La prima truffa sta nel metodo. Perché dopo tante chiacchiere il Porcellum è ancora vivo e vegeto? Riunioni, vertici, rinvii, bozze che non escono dal bozzolo: la riforma è tutta qui. Loro, i partiti, dicono che non si può mettere troppa carne al fuoco, che prima bisogna licenziare la riforma della Costituzione. Balle, sparate per guadagnare tempo. La nostra Carta non spende una parola sui sistemi d'elezione. E difatti non fu modificata quando, nel 1993, il Mattarellum cancellò il proporzionale. Né nel 2005, quando il centrodestra vi sostituì il Porcellum.
Secondo: il nuovo sistema. Bipolare ma identitario, maggioritario ma proporzionale. Un maggiorzionale. Che però ci inganna promettendo che sceglieremo il premier, indicato da ciascun partito sulla scheda elettorale. Siccome salta l'accordo di coalizione preventivo, siccome è alquanto improbabile che un singolo partito s'accaparri il 51 per cento dei seggi in Parlamento, siccome a quel punto dovrà giocoforza stipulare un'alleanza con altri partiti dopo il voto, l'unica cosa certa è che nessuno dei candidati ufficiali ha speranze di varcare l'uscio di palazzo Chigi. Se Bersani e Casini stipuleranno un patto di governo, il premier sarà una terza persona. Altrimenti l'uno o l'altro dovrebbe accettare un patto leonino.
Sennonché l'accordo su cui convergono i partiti è pieno di false promesse. Ci dicono: oltre al premier, sceglierete finalmente il vostro deputato, il vostro senatore. Non è vero, perché esprimeremo un unico voto (modello tedesco, ma in Germania ne hanno due) sia sul collegio uninominale sia sul plurinominale. Dove troveremo una lista bloccata di 3 o 4 compagni di cordata del candidato principale. Prendere o lasciare.
E le incongruenze? La nuova legge elettorale coniugherà una soglia di sbarramento (4 o 5 per cento) con il diritto di tribuna per chi non supera la soglia. Se ne parlò in Francia ai tempi di Le Pen, senza poi farne nulla. Perché la soglia significa o dentro o fuori, non puoi stare con un piede in terra e l'altro sulla luna. Ma se è per questo, anche il premio di maggioranza normalmente si declina al singolare. Altrimenti sarebbe come assegnare due scudetti. Invece i partiti stanno progettando il doppio premio, e magari arriveranno al triplo, come la sigla della nuova maggioranza: ABC, Alfano Bersani Casini. Più che un premio, un viagra. O forse una diga per proteggersi dai barbari, dato che i sondaggi, ahimè, sono in caduta libera.
Quanto alla riforma della Costituzione, anche lì non mancano i raggiri. Come il superamento del bicameralismo perfetto attraverso un bicameralismo "eventuale", pasticcio foriero di bisticci. Come lo scioglimento delle Camere: il premier propone, il presidente della Repubblica dispone. Proposta non vincolante, dunque se quest'ultimo rifiuta s'apre un'altra zuffa al vertice delle istituzioni. Come il dimezzamento dei parlamentari (in realtà la sforbiciata è del 18 per cento). O come il njet sulla democrazia diretta, su nuovi strumenti di decisione e di controllo in mano agli elettori. Niente da fare, anche in questo caso le parole divorziano dai fatti. Una truffa delle etichette, per l'appunto. D'altronde ne avremo un assaggio alle amministrative, dove il Pdl si maschererà da lista civica, Forza Lecco o Forza Trentino o Forza Peppa. Dal teatrino della politica al ballo in maschera. (Michele Ainis - l'Espresso)
Qualche volta ci capita: non resistiamo alla tentazione di gridare "l'avevamo detto!". Ma, piaccia o non piaccia, l'avevamo detto. Esattamente 15 giorni fa, il 28 marzo, con un post dal titolo "EVVIVA! Torna il Manuale Cencelli". Concludevamo questo post con le seguenti parole:
"Caro Bersani, ritorna in te... Non c'è NESSUNA RIFORMA che si possa fare con Angelino Alfano e con Casini. Andiamo a votare col Porcellum, se possibile con una coalizione di centro-sinistra, senza inquinamenti coi forlaniani, e con un patto limitato ma chiaro e vincolante cogli altri partiti del centro-sinistra che vorranno aderire. Vinciamo le elezioni, prendiamo il 55% della camera come da porcellum, e poi rapidamente sistemiamo quelle cose che non saranno mai sistemate da patti col segretario di berlusconi e col doppiofornista erede di Forlani. Rinsavisci, ti prego, prima che sia troppo tardi".
Ora non possiamo che esser grati a un'autorità in materia, come Michele Ainis, per avere, con parole ed argomentazioni meno rozze delle nostre, dato peso e sostanza alle nostre artigianali argomentazioni. Bersani, FERMATI! Questa proposta ignobile di legge elettorale è un ignobile incrocio fra stupidità e disonestà. Non te la perdoneremmo. Tafanus.
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