Dopo alcuni minuti di inopinato silenzio, Daniela Santanchè è tornata per esporci il risultato delle sue meditazioni. Sorvolerei sul paragone fra Nilde Iotti e Nicole Minetti, e non solo perché la prima ha fatto la Resistenza e la seconda al massimo la lap dance. Nel Pci bigotto del dopoguerra la carriera di Iotti fu penalizzata dalla storia d'amore con Togliatti, mentre gli incontri ravvicinati con B non hanno ostacolato le ambizioni della statista dell'Olgettina.
Veniamo piuttosto al cuore della riflessione santancoide: il familismo degli italiani. Per la filosofa di Cuneo, che la mamma del Trota abbia brigato per piazzare il Trota al posto del Pesce Pilota non è un male in sé. Lo diventa perché il Trota «è un pirla». Il trucco starebbe dunque nel raccomandare parenti che non siano pirla.
Come la nipote di Santanchè, da lei raccomandata a cuor leggero presso il presidente della Provincia di Milano in quanto «brava e bella». Ancorché cinico per un patetico moralista del mio stampo, il ragionamento ha una sua coerenza. Però presenta un punto debole: chi decide se un parente è bravo e bello oppure pirla? Interrogata al riguardo, scommetto che la mamma del Trota definirebbe «bravo e bello» il Trota e «pirla» la nipote di Santanchè. Si capisce quindi quanto sia urgente la creazione di un'Authority delle Raccomandazioni in grado di distinguere una volta per tutte il parente bravo da quello pirla. Per la presidenza di detta Authority mi permetto di segnalare un mio consanguineo: bello e bravo, nonostante sia imparentato con un pirla.
(Massimo Gramellini: Bella Trota)
In questi giorni, spuntano come funghi pareri di autorevoli donne in difesa di Rosy Mauro. Si grida all'anti-femminismo, come se le donne dovessero avere delle aree protette anche in questo campo. Spiace che fra le più attive a gridare all'antifemminismo ci siano state due persone che stimo per la lucidità delle loro analisi: Anna Paola Concia, e Norma Rangeri.
A titolo esemplificativo, riporto l'editoriale di Norma Rangeri sul Manifesto di ieri:
Lombrosianamente: Quando il corpo è reato
Siamo arrivati a dover leggere in un dispaccio di agenzia «se la 'nera' non dovesse arretrare dalle sue posizioni...». La Nera è naturalmente la vicepresidente del senato Rosy Mauro, coinvolta nel malaffare che sta travolgendo i vertici della Lega. E se dalla prosa della cronaca transitiamo ai piani alti del giornalismo, ecco, con rinnovata passione lombrosiana, corsivisti e grandi firme affondare la penna non sul reato ma sul corpo, sfregiandolo (la badante, la strega, la terrona, mamma Ebe, la virago), fino a insistere sulle sue mani rosse e nodose, come tocco finale di un rogo intellettuale. E' lei, lei sola, lei soprattutto a inficiare il decoro delle istituzioni repubblicane, come se le aule parlamentari non fossero affollate da donne e uomini, non solo coinvolti in vicende poco commendevoli, ma persino condannati dai tribunali della repubblica.
Rosy Mauro non ha ricevuto al momento neanche un avviso di garanzia e quando pure le arrivasse una richiesta dei magistrati avrebbe pur sempre diritto all'habeas corpus. Se invece si invocano le dimissioni anche semplicemente per quel che emerge dalle inchieste in corso, allora non si capisce come mai l'invocazione della rispettabilità di palazzo Madama non la reclama nessuno quando le carte giudiziarie tirano in ballo uomini in posizioni altrettanto istituzionali. Invece l'insultometro si scatena perché al centro della scena c'è la preda perfetta, il capro espiatorio di un celodurismo trasversale che alimenta l'escalation mediatica. Come se questa donna fosse la discarica in cui sversare veleni, furori, sensi di colpa, nel tentativo di placare la rabbia popolare alimentata da una corruzione politica dilagante, dentro e fuori la Lega (dalla tomba della Margherita ieri sono saltati altri 13 milioni). In poche ore sono state raccolte diecimila firme per farla dimettere. Quando si dice che stiamo assistendo a una Tangentopoli al cubo, sappiamo che il contraccolpo non sarà un pranzo di gala. E dal lancio delle monetine siamo passati alla lapidazione.
Norma Rangeri
Cara Norma,
per piacere, non scambiamo la cacciata di Rosy Mauro per antifemminismo. Si rischia di scivolare nel vizio speculare: assolvere politicamente persone che indegnamente occupano alte cariche, per non correre il rischio di essere accusati di anrifemminismo.
A volte - è vero - l'odio acceca. Ma a volte anche la difesa "a prescindere" può accecare. Cerchiamo di mettere in fila alciune cose:
-a) il discorso che un'alta carica dello Stato si debba domettere solo se e quando a suo carico ci dovesse essere una sentenza passata in giudicato fa acqua. Tu ed io non possiamo essere incarcerati sulla base di accuse. La moglie di Cesare si può e si deve cacciare anche sull'onda di un sospetto infamante. Ricordi i tempi belli in cui De Mita (De Mita! non De Gasperi!) si dimetteva per un avviso di garanzia? O quando il non rimpianto Presidente Leone si dimetteva per la faccenda nota come "Antelopte Cobbler", poi mai dimostrata per acta?
-b) Posso ricordarti che un uomo che ha rovinato il paese, e che continua a comprare testimoni, non è mai finito in galera, perchè con le sue leggi ad personam è riuscito a cancellare reati dai codici, allungare ed accorciare a soffietto i termini di prescrizione, corrompere magistrati?
-c) Rosy Mauro, terrona, è stata accettata per un quarto di secolo "alla destra del capo", eppure anche 25 anni fa tutti sapevano che fosse una "terrona". Così come nessuno ha scatenato guerre razziste contro la siciliana signora Manuela Bossi.
-d) Rosy Mauro ha pagato con l'espulsione e altri no? E' vero. Rosy Mauro è stata espulsa dalla Lega, il Trota no. Ma vogliamo dirla tutta? Il Trota è stato "espulso" dalle ricche prebende da consigliere regionale, la Rosy (Terrona, Brutta, Sporca e Cattiva), non è stata espulsa dalle ancor più ricche prebende da Senatrice, e dai fringe-benefits da vice-presidemte del Senato. D'altronde, come si potrebbe cacciarla da una carica elettiva?
-e) No, Norma Rosy non è stata messa in croce per colpa da Lombroso. E' stata messa in croce (aggiungo: meglio tardi che mai) per alcuni piccoli fatti che si sono accumulati, e che provo a ricordarti:
- la Mauro gestisce un sindacato (il SINPA, Sindacato Padano) con 350.000 iscritti secondo la Mauro, 7.000 secondo alcuni benevoli leghisti, un paio di parenti stretti secondo altri. Nessuno ha mai incontrato sul suo cammino un iscritto al SIMPA. La casa di vacanze della Mauro in Sardegna, grazie all'apposizione sulla porta di una traghetta "SINPA", è stata comprata coi soldi della Lega.
- la Mauro guidava un sindacato da 350.000 persone con tre dipendenti, di cui una era una sua nipote.
- la Mauro ha assunto come capo-scorta quello che molti ritengono sia il suo gigolò, una specie di Blues Brother della mutua, pregiato autore di pezzi di valore assoluto, come "Kooly Nuudi".
- la Mauro ha comperato una laurea per se e per il "caposcorta" con soldi non suoi, versati da Belsito, con raccomandazioni telefoniche - intercettate - della Mauro, affinchè il tutto fosse fatto senza lasciare tracce.
- la Mauro guidava le sedute del Senato nel modo allucinante che tutti ricordiamo (ne riporto in calce il video, just in case tu non ne fossi al corrente, o avessi rimosso il ricordo.
- la Mauro era "culo e camicia" con Belsito (che per Bossi non era un delinquente, ma un grande esperto di finanza). Era l'amazzone libica della famigghia, e del Gheddafi di Gemonio in primis. Teoremi? Può darsi, ma, come diceva Agatha Christie... "una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze sono un indizio, tre coincidenze sono uma prova". O no?
P.S.: Emergono ogni giorno nuove liste di "risparmi" di un'altra "terrona": la signora Manuela Marrone in Bossi. Redditi propri: la baby-pensione da maestra elementare. Con questa baby-pensione, la signora è stata così brava da mettere insieme un patrimonio costituito non solo dalla ormai mitica "Scuola Bosina", ma da 14 terreni, due fabbricati, due appartamenti, una cascina... Il tutto regolarmente inserito in un fondo patrimoniale, molto utile per "scudare" il tutto.
Norma, ma quanto cazzo prende di pensione, la signora Marrone???
Con immutata stima, Tafanus
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