Faccia quello che deve fare, e lo faccia alla svelta.
Se i “partiti” non la seguiranno in quello che è sacrosanto fare le suggerisco di lasciare la carica: alle prossime elezioni vedremo quale sarà il giudizio degli elettori su questa classe politica di incapaci maneggioni con lo sguardo fisso sui fatti loro, “col permesso di trasmettere e il divieto di parlare”.
Professor Monti, gentilmente, ascolti Fabrizio De Andrè. Perché davvero con i ministri che si è scelto, mi pare che non solo non riesca più a volare, ma nemmeno a saltellare, ed oggi avremmo bisogno di qualcosa di più di un gruppo di galline starnazzanti. Avremmo bisogno di fatti, e non di pugnettte.
Axel
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