La tragicommedia della Lega, fustigatrice dei costumi tardo-imperiali di Roma Ladrona, volge al termine. Voleranno gli stracci, e il povero e malato Umberto Bossi raccoglie gli ultimi pietosi consensi finti all'interno del cerchio magico. E mentre biascica di "villa ristrutturata a mia insaputa", rifiuta di credere alla faccenda del figliolo trotino (incrocio fra trota e delfino), e continua ad aggrapparsi alla favola del trotino che la BMW l'aveva presa in leasing. Gli serviva per andare all'Università (Economia e Commercio, mica Scienza della Comunicazione!), ed era "vicino alla laurea".
Proprio come quel genio del Belsito, che di lauree ne aveva addirittura due... Invano quelli del "cerchio poco magico" hanno tentato, per mesi, di aprirgli gli occhi. Oggi, forse, si avvicina l'epilogo tragicomico. Metteranno all'asta gazebo, corna di cervo, albertidagiussani di latta, matrimoni celtici e sacre ampolle. Oggi torneranno ciò che sono sempre stati: poveri razzisti ignoranti e ladroni.
Ecco gli ultimi sviluppi della poco edificante faccenda:
Cassaforte Belsito, tre le carte scoperte una cartella intestata a "The family" - Oggi si riunisce il consiglio federale del partito per nominare il nuovo segretario amministrativo
Nella cassaforte del tesoriere della Lega Francesco Belsito tra la documentazione contabile sequestrata ieri dai carabinieri del Noe e dalla Guardia di Finanza vi è anche una cartella con l'intestazione "The family". L'ipotesi degli investigatori è che i documenti siano relativi alle elargizioni ai familiari del leader del Caroccio Umberto Bossi. Gli atti sono all'esame dei pubblici ministeri di Napoli, Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e John Henry Woodcock.
La notizia, se confermata, è destinata a creare ulteriore scompiglio in un partito già alle prese con lo schock delle prime rivelazioni sul contenuto delle inchieste giudiziarie aperte da diverse procure sull'utilizzo improprio dei rimborsi elettorali da parte della Lega. Il Consiglio federale del partito si riunisce oggi in via Bellerio per nominare il nuovo tesoriere che prenderà il posto di Francesco Belsito e dovrà fare chiarezza sui conti del movimento. A confermarlo è stato lo stesso Umberto Bossi che in mattinata ha spiegato ai suoi che l'ordine del giorno è questo, quasi a voler smentire le voci che davano per imminente le sue dimissioni. "Oggi decido la nomina del nuovo segretario amministrativo della Lega, il consiglio federale si riunisce per questo".
In ambienti vicini alla Lega tuttavia si lasciano aperte tutte le ipotesi e tra queste, appunto, a sorpresa anche un possibile passo indietro del Senatur. Quanto alla segreteria politica riunitasi ieri, sempre secondo alcune voci, di fatto non avrebbe espresso alcun candidato.
Repubblica.it
Il Trota e Belsito - La qultura al Governo
I colonnelli a Bossi: "Renzo ti ha mentito" - E lui incredulo sbatte la porta e se ne va - Drammatica riunione della segreteria della Lega Nord. I dirigenti al Senatur: dai pm accuse fondate.
Oggi la riunione del Federale per sostituire Francesco Belsito nella carica di tesoriere. E i Rinnovatori si autoconvocano: "Congresso per cambiare leadership"
Muto e incredulo, Umberto Bossi, davanti ai suoi colonnelli della Lega Nord che per la prima volta gli dicono che è tutto vero. Anche se lui - assicurano - non sapeva nulla. Vere le contestazioni degli inquirenti sui soldi della Lega serviti per ristrutturare la casa di Gemonio o per comprare il macchinone a Renzo. Glielo dicono in via Bellerio, durante la drammatica riunione della segreteria politica convocata all'indomani della tempesta che sta devastando il corpaccione della Lega. E hai voglia, il vecchio capo, a smentire e negare.
Come quando - particolare certo trascurabile ai fini dell'inchiesta, ma decisivo per capire quella che i "rinnovatori" definiscono "circonvenzione d'incapace" - Bossi assicura che il Trota sta studiando Economia e che la laurea è vicina: "Mi ha fatto vedere il libretto". Ma i suoi insistono, e quando un leghista di rango gli fa notare che non è così, all'Umberto sembra franare il terreno sotto i piedi.
E la stessa scena si ripete sulla storia della Bmw di Renzo: "Mi ha detto che la sta pagando in leasing". Vero niente, è la replica, "al di là delle responsabilità personali tutte da accertare, le accuse dei pm sono fondate". È a questo punto che Bossi si attacca al telefono, i tratti del volto quasi sfigurati dalla rabbia. Chiama Renzo, poi decide di mollare la riunione e di fiondarsi a Gemonio: dalla Manuela e dai figli, pesantemente lambiti dalle inchieste di tre Procure.
Ma prima ci sono gli addebiti a Rosi Mauro, esponente di spicco della "Lega di famiglia". Le chiedono di spiegare la storia della casa in Sardegna adibita a sede del Sinpa, il sindacato della Lega che la signora dirige. "Questa cosa non esiste", sbotta Stefano Stefani. E la Mauro: "Esiste, ma è solo casa mia".
La penosa figura di Rosy Mauro
Questa l'aria che tira alla vigilia del "federale" di oggi, convocato per sostituire il tesoriere Belsito. Un passo necessario, ma non fondamentale, per la truppa dei "rinnovatori" raccolta attorno a Maroni. Il problema dei problemi è un altro, e bisogna affrontarlo ora o mai più: si chiama congresso federale (l'ultimo si è tenuto nel 2002). Ma porlo, questo problema, significa mettere in discussione la leadership di Bossi.
Qualcuno, tra i maroniani, avrebbe voluto parlarne nel "federale" convocato oggi in via Bellerio. Ma poi si è deciso di seguire una strada diversa. Diversa, ma non nuovissima, se si considera quel che successe lo scorso gennaio, dopo la fatwa del Senatùr contro l'ex ministro dell'Interno, a cui fu vietato di partecipare alle iniziative promosse dalla Lega sul territorio. Il risultato, per Bossi e per chi gli aveva consigliato il diktat, fu disastroso: sollevazione delle sezioni, che fecero a gara nell'invitare "Bobo" a una miriade di manifestazioni. La più importante in un teatro a Varese, dove si presentò pure Bossi, che sul palco fece la pace con Maroni.
Ecco, adesso i rinnovatori del Carroccio immaginano qualcosa di simile. Quel che non può entrare dalla porta della "burocrazia interna", sorda a ogni richiesta di cambiare la leadership, dovrà entrare dalla finestra spalancata dai militanti. Il piano è pronto. Subito dopo Pasqua, martedì 10 aprile, in una località della Lombardia ancora da definire, ci sarà una grande assemblea di leghisti "autoconvocati" e pronti a cavalcare nel nome del rinnovamento lo scandalo che ha travolto Belsito. Un raduno come quello di Varese, che servirà a rilanciare in modo perentorio la richiesta di celebrare in tempi rapidi il congresso federale. E lì il tema di una nuova leadership sarà ineludibile.
Sì perché, come dice un deputato vicino a Maroni, "nelle segrete stanze non si combina niente, per cambiare qualcosa devono muoversi i militanti del movimento; solo così quelli che continuano a fare muro la capiranno".
Meno spiccio il ragionamento del sindaco di Verona Flavio Tosi, che tuttavia sempre lì va a parare: "I tempi della politica sono diversi, molto più lunghi da quelli che si aspettano i cittadini, gli elettori e gli stessi attivisti di partito; ai problemi che sta vivendo la Lega bisogna dare risposte certe in tempo reale, per questo guardo con favore all'idea di tenere un'assemblea federale dove sia possibile parlare con tutti i militanti". Inutile dire che lui, il 10 aprile, ci sarà.
(di Rodolfo Sala - Repubblica)
SOCIAL
Follow @Tafanus